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 2015  marzo 25 Mercoledì calendario

VANESSA INCONTRADA

Ero curiosa di vedere la reazione della gente, quando ci avrebbero visto di nuovo insieme».
Vanessa Incontrada parla di Claudio Bisio come di un ex fidanzato con cui c’è stato un grande amore. Nella realtà l’amore c’è, e grande, ma è più forte di un legame sentimentale, per sua natura fragile. Sono stati sei anni insieme, sul palco di Zelig, e ancora oggi quel periodo «è un pezzo fondamentale della mia vita, dove ho imparato tutto», dice. Oggi Incontrada, che nel frattempo si è affermata come attrice di successo (Un’altra vita, l’ultima fiction dove era protagonista, ha fatto ascolti record su Raiuno), e Bisio sono tornati insieme in Tv con Italia’s Got Talent, format internazionale ideato da Simon Cowell che dopo cinque stagioni su Mediaset è approdato a Sky in una versione più fedele all’originale. Cambia il canale, cambiano anche i ruoli; la coppia non è più fianco a fianco sul palco: mentre Claudio è uno dei giudici (gli altri sono Luciana Littizzetto, Nina Zilli e Frank Matano), Vanessa è quella che intervista i concorrenti nel backstage prima dell’ingresso in scena. Almeno per le prime sette puntate; nelle ultime tre «live», tornerà a fare la conduttrice sul palco.

Che effetto ha fatto invece, a lei, tornare a lavorare con Bisio?
«Bello. Nella vita vera non ci siamo mai persi, sono amica di sua moglie, le nostre famiglie si frequentano».
Hanno scritto che, invitata quest’anno sul palco di Zelig, lei non abbia accettato perché non c’era lui.
«Non è vero, e Gino e Michele, i creatori del programma, lo sanno. Con loro ci siamo rivisti per la prima volta qualche mese fa, dopo sei anni, ed è stato emozionante. Dopo gli ho scritto una lettera dove spiegavo perché non potevo accettare di tornare per una puntata: quel programma è stato casa mia, come potevo aprire quel cassetto della mia vita e richiuderlo in una serata?».
Condurrebbe un’altra edizione?
«Chissà. Dovrei però partire da dove l’ho lasciato, bisognerebbe che tornasse a essere il programma che è sempre stato. Oggi mi sembra molto diverso».
Anche gli ascolti lo sono.
«Qualcuno pensa che ci goda, ma non è così: io voglio bene a Zelig e, anche se ci siamo lasciati con qualche incomprensione (aveva raccontato a Vanity Fair di non aver ricevuto, da neomamma, solidarietà dalle donne dello staff, ndr), a chi si ama si augura sempre il meglio».
Parla di Zelig come di una persona.
«Metto il cuore nelle cose che faccio, mi lascio coinvolgere emotivamente anche troppo, e quando finisco un lavoro lo vivo come uno strappo nell’anima. Sto migliorando, oggi ho imparato a essere più distaccata. Sono diventata anche più diffidente: un tempo, se entravo in un ristorante, non prestavo attenzione se la gente mi guardava, adesso sembro un agente 007, potrei descriverle tutti i presenti e cosa stanno mangiando. Sembro sempre solare e allegra, e una parte di me lo è, ma poi c’è un’altra parte, più profonda e decisamente più scura, con cui sto imparando a convivere».
Come?
«Mi sono messa in discussione, ho lavorato su me stessa. Due anni fa ho fatto anche una terapia di gruppo chiamata “Un tocco nell’anima”. Consiste nel mettersi a nudo davanti a degli sconosciuti, durante un percorso di nove mesi, come il venire al mondo di un bambino. L’ho fatto anche se ero già “Vanessa Incontrada”, ed è stata un’esperienza impagabile».
C’entra questa sua fragilità col fatto che, professionalmente, alterni periodi di grande esposizione a periodi di assenza?
«Più che di assenza, perché mantengo sempre alcuni appuntamenti annuali come i Music Awards, parlerei di rallentamento. C’entra il mio carattere, sono una che ha bisogno di ricaricarsi dopo una fase professionale intensa. Inoltre, seleziono i progetti. Molti di quelli che mi ha offerto Mediaset dopo Zelig non erano nelle mie corde, per altri, come per Italia’s Got Talent, non mi sarei sentita pronta prima: intervistare persone sconosciute in pochi minuti e condurre tre serate da sola in diretta è impegnativo. Infine, è anche una scelta strategica: il troppo stroppia. Nel mio lavoro, per avere una carriera duratura, devi ogni tanto sparire e poi riapparire, perché la gente si stufa di quello che ha sempre davanti».
Tra un Carlo Conti e un Fiorello, lei si sente più Fiorello.
«Sì. Fatte le debite proporzioni e anche se facciamo un mestiere diverso, credo che ragioniamo allo stesso modo».
Che esperienza sta avendo in Sky?
«Si lavora in modo militare, tutto è calcolato. Io, Claudio e Luciana veniamo dall’improvvisazione, da una Tv più caotica: abbiamo faticato un po’».
Ha mai pensato che vivere a Follonica fosse penalizzante per la carriera?
«Spesso. Ma il mio compagno (Rossano Laurini, proprietario di una discoteca, ndr) lavora lì, ed è il posto dove anch’io sono cresciuta e sento l’odore di casa. Quando arrivo in auto e supero il cartello Follonica, mi succede una cosa strana: è come se delle porte metalliche si chiudessero dietro di me e la mia vita professionale rimanesse fuori. E mi sento bene».
Farebbe solo la mamma se potesse?
«No, lavorare mi piace e non ci rinuncerei. Ci sono tante Vanesse dentro di me e questo mestiere mi permette di vivere tante vite. Nel 2015, per dire, mi vedrete in Tv nei panni difficili della moglie di un immigrato (Anna & Yusuf, 
miniserie di Cinzia Th Torrini su Raiuno, ndr) e al cinema in quelli di una donna che non riesce ad avere l’orgasmo (Tutte lo vogliono, commedia brillante con Enrico Brignano, ndr). Se non lavoro, però, non entro in ansia: mi piace immergermi nella vita normale, andare a prendere a scuola Isal, prendere il caffè con le altre mamme».
Isal, che ha sei anni, sa che lavoro fa?
«Come no, e credo sia orgoglioso quando i compagni gli dicono che mi hanno vista in Tv. Quando inizia un mio film, però, dopo poco se ne va».
Pensa mai a dargli un fratellino?
«Lascio aperta questa possibilità ma ammetto di avere un po’ paura».
Di tornare a immergersi in pannolini e pappe?
«No. Di rivivere quello che ho vissuto durante la mia prima gravidanza. Non solo il fatto di essere stata male fisicamente, ma anche quell’attenzione mediatica morbosa. Per me è stato molto doloroso».
Si riferisce al fatto che certi giornali «l’accusarono» di essere ingrassata troppo. Dopo l’analisi che ha fatto, non pensa di dover ridimensionare quei fatti? C’è sempre un prezzo da pagare per la popolarità.
«Il trauma è rimasto. E la malinconia. Perché mi hanno rovinato un momento speciale che sognavo da quando ero ragazza. Sa che non ho più nemmeno una foto di quando ero incinta? Le ho eliminate tutte. E poi mi è rimasto un tarlo: perché se la sono presa con me? Perché non succede alle mie colleghe? Sono l’unica ad essere ingrassata in gravidanza?».
Laura Pausini subì lo stesso trattamento, e non era nemmeno incinta, quando pubblicarono alcune foto in cui appariva ingrassata scrivendo che fosse in attesa.
«È vero. Infatti lei è sempre stata molto protettiva nei miei confronti su questo tema, e quando se ne parla diventa furiosa. Però abbiamo un carattere diverso, lei riesce a vivere tutto con più leggerezza».
Come mai invece non si è ancora sposata? Qualche anno fa si è pure battezzata.
«Non l’ho fatto pensando al matrimonio ma perché ho voluto riavvicinarmi alla fede: tutti abbiamo bisogno di credere che ci sia qualcuno che ci protegge da lassù. Mi sono fatta battezzare da un amico di mia mamma che si è fatto prete da adulto, è stato un momento molto emozionante e vissuto in famiglia. Ho un grande sogno, quello di incontrare papa Francesco».
Forse dovrebbe sposarsi, prima.
«Non è nei miei programmi al momento».
Se pensa a quando è arrivata in Italia, da ragazzina, ha realizzato tutti i suoi sogni?
«Sì, sono stata fedele a quello che ho voluto: il lavoro, ma con il perno centrale della famiglia. L’unica cosa che mi dispiace è di aver perso un po’ il sorriso di allora, il sorriso che avevo dentro».