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 2015  marzo 25 Mercoledì calendario

IL TEMPO DI VALDIFIORI: «TUTTI POSSONO SPERARE»

Ricercando il tempo perduto, Mirko Valdifiori ha debuttato in A a 28 anni con l’Empoli e approda in Nazionale a 29. Romagnolo di Russi, figlio di Nevio, ex centrocampista, e Angela, casalinga. Una compagna, Elisa, conosciuta al suo paese, una bimba, Aurora, come il tatuaggio sotto al cuore, un matrimonio in vista nel 2016, quando c’è l’Europeo («Ma sono pronto a spostare la data...»).
Valdifiori, considerando quant’ha aspettato, la sua è una favola bella o una brutta storia?
«Penso positivo, mi godo quello che sto raccogliendo. Inutile dare la colpa agli altri: ci ho messo del mio, in questo ritardo, forse non ero pronto. Conte ha detto che tutti possono sperare, anche quelli della mia età. E voglio pensare che il mio esempio sia una spinta per tutti quelli che non giocano in una big».
Come racconterebbe la sua generazione?
«Sono nato nell’86, Maradona vinceva il Mondiale. Siamo i ragazzi cresciuti negli anni 90, anni di profondi mutamenti in Europa e in Italia. Siamo venuti su con la convinzione che le cose potessero cambiare davvero. Forse è per questo che non ho mai perso la speranza: otto mesi fa mi sembrava già tanto la promozione, oggi mi guardo a Coverciano e penso che non bisogna mai smettere di credere ai propri sogni».
Cosa le ha detto suo padre?
«Mi ha raccomandato di arrivare qui con la massima umiltà, di prendere esempio dai giocatori di livello internazionale con i quali posso confrontarmi. Mi ha detto anche di non avere paura e di non perdere mai la serenità. Di ricordarmi che questo era il mio divertimento, prima che diventasse il mio lavoro».
Lei nasce trequartista. Com’è diventato regista?
«Sono arretrato già in Primavera, l’evoluzione definitiva c’è stata con Sarri che mi ha messo davanti alla difesa, dove riesco in quello che so fare meglio: ragionare palla a terra, cercare il lancio verticale senza buttare un possesso. Vorrei difendere meglio e avere la stessa lucidità quando mi avvicino alla porta: segno poco, mi manca il cinismo di cercare il tiro».
Non c’è Pirlo, è un’occasione d’oro per lei.
«Pirlo è il numero uno al mondo da 10-12 anni. E ora Verratti e Marchisio stanno facendo grandi cose. Io proverò a dimostrare che c’è anche Valdifiori, a inserirmi nei meccanismi. L’azzurro è qualcosa di fantastico. Mi ha colpito che Conte voglia darci subito un’identità tattica».
Il suo idolo era Veron.
«Ne ero innamorato come giocatore. Ho tifato sempre per la squadra in cui giocava lui».
Dicono che lei sia autore di scherzi feroci nello spogliatoio.
«Scherzi innocenti per fare gruppo. L’altro giorno ho chiuso nella sala caldaie il nostro grande magazziniere, Riccardo Nacci. Magari dopo ogni partita serale posso spalmare la marmellata sulla maniglia della portiera di uno dello staff. Si fa per ridere».
Sarri ha regalato anche a lei un libro?
«Sa che la lettura non è il mio hobby principale... Ma mi ha dato tanti consigli preziosi, devo tutto a lui e all’Empoli».
Cosa fa Valdifiori quando non gioca?
«Mi piace andare a ballare. Giocare alla playstation online con i vecchi compagni, per restare in contatto. Mangiare cappelletti al ragù. E, più di tutto, stare in famiglia».