Giovanni Cortinovis, La Gazzetta dello Sport 25/3/2015, 25 marzo 2015
È SEMPRE L’AGO DELLA BILANCIA
Da solo ha vinto più Mondiali di Valentino Rossi (9) e Marc Marquez (4): per questa ragione Giacomo Agostini (15 titoli), 72 anni splendidamente portati, continua a girare il mondo per soddisfare gli appassionati che smaniano dalla voglia di incontrarlo. Al rientro da un viaggio in India, Ago si è messo a disposizione per rispondere ai nostri interrogativi.
Parte la MotoGP. Che stagione sarà?
«Sarà un bellissimo campionato, più equilibrato del passato. Marquez è il favorito essendo anche il campione uscente, ma i rivali vogliono provarci. Valentino è in splendida forma e Lorenzo pare aver recuperato la grinta e la voglia di vincere. Ai tre aggiungo Pedrosa, che ogni tanto piazza la stoccata vincente».
Marquez riuscirà a vincere ancora 10 gare di fila?
«La vedo dura e lui stesso, con cui ho parlato qualche giorno fa, l’ha riconosciuto. Certo, è in un momento in cui migliora anno dopo anno».
Valentino sostiene di non essere mai stato così forte. Condivide?
«No, gli anni sono importanti per tutti. Marquez è un ragazzino che ne ha solo 22 e Valentino 36. Se Rossi ne avesse di meno probabilmente sarebbe più veloce di qualche decimo ogni giro. Nulla migliora con gli anni, si deteriora tutto».
Parliamo invece di moto. Yamaha ancora dietro?
«Credo che quest’anno la Yamaha parta più vicino alla Honda rispetto al 2014».
E la Ducati?
«Vederla andare molto forte nei test è stata una piacevole sorpresa. I piloti sono gasati e bravi: Iannone è giovane e spericolato, Dovizioso invece ha dalla sua l’esperienza. Certo, beneficiano di vantaggi regolamentari, che però svaniranno dopo la prima vittoria».
Fra quanto la Ducati potrà lottare per il titolo?
«Difficile dirlo ora. Per me la Ducati sta già facendo grandi cose, essendo economicamente una pulce rispetto ai colossi giapponesi».
Come andrà invece la Suzuki?
«Moto nuova, progetto nuovo: per quest’anno non se ne parla nemmeno. Quando un costruttore si ferma, poi ripartire non è facile perché nel frattempo gli altri hanno fatto passi avanti. Sicuramente però farà meglio dell’Aprilia: Noale deve accumulare esperienza e apprendere una quantità enorme di tecnologia per essere competitiva».
L’Aprilia deve anche affrontare il caso Melandri. Lei lo terrebbe in MotoGP?
«Chi ti paga lo stipendio pretende giustamente i risultati. Anche se bisognerebbe capire se è un problema solo di Melandri o della moto o di tutti e due. In generale, se un pilota non ha più voglia bisogna trovarne qualcun altro».
A chi invece la voglia non viene mai meno è Rossi.
«Valentino è davvero innamorato del suo mestiere. Nonostante l’età cura ogni particolare, è meticoloso e vuole sempre vincere».
Se Lorenzo dovesse tornare al top, potrebbe incrinarsi l’armonia con Rossi?
«Mi auguro di no. Sarebbe bello vederli lottare entrambi con Marquez per il titolo. Una lotta sportiva, senza rimettere il muro nei box».
Come vede invece i giovani italiani nelle classi minori?
«Non possiamo ancora dire di avere il nuovo Valentino. Speriamo arrivino presto ai vertici, ne abbiamo bisogno, ma ci vuole tempo».
Perché questo ritardo sulla Spagna?
«Per molti anni abbiamo abbandonato la formazione, relegando in un angolino il campionato italiano».
Ci sono mancati buoni maestri?
«Non credo, è la natura che ti dà il talento. Valentino non ha avuto bisogno di aiuti, Agostini nemmeno. La mia prima vittoria, la Bologna-San Luca valida per il Campionato italiano, la ottenni da privato, senza psicologi né allenatori».
Ha mai pensato di rimettersi in gioco in questo mondo?
«Ho già dato: è giusto lasciare agli altri. C’è un momento in cui bisogna saper dire basta».
Tornando alla MotoGP, il suo podio finale?
«Non ne ho idea, so solo che ci divertiremo ma dobbiamo attendere le prime gare per capirci qualcosa».