Paolo Condò, SportWeek 21/3/2015, 21 marzo 2015
IL CORAGGIO DELLE IDEE, ECCO LA LEZIONE DI BIELSA
Un ospite frequente di questa rubrica, l’allenatore argentino Marcelo Bielsa, sta conoscendo alcuni problemi. Il suo Marsiglia, da primo che era in autunno, viaggia ora al terzo posto della Ligue 1, ultimo spot utile per i preliminari Champions (occhio al Monaco, sta rinvenendo forte) ma comunque passo avanti notevole rispetto al sesto posto della scorsa stagione, ottenuto con la stessa rosa di quest’anno più Valbuena, che ne era la stella (e infatti l’hanno ceduto in Russia). I francesi però, che molto si erano entusiasmati per il suo calcio scintillante, hanno inserito la retromarcia: il prestigioso France Football, per esempio, ha annunciato in copertina “L’inizio della fine” senza nemmeno il beneficio di un punto di domanda. E Bielsa, che a dispetto del soprannome di Loco denota una pazienza da entomologo, ha analizzato il meccanismo del consenso e del dissenso in una memorabile conferenza stampa che si può rileggere integralmente sul sito argentino revistauncanio.com.ar
«Il mio lavoro si basa sulla convinzione, che in genere si produce applicando uno stile di gioco che porti al raggiungimento degli obiettivi. Ci sono momenti di avversità, che puoi affrontare in due modi: cambiando stile, e dimostrando così che le tue teorie erano esclusivamente legate ai loro effetti immediati, oppure rafforzando lo stile originario scommettendo sul fatto che sia quello giusto. Chi esprime uno sforzo senza arrivare a un risultato inevitabilmente dubita che la strada sia corretta. Lo capisco, e non è vero che non apporto cambi: però vario in base a una strategia, non tanto per farlo. Il discorso non riguarda soltanto i giocatori, ma anche i giornalisti, che valutano la bontà di un sistema di gioco e di gestione attraverso i risultati che ottiene. È umano, anche se a volte grottesco: nella prima fase della stagione tutto ciò che facevo veniva considerato geniale e si invitavano gli allenatori francesi ad applicare i miei metodi. Quegli stessi metodi vengono oggi giudicati sbagliati e nocivi. Nessuna sfumatura è in grado di sopravvivere a una serie di risultati negativi. Vivo questa situazione da 30 anni, è sempre stato così. L’accetto e mi ci sottometto».
«Nelle congiunture negative tutti ti abbandonano: giocatori, giornalisti e pubblico. È quella che si definisce la condizione umana, il vincitore profuma e tutti gli si vogliono avvicinare, il perdente puzza e la gente se ne allontana. La legge della vita è non venire accompagnati al successo ma essere eventualmente scortati dopo. È naturale, com’è naturale che i giocatori in questo momento siano affaticati rispetto alle mie esigenti regole, perché non portano più alla vittoria. Ma non posso farci niente, ho conosciuto molti leader che alla prima difficoltà cambiano strada, li rispetto ma non li stimo. Io sono differente». Per la cronaca, dopo questa conferenza il Marsiglia è andato a Tolosa e ha vinto 6-1.