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 2015  marzo 24 Martedì calendario

CINESI D’ITALIA


Mr 2 per cento Il governatore dello shopping -
Se non fosse troppo impegnato, Zhou Xiaochuan potrebbe sedersi in almeno una mezza dozzina di consigli: da Eni e Enel a Generali, a Fca, Mediobanca, Saipem e Telecom. Zhou è il governatore della People’s Bank of China, la banca centrale. È lui che ha guidato la campagna di investimenti strategici in Italia. La presenza dell’istituto era sempre stata quasi invisibile, ma nel 2014 Zhou ha dato l’ordine di salire in tutte le partecipazioni oltre la soglia del 2%, che rende obbligatoria la comunicazione alla Consob. Pechino voleva dire a tutti di aver scelto anche l’Italia come terra di diversificazione del suo potere economico. Zhou, 67 anni, fa parte della prima generazione di tecnocrati emersa dopo la Rivoluzione culturale. Si fece notare elaborando programmi al pc per simulare la liberalizzazione dei prezzi. È governatore dal 2002 e resiste. Xi Jinping lo ha tenuto al timone anche se ha superato i limiti d’età. Ricorrenti le voci sul suo ritiro, alimentate dagli avversari che gli rimproverano gusti occidentali e consuetudine con economisti Usa, con i quali parla in inglese fluente e ama giocare a tennis. Scalpore hanno creato i mutandoni fino alle caviglie che gli spuntavano sotto il gessato a Davos: segno di prudenza.

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Terna e Snam in portafoglio e ministipendio -
Liu Zhenya, 62 anni, è presidente e Ceo di State Grid of China, l’azienda che distribuisce l’energia elettrica nella Repubblica popolare. Date le dimensioni del Paese non stupisce che sia anche la più grande società pubblica del settore nel mondo. La Cina è un gigante assetato di energia e della tecnologia per trasportarla. Questo spiega l’acquisto del 35% di Cdp Reti, la scatola in cui sono detenute le quote di controllo di Terna (elettricità) e Snam (gas). Liu è un ingegnere elettrico che ha fatto tutta la carriera come manager politico. Anche a Pechino si è parlato di privatizzazioni, ma Liu non ha esitato a dirsi contrario: «Perché il capitale cerca sempre l’utile, mentre le società statali come la nostra hanno responsabilità sociali e politiche; ho studiato l’esempio britannico nella cessione ai privati delle electric utilities e ho osservato che il risultato è ancora oggetto di contestazioni». Ha i suoi problemi anche lui, però. Dopo due anni di feroce campagna anticorruzione migliaia di funzionari pubblici sono caduti. Si è detto che i revisori dei conti sono al lavoro anche in State Grid of China. Liu non si sente sotto pressione. Ma per non sbagliare ha annunciato di essersi autoridotto lo stipendio: era di 1,2 milioni di yuan all’anno: 125 mila euro.

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Il «deputato del popolo» che vende yacht -
Tan Xuguang, classe 1961, nell’ambiente industriale è soprannominato Tan «Da Dan», che significa Tan Grande Pancreas. È il modo di dire in mandarino per uno che ha molto fegato. Tipo coraggioso il capo della Wei Chai, la società statale dello Shandong che nel 2012 ha acquistato il 75 per cento del Gruppo Ferretti, marchio famoso per gli yacht di lusso. Tan, di formazione Ingegnere meccanico, ha assunto la presidenza di Ferretti Group, lasciando però a un manager italiano il ruolo di amministratore delegato. Un tipo da pancreas grosso che ha avuto anche scontri in azienda, secondo quanto riferiscono i bene informati. La sua carriera è stata all’ombra del partito: da ragazzo ha aderito alla Lega della Gioventù comunista; ha cominciato a lavorare in fabbrica nel 1977, quando aveva 16 anni. Da operaio è salito a dirigente pubblico. È delegato dell’Assemblea nazionale del popolo, la versione cinese di Parlamento. Anche se la sua formazione comunista è solida, al presidente Tan Xuguang ha sicuramente fatto piacere il record battuto l’anno scorso dalla sua Ferretti: i cantieri hanno venduto in Cina uno yacht «made in Italy» del valore di 60 milioni di euro. Il lusso non ha più frontiere e, come disse Deng, ora arricchirsi è glorioso.

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Dall’ingegneria alla moda, la nuova Krizia -
In Italia la conosciamo come la nuova Krizia, perché Zhu ChongYun ha rilevato da Mariuccia Mandelli la casa di moda fondata a Milano nel 1950. Zhu, cinquant’anni portati con leggerezza, non era destinata al fashion: è laureata in Ingegneria dell’automazione industriale. Ma in quel campo ha resistito quattro anni, poi si è dedicata alla passione: «Avevo cominciato disegnando vestiti per me e le mie compagne di università, perché erano gli Anni 80 e in Cina a quei tempi non c’era niente di bello per una ragazza». Creativa ma quadrata negli affari: ha fondato una sua linea che si chiama Marisfrolg ed è basata a Shenzhen. E ha aperto oltre 400 boutiques in Cina, Singapore, Macao e Corea del Sud. Forbes dal 2012 l’ha inserita in due classifiche: quella dei 25 nomi cinesi che contano nel fashion globalizzato e quella delle 23 donne della Repubblica popolare con patrimoni multimilionari, il suo è valutato in 510 milioni di dollari. Perché ha preso Krizia? «Mi piaceva il suo stile e mi dispiaceva vederla ferma. Io volevo allargare la mia visione e la mia visibilità nel mondo. Ho colto l’occasione». Avrà rispetto per un marchio della tradizione italiana? «Posso assicurare che Krizia rimane italiana, non perderà natura e nobiltà».

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L’ex colonnello con il calcio nel mirino -
W ang Jianlin è un ex colonnello e a 60 anni ha un patrimonio personale stimato in 28 miliardi di dollari. Si muove all’estero: quest’anno ha acquistato per un miliardo di euro la Infront, con i diritti tv del calcio italiano e di altre due dozzine di sport e campionati sparsi nel mondo. E di questo capitano d’industria si parla per un nuovo colpo in Italia. Si è fatto il suo nome per il Milan, anche se Wang ha detto che il prezzo è troppo alto: «Con un miliardo pensavo di poter comperare tutto il campionato», ha scherzato. Però l’idea di investire nel calcio europeo ce l’ha. Ha preso il 20% dell’Atletico Madrid e alla Bbc ha confermato di volere un club tutto suo, inglese o italiano.L’idea di investire nel pallone forse non gli è venuta solo perché è tifoso. Il presidente Xi Jinping ha ordinato una grande rivoluzione nel football cinese, con l’obiettivo di costruire una nazionale di livello mondiale: gente come Wang ha l’incarico di stringere alleanze con i campionati europei, per acquisirne il know how. Comandare gli piace: i portieri della sua Wanda a Pechino hanno l’ordine di segnalare gli impiegati che non indossano giacca scura, camicia chiara e cravatta e le impiegate che non hanno la gonna sotto il ginocchio. Per ogni infrazione 100 yuan.