Carlo Antini, Il Tempo 24/3/2015, 24 marzo 2015
TUTTI I RUGGITI DELL’ULTIMA DIVA
Forse è l’unica cantante italiana che non ha nulla da temere dal confronto con le grandi interpreti internazionali. Di tutti i tempi. Mina è già entrata nella leggenda. Per la sua voce fuori dal comune, per il suo fascino, per l’ostracismo che dovette subire negli anni Sessanta, per la sua simpatia e per il crescente mistero che l’ha avvolta dal giorno dell’addio alle scene. Voce da soprano e personalità eclettica, due macai in copertina, oltre 1500 brani interpretati e 150 milioni di dischi venduti nonostante l’addio nel 1978. Un successo dopo l’altro, Mina domani compirà 75 anni di cui 37 passati «lontano dalla pazza folla». Alla sua vita e alla sua arte è stato appena dedicato il libro di Roberta Maresci intitolato «Donne nel mito - Mina», edito da Gremese.
La tigre di Cremona (come la soprannominò Natalia Aspesi negli anni Sessanta) ha inanellato una serie di successi a partire da «Tintarella di luna» del 1960. Scritto da Franco Migliacci e Bruno De Filippi, il brano scalò le classifiche in Italia e all’estero, diventando il simbolo di un’epoca. Nello stesso anno Mina partecipò al Festival di Sanremo classificandosi al terzo posto con «È vero». Nonostante non abbia trionfato, il brano ottenne comunque successo, tanto da costringere la Italdisc a pubblicare tre nuovi 45 giri al mese.
La carriera era ormai lanciata. «Il cielo in una stanza», scritto da Gino Paoli nel 1960, conquistò le classifiche internazionali vendendo nel tempo 2 milioni di copie. Nel ’61 Mina si ripresentò a Sanremo con «Mille Bolle Blu» ma venne stroncata dal pubblico. Un brutto colpo tanto da farle annunciare in lacrime che non avrebbe più partecipato più a gare canore.
Non solo musica ma anche tanta tv. Indimenticabili gli anni di «Studio uno» e «Sabato sera», durante i quali Mina propose brani del suo repertorio, duettando e proponendo centinaia di sketch rimasti nella storia del piccolo schermo. Durante «Studio Uno» Mina lanciò alcune tra le sue hit più importanti come «Sono qui per te», «Se telefonando», «Ta-ra-ta-tà». Nel settembre del 1966, la cantante lanciò un altro dei suoi classici «Sono come tu mi vuoi» e «Mi sei scoppiato dentro al cuore».
Mina ha fatto epoca non solo con la sua voce. Fu la prima artista in Italia a indossare la minigonna in tv e nei concerti. Tuttavia nel 1972 Mina annunciò il suo ritiro dal piccolo schermo che sarebbe avvenuto solo dopo «Milleluci» del 1974, uno spettacolo che la vide accanto a Raffaella Carrà. Poco tempo prima della trasmissione, Mina aveva dichiarato in un’intervista: «Sono stata molto male, dopo Milleluci non canterò più». Infatti è sua la sigla finale «Non gioco più», nel cui testo sembra esserci un presagio al suo imminente ritiro. L’addio televisivo avvenne in grande stile. In molti, infatti, ritengono questo programma l’ultimo grande show della televisione italiana.
Poi la cantante restò sulla scena musicale fino al 1978 quando, in occasione di una serie di concerti al Bussoladomani in Versilia, annunciò l’addio definitivo anche al palcoscenico: era il 23 agosto. Si ritirò a vita privata, scegliendo di non far apparire più in pubblico la sua immagine. Il suo percorso professionale proseguì, da quel momento, quasi esclusivamente attraverso il manifestarsi della sua voce. La cantante continuò a incidere dischi con cadenza annuale, a condurre programmi radiofonici, a collaborare con alcune riviste e quotidiani in qualità di opinionista e a prestare la sua voce in alcuni spot pubblicitari.
Nonostante il ritiro dalle scene, tra gli anni ’80 e 2000 continuò a sfornare album di grande successo come «Mina live 78» (1978), «Attila» (1979), «Mina 25» (1983), «Mina canta i Beatles» (1993), «Mina Celentano» (1998), fino ai più recenti «Christmas song book» (2013) e «Selfie» (2014). Numerose anche le collaborazioni musicali, da Battisti a Celentano, passando per Giorgio Gaber. Nonostante l’estrema riservatezza e il ritiro a Lugano dal 1966, Mina non ha mai abbandonato la scena artistica. Anzi negli anni il suo carisma, unito alla sua allure misteriosa, hanno fatto di lei un vero mito, una delle colonne portanti della canzone italiana di tutti i tempi.
Domani, 25 marzo, la tigre di Cremona compirà 75 anni «grandi grandi grandi» come solo una vera icona della musica. L’ultima vera diva, una voce che non è stata scalfita dal tempo ma che ancora oggi è calda, ruggente. Come solo quella di una tigre può essere.