Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 24 Martedì calendario

PAROLE DEL PAPA

Come Machiavelli
Caro Romano, le parole, di fattura poco elegante, usate dal Papa a Napoli, come, per esempio, «spuzza», mi sembrano simili a quelle di certi scrittori e scrittrici esordienti, che cercano di farsi strada col turpiloquio (sempre di volgarità si tratta). Il Foscolo nei «Sepolcri» fa cenno al «profano piede del volgo», ma un Papa forse dovrebbe distinguersi dal volgo, non perché il volgo non nasconda autentici valori, ma piuttosto perché spesso finisce col venire screditato dal suo stesso linguaggio.
Piero Campomenosi
pierocampomenosi@libero.it
Non era uno scrittore esordiente Nicolò Machiavelli quando, nel XXVI capitolo del Principe , esortò Lorenzo de’ Medici a riscattare l’Italia dallo Stato servile in cui era caduta. Il popolo avrebbe risposto all’appello — disse — perché «ad ognuno puzza questo barbaro dominio».