Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 16/02/2015, 16 febbraio 2015
I FIORI E LE PIANTE CITATE NELLA BIBBIA
Ci sono i gigli di campo, così splendidi che «neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro». C’è il roveto da cui Dio apparve a Mosè «che ardeva per il fuoco, ma non si consumava». Il cipresso con cui Noè costruì l’arca per salvarsi dal diluvio. Ci sono, nel giardino dell’Eden, l’albero della vita e quello della conoscenza del bene e del male. Il numero delle piante citate nella Bibbia oscilla da 128 a 206, a seconda dell’interpretazione degli studiosi, che continuano a trovarsi di fronte alla difficoltà di una identificazione sicura delle specie. Il numero è comunque impressionante, se si considera che le specie vegetali conosciute all’inizio dell’era cristiana nei territori dove si svolgono le vicende del Vecchio e Nuovo Testamento erano non più di 450-500. Libri scientifici su queste piante esistevano da tempo in vari paesi stranieri. In Italia un volume dedicato a «Le piante nella Bibbia» esce ora per la prima volta, pubblicato da Gangemi, grazie a tre studiosi romani: la botanica Maria Grilli Caiola, l’etnobiologo Paolo Maria Guarrera, l’aerobiologo Alessandro Travaglini. A differenza di molti testi stranieri, che elencano tutte le specie in ordine alfabetico, gli autori romani hanno scelto di riunirle in dieci gruppi in base al loro significato nei testi sacri. Le citazioni più frequenti risultano quelle delle piante alimentari, dal grano alla vite, dal melograno alla palma da dattero, dal fico all’ulivo, dalle lenticchie allo zafferano. Ci sono le piante aromatiche usate per profumi e cosmetici, dall’incenso all’aloe, dalla mirra all’hennè. Quelle terapeutiche, come la mandragora, il ricino, l’assenzio. Ci sono i fiori di campo, come i ranuncoli e i tulipani; le piante spinose, come cardi e i rovi; le tessili, come il lino e il cotone; gli alberi usati per il legname come il sandalo e il cedro del Libano. Si discute sulla pianta che compose la corona di spine messa sul capo di Gesù al momento della condanna: ranno-spina santa, o spinaporci, o spina di Cristo’ Si ricordano le piantagioni di robbia dalle cui radici si ricavava il rosso per tingere i tessuti. Come è scritto nel libro di Isaia: «Chi è costui che viene da Edom, da Borsa con le vesti tinte di rosso, splendido nelle sue vesti, che avanza nella pienezza della sua forza’». La qualità più apprezzata di robbia era quella che cresceva intorno a Roma, come ricorda Plinio, precisando che procurava molti guadagni.
Lauretta Colonnelli