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 2015  gennaio 02 Venerdì calendario

DIOCLEZIANO, I VENT’ANNI DELL’IMPERATORE

Quando le sue imponenti Terme furono inaugurate, Diocleziano aveva già abdicato da un anno, con un gesto che ha impressionato gli storici antichi e moderni. Il 1° maggio del 305 l’imperatore, commosso, si tolse la veste di porpora e la mise addosso al nuovo Cesare Massimino. E a quel punto, secondo lo storico cristiano Lattanzio, Diocleziano «di nuovo divenne Diocles», cioè un privato cittadino. Si ritirò in Dalmazia, nella terra dove era nato, e vi costruì, affacciato sul mare, un palazzo-fortezza che nel medioevo divenne Spalato. Questo palazzo e le terme di Roma sono i due grandi monumenti che ricordano l’imperatore di umili origini, arrivato al potere dopo una carriera di soldato, ma la cui vicenda è difficile da ricostruire. Ci prova ora Umberto Roberto, in un volume intitolato «Diocleziano», appena pubblicato da Salerno. Roberto, che è storico preciso e affidabile, dedica un terzo del libro alle note, alla cronologia, alla bibliografia. Ma è capace di raccontare con scioltezza, anche ai lettori più sprovveduti, l’avventura di un uomo che in vent’anni di regno affrontò sanguinose battaglie e continui viaggi per gli immensi spazi dell’impero, al fine di riportarvi la pace. E che al momento dell’abdicazione poté affermare di aver «faticato con grande sudore». Per chi andrà a visitare i monumentali spazi dell’Aula VIII e dell’imponente piscina alle Terme di Diocleziano, aperti in questi giorni al pubblico dopo lunghi restauri, il volume rappresenta uno strumento in più per conoscere la storia di un uomo di cui le fonti antiche hanno parlato poco e quasi sempre in modo indiretto, «spesso influenzate da pregiudizi e imprecisioni», come fa notare Roberto. Si sa che Diocleziano aspirò a un mondo prospero e in pace per i suoi sudditi, che per conservarlo studiò un elaborato programma di riforme e scelse come strumento il rispetto della religione e della trazione degli antichi. Fu spietato verso coloro che, pur vivendo all’interno dei confini, minacciavano la religione dei padri, come i manichei e i cristiani. Contro questi ultimi avviò la più violenta campagna di persecuzioni, durata dal 24 febbraio 303 all’aprile del 311. Poi arrivò Costantino e cambiò la Storia. Diocleziano fece in tempo a coniare le monete d’oro con la scritta «Gaudete Romani», che distribuì al popolo il 20 novembre 303, per celebrare i vent’anni di regno. E al popolo lasciò in regalo le sue Terme, le più imponenti del mondo romano, che si estendevano per tredici ettari nella zona dove oggi sorgono piazza Esedra e la stazione Termini.
Lauretta Colonnelli