Sebastiano Vassalli, Corriere della Sera 23/3/2015, 23 marzo 2015
LEGGEREZZA E LIQUIDITA’, SIAMO VITTIME DI CALVINO
Le non molte persone che incontro, da qualche settimana a questa parte mi pongono tutte la stessa domanda: cosa penso del possibile acquisto di Rizzoli da parte di Mondadori, e che cosa penso degli autori che si sono dichiarati contrari? Alla prima domanda non rispondo; degli autori dico che credono di appartenere a un’epoca che non c’è più, quando le case editrici erano di chi pubblicava (e viceversa). Dico che sono come quel personaggio dell’Ariosto che «del colpo non accorto/ credeva di pugnare ed era morto». Gli autori di oggi sono tutti intercambiabili e sono tutti «liquidi», cioè non si identificano con niente: e il loro profeta è stato quell’Italo Calvino che quarant’anni fa credevo di conoscere e non pensavo di arrivare a odiare. Diavolo d’un uomo! Aveva capito tutto e ha previsto tutto. Ha ucciso l’autore irridendolo in cento modi diversi (in Se una notte d’inverno un viaggiatore). Poi ha ucciso la casa editrice di cui lui stesso era il simbolo, abbandonandola per ragioni economiche. (Ma le ragioni andavano cercate nell’edipico e lo dimostrano le cifre di allora, molto modeste rispetto a quelle dei «liquidi» di successo di oggi). Infine, ci ha spalancato gli orizzonti della liquidità con quelle Lezioni americane che io considero il peggio delle sua opera e che sarebbero diventate la marcia trionfale della nuova epoca in virtù della «leggerezza» (liquidità non si usava ancora), che per qualche anno è entrata in ogni discorso come un tormentone. Le nozze Mondadori-Rizzoli erano già nell’aria: a che giova essere o pro o contro?