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 2015  marzo 21 Sabato calendario

LE VITTIME DELLE MAFIE SONO 900

«La verità illumina la giustizia»: don Luigi Ciotti ha scelto questo titolo per la Ventesima giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie: oggi Bologna sarà invasa dai sostenitori di Libera, l’associazione creata dal settantenne sacerdote (presbitero) fondatore, dapprima, del gruppo Abele, per l’aiuto ai tossicodipendenti, poi di Libera, contro i soprusi delle mafie.
Arriveranno pullman da tutt’Italia, da mesi la galassia di don Ciotti è mobilitata per quello che è anche un compleanno: i 20 anni di Libera.
Un corteo (aperto dai familiari delle vittime delle mafie) attraverserà Bologna, poi i discorsi dal palco in piazza VIII Agosto (saranno anche letti i nomi di più di 900 vittime di mafia, insieme a quelli delle persone morte nelle stragi del 2 Agosto e di Ustica, di cui quest’anno ricade il 35esimo anniversario), i seminari, gli spettacoli, la «Taverna cento passi» per degustare i prodotti realizzati sui terreni confiscati alle mafie col marchio Libera Terra. Sono attese oltre 150 mila persone.
Dice don Ciotti: «I beni confiscati alle mafie a gennaio 2015 sono 16.181, in tre anni sono aumentati di 5 mila unità. Di questi beni confiscati, 7.155 sono destinati per finalità sociali, ma restano ancora 8.713 beni da destinare. Il prossimo 25 marzo il consiglio direttivo dell’agenzia prevede la destinazione mirata di 1.400 beni, di cui 450 saranno dati ad associazioni e cooperative. Ora l’agenzia deve essere messa nelle condizioni di lavorare meglio, diamo un’accelerata. Se questo intervento che noi auspichiamo ci fosse, nel giro di poco secondo stime affidabili avremmo 55 mila beni a disposizione». Papa Francesco ha annunciato un messaggio, il suo feeling con don Ciotti è forte. Anche il «partitone», come chiamano a Bologna il Pd, s’è mobilitato ma l’entusiasmo col tempo è calato: l’adesione di don Ciotti alla Coalizione sociale di Maurizio Landini (anche se poi don Ciotti, personalmente, si è ritirato) non è stata digerita, poi ci sono stati i duri j’accuse di Libera verso le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’Emilia governata dal Pd, infine il sacerdote ha abbracciato il reddito di cittadinanza proposto dai 5 stelle e bocciato dal responsabile economico pidiessino, Filippo Taddei.
«Abbiamo inviato – dice don Ciotti – il resoconto di Contromafie, dove proponevamo il reddito di cittadinanza, a tutti i capigruppo di Camera e Senato. Gli unici che ci hanno risposto subito sono stati i 5 stelle». «Grillo sta proponendo di finanziare una spesa che diventerà corrente con una tassa straordinaria», risponde Taddei. «Non regge, salvo che non intenda rendere permanente una tassa patrimoniale. Ma in questo momento è rischioso evocare una patrimoniale perché, nel momento in cui chiediamo di investire in Italia anche agli stranieri, non c’è nulla che spaventi di più. In Italia mancano gli investimenti e se non recuperi quelli, il reddito minimo da solo non basta. È certo un elemento di giustizia, un argine alla povertà ma non fa ripartire il Paese».
Oggi la grande manifestazione di don Ciotti, che spiega: «L’accostamento tra verità e giustizia non è un binomio scontato nella storia d’Italia e per rilanciarne invece la necessaria Libera torna a chiamare a raccolta il suo popolo fatto di singoli, realtà, associazioni impegnate ogni giorno, spesso nel silenzio dei mass media, nel contrasto alle mafie e alla corruzione». E aggiunge: «La crisi economica non mette al sicuro le aziende dalle infiltrazioni mafiose. Anzi, proprio nei momenti di difficoltà e di caos, le cosche, che dispongono di risorse economiche molto ingenti, tentano con più forza di infiltrare l’economia legale. Specialmente quando è già macchiata da corruzione».
Ci sarà nel corteo Maurizio Landini? Don Ciotti non conferma: «Saremo migliaia e migliaia. E comunque Libera resta fuori dai giochi politici anche se appoggia chi è sensibile ai nostri temi e chi dice no ai compromessi in parlamento sulla corruzione, sennò le mafie ce le portiamo avanti per secoli. Ma questo non significa aderire a nessuna coalizione anche se con Fiom ed Emergency noi collaboriamo, Gino Strada, Maurizio Landini, Cecilia Strada sono da anni amici per cui nutro stima e affetto».
Don Ciotti non vuole fare polemiche ecclesiali ma è evidente che, con papa Francesco, ha guadagnato forza questo impegno sociale cattolico militante sui temi caldi della corruzione, delle mafie, dei reati ambientali, della povertà mentre la più istituzionale Comunione e liberazione fatica a tenere il passo, anche perché le vicende che hanno coinvolto dapprima Roberto Formigoni e ora Maurizio Lupi, i due politici di riferimento del movimento, sono cicatrici difficili da rimarginare.
Don Ciotti non fa sconti: «Mafia e corruzione sono due facce della stessa medaglia. Ci sono delle belle proposte per esempio sulla prescrizione, l’autoriciclaggio, il falso in bilancio, sia del governo che di altre forze, io chiedo solo una radicalità, una trasparenza, un meccanismo legislativo che veramente sia così forte, che non si presti a delle scappatoie. Abbiamo bisogno di una svolta e anche gli aspetti legislativi sono importanti».
Dopo l’accusa di estorsione al presidente della Camera di commercio di Palermo, che militava nel fronte antimafia, si è aperto un dibattito su chi predica bene e razzola male». Mi pare di cogliere – risponde don Ciotti – e poi non sono in grado di dire assolutamente altro, che fra pochi giorni avremo altre belle sorprese, che sono in arrivo, che ci fanno soffrire. Perché riguardano personaggi che si sono sempre riempiti la bocca di legalità, di antimafia».
Ma quanto alla vicenda del presidente della Camera di commercio di Palermo, afferma: «Non l’ho conosciuto o magari l’ho anche conosciuto a Palermo. So solo che ha un figlio portatore di handicap per un incidente. So che c’è molta sofferenza nella sua famiglia, credo, non lo so, che in quest’uomo, che si è sempre comportato, negli anni, in modo retto, sia subentrata una disperazione, una grande sofferenza, un dramma che l’ha travolto. Questo non giustifica, sia ben chiaro, un comportamento disonesto». L’ultima iniziativa di don Ciotti è Riparte il futuro, una campagna web contro la corruzione che ha già raccolto 850 mila adesioni e lancia appelli e petizioni.
L’ultimo SoS è sulla disoccupazione giovanile: «Un miliardo e mezzo di euro per la disoccupazione giovanile: i soldi ci sono, ce li dà l’Europa e anche il governo ha messo la sua parte. Ma questi soldi rischiano di diventare l’ennesimo spreco all’italiana – conclude don Ciotti –. Dobbiamo agire subito. I giovani non conoscono il programma e le opportunità che dovrebbe creare. Non solo: le iniziative che lo Stato e le Regioni stanno portando avanti non sono efficaci. Chiediamo al ministero e ai governatori di intervenire immediatamente».
Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 21/3/2015