Andrea Montanari, MilanoFinanza 21/3/2015, 21 marzo 2015
IL TETRIS DI VIA SOLFERINO
Come i mattoncini del famoso videogioco inventato in Russia nel 1984, così vanno lentamente incastrandosi i tasselli che andranno a comporre il prossimo cda di Rcs Mediagroup. Manca poco alla data di domenica 29 marzo, ultimo giorno utile per depositare le liste dei candidati, in vista dell’assemblea del 23 aprile.
E già entro mercoledì 25 o giovedì 26 si potrebbero conoscere i prescelti. Ancora però non è detta l’ultima parola. Perché se Mediobanca (al 6,2% di Rcs) è rimasta invece di uscire di scena come pareva dopo lo scioglimento anticipato del patto e la diluizione nel capitale (due anni fa dominava il patto con il 15%), e sta facendo da pivot nella ricerca di una convergenza di interessi, gli altri azionisti di peso stanno trattando. Non è un segreto che il presidente di Fca (18%), John Elkann, forte del sostegno del colosso Usa Invesco (8%), UnipolSai (4,6%) e Pirelli (4,43%) voglia fare l’asso pigliatutto assicurandosi presidente (l’attuale consigliere Luca Garavoglia, proprietario di Campari e per tre mandati consigliere del gruppo automobilistico), amministratore delegato (riconfermando Pietro Scott Jovane) e il direttore del Corriere della Sera (Mario Calabresi, responsabile de La Stampa). Ma a queste condizioni gli altri soci forti, da Diego Della Valle (al 7,32%), che però sta virando verso Elkann, a Intesa (4,1%) non ci stanno. Vogliono bilanciare i poteri nella lista che avrà 6 dei 9 posti nel board. Mentre per ora Urbano Cairo (3%) e la famiglia Rotelli (2,74%) farebbero corsa a parte. Anche se all’ultimo potrebbero aderire, lasciando i 3 posti disponibili ad Assogestioni. Così, per superare l’empasse l’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, ha avviato una serie di incontri per trovare una linea comune ed evitare lo scontro in assemblea. Anche perché non si è mai litigato nel fu salotto buono dell’editoria italiana.
Da qui la ricerca di figure super-partes, a partire dal presidente. Poltrona per la quale è in vantaggio Maurizio Costa (per 20 anni manager di quella Mondadori che sta per comprarsi Rcs Libri e numero 1 della Fieg), rispetto a Fulvio Conti (ex ad dell’Enel). Se vincerà Costa, sostenuto da Della Valle, si chiederanno per lui, subito dopo l’assemblea, deleghe vere sulla falsariga di quanto avvenuto in Telecom con il tandem Giuseppe Recchi-Marco Patuano, per non lasciare tutto nelle mani di Jovane, inviso ad alcuni azionisti. Certo, si dice, visto che è stato lui, Jovane, ad avviare la cessione della Libri e della partecipazione (il 44,5%) nel gruppo radiofonico Finelco, meglio fargli completare l’opera. Poi magari tra un anno si potrà fare un check-up e nel caso pensare a un rimpasto (circolano i nomi di Giorgio Valerio, Fabio Vaccarono e Claudio Calabi). Con Costa e Jovane nella lista di maggioranza dovrebbero figurare lo stesso Garavoglia, la manager Rcs (ex Flammarion) Teresa Cremisi e Marinella Soldi, gran capo di Discovery Italia e Sud Europa e già in cda Rcs Libri. Ma occhio agli innesti dell’ultima ora, per aver un cda totalmente nuovo e ottenere l’appoggio di Cairo e Rotelli. Il primo nome che ha fatto breccia è quello di Gerardo Braggiotti, fondatore di Banca Leonardo (Exor è tra i primi soci), che non è stato proposto da Fca e ha il gradimento di Tronchetti.
Il terzo tassello da incastrare è quello del direttore del quotidiano di via Solferino. Per il posto di de Bortoli la rosa è ristretta. Se Elkann, ma non Sergio Marchionne, vuole Calabresi, c’è chi punta sull’attuale condirettore Luciano Fontana, in un ipotetico tandem con Antonio Polito. L’outsider di lusso è Carlo Verdelli, già vicedirettore del CorSera, direttore di Sette e della Gazzetta dello Sport, che vanta il record di copie vendute (2 milioni) per un quotidiano italiano, nel giorno della vittoria dell’Italia ai Mondiali del 2006. E il calcio, in Rcs, è lo sport che accomuna tanti soci, da Fca a Mr Tod’s, a Cairo.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 21/3/2015