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 2015  marzo 21 Sabato calendario

QUELL’AUTO CORRE TROPPO?

I numeri sono impressionanti. Dalla data del debutto a Wall Street, il 13 ottobre 2014, il titolo Fca, che venerdì 20 marzo ha chiuso a 15,2 euro, ha guadagnato il 116,4%. Se invece si considera il solo 2015 l’azione del Lingotto ha messo insieme una performance altrettanto notevole con un rialzo del 58%.
Un rally non certo frequente in comparti maturi come quello automobilistico. Singolare è poi il fatto che questa corsa, che solo in settimana ha tirato un po’ il fiato, non si basa quasi per nulla sui dati industriali. Piuttosto è stata legata nelle prime fasi all’annuncio di operazioni straordinarie e nelle ultime settimane ai rumor di nuove fusioni con case concorrenti.
I numeri di vendita di nuove auto, infatti, non giustificano un rally così corposo rispetto ai 7 euro con cui il mercato aveva salutato il debutto del nuovo titolo Fca in ottobre. In questi mesi le immatricolazioni non hanno fatto segnare incrementi da capogiro. Le vendite hanno sì continuato a macinare numeri da record in Nordamerica e negli Stati Uniti in particolare (in cui tra l’altro il ritmo fisiologicamente sta declinando), hanno inoltre recuperato in Europa continente in cui si prevede il pareggio operativo nel 2015. Ma nel contempo hanno rallentato in Brasile, che ha rappresentato in molti anni un vera ancora di salvezza nel bilancio. Nemmeno il rally di borsa è giustificato dai dati di bilancio 2014 che si è chiuso con numeri tutto sommato in linea con il 2013, se si escludono le componenti non tipiche, e con obiettivi sul 2015 che non fanno intravedere una crescita organica tale da mettere le ali all’azione in borsa.
Il volo in borsa infatti, come numerosi investitori hanno appurato negli ultimi mesi, è in gran parte legata all’operazione di separazione di Ferrari da Fca annunciata alla fine di ottobre.
Con questa operazione chi deterrà un’azione Fca al momento della separazione della Rossa dal Lingotto, diventerà immediatamente socio di Ferrari prima che quest’ultima sarà quotata a Wall Street e su una borsa nel Vecchio continente. Questo annuncio ha fatto immediatamente volare il titolo sin da ottobre anche in virtù delle ipotesi su quanto possa valere la Rossa. I broker in vari report hanno sostenuto che il 100% delle scuderia potrebbe valere tra 5 e 10 miliardi, mentre Marchionne non ha mai nascosto ambizioni notevolmente più importanti. In novembre aveva fatto intendere che una valutazione congrua potesse aggirarsi nell’intorno dei 12 miliardi e nelle scorse settimane ha dichiarato che se il valore complessivo dell’ipo fosse soltanto di 7 miliardi l’operazione non si farebbe. Non a caso numerose indiscrezioni indicano che in casa Fca si punta a oltre 10 miliardi.
Sulla base rappresentata dalla certezza dell’ipo Ferrari, però, si è innestata successivamente una serie rialzista in borsa basata più rumor che su fatti. In particolare su possibili nuove operazioni straordinarie. Tra queste, sono state ipotizzate una separazione di Maserati sulla falsariga di quella Ferrari, oppure una fusione di Fca con un altra grande casa internazionale, oppure ancora un incremento della quota in Ferrari da offrire in ipo. Dall’originario 10% a un possibile 20%. Rumor che l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, si è ben guardato dal negare. Al contrario, secondo i detrattori del numero uno del Lingotto, Marchionne sarebbe stato abile a utilizzare questi rumor per far salire il corso del titolo buttando lì ogni tanto frasi che potessero suonare come conferme. Il risultato, però, è che nella sale operative qualcuno sta iniziando a chiedersi se conviene ancora investire sull’azione del Lingotto o se invece il titolo Fca abbia corso troppo. Quindi è meglio uscire dall’investimento
Non è un caso, infatti, che in settimana il titolo sia stato oggetto di realizzi chiudendo in territorio negativo tre sedute su cinque (evento che non capitava da tempo immemore). Non solo, ma bisogna notare inoltre come dopo un periodo quasi ininterrotto di report super positivi qualche banca di investimento ha suggerito un ripensamento. Equita in una nota ha ribadito il buy sul titolo spiegando che Fca resta il primo sovrappeso nel portafoglio in virtù di un potenziale su Ferrari, dell’appeal speculativo legato a aggregazioni di Fca e dell`attuale livello di cambi. Tuttavia il broker ha inoltre spiegato di ridurre il peso di Fca nel portafoglio osservando la recente forte performance nel 2015.
Sulla stessa linea Ubs che ha ridotto la raccomandazione da buy a neutral, anche se ha aumentato a 16,5 euro il prezzo obiettivo. La banca svizzera in un report ha spiegato che il potenziale di crescita del titolo si è ridotto dopo questa corsa in borsa spiegando che il corso del titolo è ora sempre più legato all’operazione di ipo di Ferrari che però oggigiorno presenta ancora numerose incognite nella sua interezza.
Luciano Mondellini, MilanoFinanza 21/3/2015