21 marzo 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - IL PAPA A NAPOLI
REPUBBLICA.IT
NAPOLI - "Cari napoletani, non lasciatevi rubare la speranza. Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini". E anche: "La vita a Napoli non è mai stata facile ma non è mai stata triste. E’ questa la vostra grande risorsa. Il cammino quotidiano in questa città produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta e a fare in modo che il male non abbia mai l’ultima parola. Vi auguro il meglio, andate avanti". La Campania accoglie le dieci ore della intensa visita pastorale di Papa Francesco che esordisce con queste parole prima davanti alla folla del quartiere Scampia - scelto non a caso come prima tappa del suo giro - e poi a Napoli in una piazza del Plebiscito gremita. Discorsi in cui torna a condannare lo sfruttamento della persona e in cui ripete più volte: "La mancanza di lavoro ci ruba la dignità. E senza lavoro ciascuno di noi può scivolare verso la corruzione".
LO SPECIALE Il Papa a Napoli
"Una società corrotta ’spuzzà - incalza - non è cristiano chi si lascia corrompere. Tutti abbiamo la possibilità di essere corrotti, è uno scivolare verso lo sfruttamento. Quanta corruzione c’è nel mondo", è il grido di dolore lanciato dal Papa a cui segue il monito: "Andiamo avanti nella pulizia perché non ci sia la ’spuzzà della corruzione nella vostra città. San Gennaro interceda per voi". Parole durissime che costituiranno l’ossatura del tour de force condotto nelle periferie all’ombra del Vesuvio, tra gli ammalati, i detenuti e la gente della città capoluogo: i giovani, le famiglie, il clero, ma anche i disabili e i bisognosi.
Immigrazione. In più passaggi, Bergolio sceglie di toccare il tema degli immigrati che chiedono di essere riconosciuti come figli di Dio: "Ma è necessario arrivare a questo?", chiede ancora dinanzi ai fedeli di Scampia, in risposta a una donna immigrata che aveva introdotto l’incontro. "I migranti - prosegue - sono cittadini di seconda classe? Dobbiamo far sentire loro che sono cittadini come noi, figli di Dio, migranti come noi, perché siamo tutti migranti, nessuno di noi ha dimora fissa in questa terra e tutti dobbiamo andare a trovare Dio, uno prima e l’altro dopo o come diceva quell’anziano vecchietto furbo, andate voi, io vado per l’ultimo: tutti dobbiamo andarci". Nel rione stamani era presente anche una delegazione dell’Arcigay Campania che ha poi commentato: "È stata una breccia nella via del dialogo".
Speranza. "Oggi comincia la primavera - dice Bergoglio in piazza durante l’omelia - e la primavera è tempo di speranza. Ed è tempo di riscatto per Napoli: questo è il mio augurio e la mia preghiera per una città che ha in sé tante potenzialità spirituali, culturali e umane, e soprattutto tanta capacità di amare. Le autorità, le istituzioni, le varie realtà sociali e i cittadini, tutti insieme e concordi, possono costruire un futuro migliore. E il futuro di Napoli non è ripiegarsi rassegnata su sé stessa, ma aprirsi con fiducia al mondo. Questa città può trovare nella misericordia di Cristo, che fa nuove tutte le cose, la forza per andare avanti con speranza, la forza per tante esistenze, tante famiglie e comunità. Sperare è già resistere al male. Sperare è guardare il mondo con lo sguardo e con il cuore di Dio. Sperare è scommettere sulla misericordia di Dio, che è Padre e perdona sempre e perdona tutto".
L’appello ai criminali. A seguire, l’appello più struggente: "Ai criminali e a tutti i loro complici la Chiesa ripete: convertitevi all’amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio! Con la grazia di Dio, che perdona tutto, è possibile ritornare a una vita onesta. Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli, mescolate con quelle di Maria, la Madre celeste invocata a Piedigrotta e in tante chiese di Napoli. Queste lacrime sciolgano la durezza dei cuori e riconducano tutti sulla via del bene".
Spirito di povertà e terrorismo delle chiacchiere. Parlando, poi, nel Duomo, Francesco ha sottolineato che a guidare gli uomini di chiesa deve essere lo "spirito di povertà". Il pontefice ha invitato i religiosi a non essere "attaccati al denaro". Ma Bergoglio, sempre rivolto ai religiosi, li ha anche messi in guardia dal "terrorismo delle chiacchiere" perché "chi chiacchiera è un terrorista che butta una bomba, distrugge e lui è fuori. Almeno se facesse il kamikaze". "Le chiacchiere - ha aggiunto - distruggono. Delle differenze si parla in faccia".
L’itinerario. Già alle 9 di stamani il Pontefice ha lasciato il santuario della Beata Vergine del Rosario decollando a bordo dell’elicottero che lo aveva portato a Pompei pochi minuti prima delle 8. A salutarlo, così come all’arrivo, il sindaco Nando Uliano e l’arcivescovo Tommaso Caputo, delegato pontificio. Bergoglio arriva poi a Scampia, seconda tappa del suo tour pastorale, dove partono i selfie e gli abbracci soprattutto con giovani e bambini. Tanta l’emozione tra i fedeli, soprattutto quelli che sono riusciti ad avvicinarsi di più a lui.
Il Papa a Napoli, il fotoracconto
A Pompei il Pontefice ha pregato davanti al quadro della Beata Vergine del Santo Rosario, nel santuario fondato dal beato Bartolo Longo. Alla folla che lo ha salutato davanti al santuario ha detto: "Grazie tante per questa calorosa accoglienza. Abbiamo pregato tutti la Madonna perché ci benedica tutti, voi, me, tutto il mondo. Ne abbiamo bisogno, perché la Madonna custodisca tante cose. Pregate per me". A seguire, si è congedato dicendo: "Arrivederci a presto".
Papa a Scampia, benedice in napoletano: "A Maronna v’accumpagne!"
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Al suo arrivo in elicottero nel campo sportivo comunale di Scampia, il Papa è stato accolto dall’arcivescovo di Napoli, cardinal Crescenzio Sepe (su cui Bergoglio ha scherzato durante il suo discorso dicendo "mi ha minacciato se non fossi venuto a Napoli"), dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco della città, Luigi De Magistris. In auto, Bergoglio raggiunge piazza Giovanni Paolo II dove incontra la popolazione del rione Scampia e diverse categorie sociali in rappresentanza del mondo della cultura, della legalità, dei professionisti, del mondo del lavoro, degli emarginati e dei migranti. L’incontro si apre con l’indirizzo di saluto del cardinal Sepe, quindi il sindaco consegna al Papa le chiavi della città. Prendono poi la parola un immigrato della comunità delle Filippine; un lavoratore e il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Antonio Bonaiuti.
Lasciata Scampia, Papa Francesco arriva in piazza del Plebiscito a Napoli, accolto dagli applausi della folla in festa, dai cori, dalle bandiere e dalla commozione: qui la celebrazione della messa. Terminata la cerimonia eucaristica, il Pontefice ha raggiunto il carcere di Poggioreale per pranzare con i detenuti. Tra i commensali del Pontefice anche dieci transessuali. Al suo arrivo nella Casa Circondariale "Giuseppe Salvia" il Papa è stato accolto dal direttore, Antonio Fullone, dal comandante, Gaetano Diglio, e dal cappellano, don Franco Esposito. Lungo il corridoio che conduce alla cappella, ha salutato rappresentanti della Direzione, della Polizia Penitenziaria e dei dipendenti della Casa Circondariale. Sul piazzale antistante la chiesa, ha quindi salutato i detenuti. Infine il pranzo in chiesa con una rappresentanza di carcerati. "I carcerati troppo spesso sono tenuti in condizioni indegne della persona umana, e dopo non riescono a reinserirsi nella società", ha denunciato il Pontefice.
Pranzo con i detenuti. Il pranzo, preparato dai carcerati che lavorano presso le cucine dell’istituto, aveva questo menù: maccheroni al forno, arrosto con patate e ricco buffet di dolci napoletani. La tavolata che ospita il banchetto è stata allestita all’interno della chiesa dell’istituto penitenziario e sono 90 i reclusi scelti per il pranzo. Tra questi anche dieci persone ospitate nel reparto riservato a transessuali, omosessuali e malati di hiv. Il papa era al centro di una tavolata di 12 detenuti e aveva vicino un detenuto argentino e di fronte il provveditore delle carceri.
REP DEL 18 MARZO
Numeri da grande evento quelli che caratterizzeranno la visita di Papa Francesco sabato a Napoli, dove ad attenderlo saranno, secondo le previsioni, più di tre milioni di fedeli.
Per loro la macchina organizzativa, al lavoro da mesi, metterà in campo 1.500 volontari, tutti reclutati attraverso i social network, che avranno il compito di assistere i pellegrini.
Verranno distribuite centomila bandierine, 10 mila cappelli, 10 mila foulard e, sperando che non servano, 10 mantelline antipioggia mentre in città da giorni 15 mila poster e 300 banner posti all’ingresso delle parrocchie annunciano la venuta del Papa. Migliaia i libretti per la messa, biglietti di invito, badge ed i permessi stampati per i vari appuntamenti come tante, 50mila, le bottiglie d’acqua messe a disposizione dei fedeli.
Alle 9 di sabato l’atterraggio del Santo Padre a Scampia verrà annunciato dal suono delle centinaia di campane delle chiese di tutta la diocesi mentre, rimanendo in chiave musicale, saranno 1.500 i cantanti per il coro della messa in Piazza del Plebiscito e 100 i ragazzi della pastorale giovanile che si esibiranno per Papa Francesco in via Caracciolo.
Nell’elenco delle cifre a tre zeri spicca un piccolo ma importante numero, il 68. Sono le suore di clausura che, grazie ad un permesso speciale del cardinale Crescenzio Sepe, potranno uscire dai loro conventi per incontrare personalmente il Papa durante la sua visita al duomo.
MARCO DEMARCO QUALCHE GIORNO FA
Marco Demarco per il “Corriere della Sera”
Vuoi vedere che questa volta San Gennaro farà il miracolo? L’auspicio, che nessuno potrebbe correttamente formulare, tanto più un uomo di Chiesa, visto che un miracolo su commissione suonerebbe male, quasi una contraddizione in termini, è nascosto tra le righe di un libro appena stampato. A parlare nel testo (Lettere a Francesco, Guida editore) è cardinale Crescenzio Sepe l’occasione è data dall’arrivo del Papa a Napoli, sabato prossimo.
TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO
Quell’auspicio spunta a pagina 24, dopo preoccupate riflessioni su Napoli, città «di parole più che di fatti», dove promesse e impegni «vengono triturati come polvere». Mentre la città vive in religiosa attesa la vigilia, si ricostruisce dunque un episodio che avvenne il 21 maggio del 2007. Quel giorno, un altro papa in visita a Napoli, Benedetto XVI, entrò nella Cappella del tesoro di San Gennaro.
Il Cardinale Sepe, che I segnali Il prodigio avviene in date prefissate, tre volte l’anno. Le parole del Cardinale Sepe testimone di quella visita «quasi privata», ne ricorda alcuni momenti con Massimo Milone, responsabile di Rai Vaticano, curatore del libro in questione, che tra l’altro raccoglie testimonianze di napoletani illustri come Mirella Barracco, Giuseppe Galasso, Marco Salvatore e Aurelio de Laurentis.
AMPOLLA CON IL SANGUE DI SAN GENNARO
Otto anni fa, Ratzinger, il Papa che più di ogni altro ha cercato di tenere insieme fede ragione, entra nel Duomo, avvicina al sangue del santo patrono e martire, si inginocchia davanti alla teca e, in preghiera, la bacia. «Un bacio dato con la mente e con il cuore», racconta Sepe, che in quel gesto di venerazione vede un omaggio all’intero popolo di Napoli. «Sembrava quasi che il Papa non volesse più staccarsi dalla reliquia», insiste commosso Cardinale. «Tuttavia — aggiunge subito dopo — il prodigio della liquefazione del sangue non avvenne».
LUIGI DE MAGISTRIS BACIA L AMPOLLA CON IL SANGUE DI SAN GENNARO LUIGI DE MAGISTRIS BACIA L AMPOLLA CON IL SANGUE DI SAN GENNARO
Ed ecco punto. Attenzione. Tranne eccezioni, inciampi e dinieghi, come nel 1973, al tempo del colera e delle cozze infette, il sangue di San Gennaro si scioglie tre volte all’anno: alla vigilia della prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre. Ma nel caso di Ratzinger eravamo a fine maggio. Perché sottolineare con tanta enfasi che il prodigio non ci fu? Al contrario, farlo, e in modo così partecipato, non equivale a rivelare che c’era in realtà chi lo riteneva possibile?
IL SANGUE DI SAN GENNARO IL SANGUE DI SAN GENNARO
E se era lecito sperare allora, alla presenza di papa Ratzinger, perché non oggi, in occasione della visita di papa Francesco? Troppe deduzioni, si dirà. Ma la settimana scorsa il Corriere del Mezzogiorno ha titolato così un articolo di Carmine Festa: «La Curia spera che San Gennaro sciolga il sangue per Francesco». E nessuno se n’è lamentato. La questione è dunque posta.
E il Santo è ora di fronte a un bivio: miracolo o non miracolo? Si sa infatti che anche papa Francesco renderà omaggio a San Gennaro, si avvicinerà alla teca e la bacerà. Cosa succederà quel punto? Che ne sarà del sangue, conservato in una ampolla risalente al IV-V secolo e da sempre oggetto di culto, di rispetto laico, ma anche di attenzione polemica: al centro, cioè, di dispute infinite tra fedeli credenti e scientisti irriguardosi?
RATZINGER E CRESCENZIO SEPE RATZINGER E CRESCENZIO SEPE
Rimarrà aggrumato, denso, immobile, come è avvenuto in occasione della visita di Benedetto XVI, appunto, e in quelle precedenti (tre in anni diversi) di Giovanni Paolo II? O si scioglierà, come si racconta sia accaduto, in casi analoghi, solo due altre volte? Il primo di questi episodi, quello che da sempre fa più discutere, perché carico di valore storico e simbolico, è del gennaio del 1799.
Nella Napoli repubblicana di Mario Pagano e di donna Eleonora Pimmentel Fonseca, arrivano i francesi, e davanti al generale Jean Étienne Championnet avviene ciò che molti leggono addirittura come un atto di sottomissione del Santo: contro il calendario e contro le aspettative dei cattolici filoborbonici, il sangue si scioglie. Il secondo episodio è invece del novembre del 1848, quando in fuga dai moti rivoluzionari di Roma, Pio IX ripara a Napoli, ospite di Ferdinando II.
WOJTYLA GIOVANNI PAOLO II A NAPOLI WOJTYLA GIOVANNI PAOLO II A NAPOLI
Devoto e affranto, prima ancora di ritirarsi nella reggia di Portici, il Papa cerca conforto in San Gennaro. Dell’avvenuto scioglimento del sangue anche in questa occasione non vi è traccia nei documenti ufficiali. Ma se ne parla da sempre, e nessuno nutre dubbi in proposito. A conferma, c’è poi il dono lasciato dal Pio IX. Un dono assai prezioso: un calice d’oro massiccio che costituisce una delle dieci meraviglie del Tesoro di San Gennaro, a sua volta tra i più ricchi del mondo.
È a questo punto che torna l’incognita su sabato. Ci sarà o non la liquefazione del sangue? In altre parole, Bergoglio sarà accolto come Pio IX (e Championnet) o come Wojtyla e Ratzinger? La questione non è di poco conto, essendo la storia del miracolo (in realtà la Chiesa lo definisce un prodigio, cioè fenomeno non di esclusiva natura divina) da sempre molto legata a quella della città.
PAPA FRANCESCO BENEDICE UN BAMBINO DALLA PAPAMOBILE MENTRE SI FA SPAZIO TRA LA FOLLA DI PERSONE ACCORSE DA TUTTA LAMERICA LATINA
Ed essendo assai diffusa, ancora oggi, la credenza secondo cui dal prodigio possa dipendere in qualche modo il destino prossimo di Napoli. Nella fede e nella ragione, quella di sabato sarà una bella prova, perché in ogni caso c’è il rischio di far torto a qualcuno.
Ma alle strette, una via d’uscita già c’è. La suggerisce inconsapevolmente Aurelio de Laurentiis. Nella sua lettera, il presidente del Napoli ricorda che è stato proprio lui, Bergoglio, a dire una volta che «la vita è come una palla in un campo di gioco: bisogna prenderla dalla parte che viene». Insomma, non resta che aspettare, se ci sarà, l’assist di San Gennaro.
DAGOSPIA
E’ una piazza del Plebiscito quasi completamente gremita quella che ha assistito alla celebrazione eucaristica di papa Francesco. Nella grande piazza, uno dei simboli di Napoli, sono stimate oltre 60.000 persone. Il Santo Padre ha celebrato la messa dall’altare allestito dinanzi alla basilica di San Francesco di Paola.
Durante l’omelia papa Francesco ha invitato più volte i fedeli a ripetere in coro con lui: "Gesù è il Signore". Poi, al termine del discorso, ha nuovamente salutato in napoletano. "Ca ’a Maronna v’accumpagne!".
"Cari napoletani, largo alla speranza, e non lasciatevi rubare la speranza! Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini".
Così il Papa nella messa in Piazza del Plebiscito. Non lasciate che la vostra gioventù sia sfruttata da questa gente", ha detto ancora il Papa.
"La corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto di questa bella città! Ai criminali e a tutti i loro complici Io umilmente oggi, come un fratello, ripeto: convertitevi all’amore e alla giustizia!".
CADAVERI DI SCAMPIA CADAVERI DI SCAMPIA
Così papa Francesco nell’omelia della messa in Piazza del Plebiscito, a Napoli. "Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio! Con la grazia di Dio, che perdona tutto, è possibile ritornare a una vita onesta", ha proseguito i Pontefice. "Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli - ha aggiunto -, mescolate con quelle di Maria, la Madre celeste invocata a Piedigrotta e in tante chiese di Napoli. Queste lacrime sciolgano la durezza dei cuori e riconducano tutti sulla via del bene".
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"Oggi comincia la primavera e la primavera è tempo di speranza. Ed è tempo di riscatto per Napoli: questo è il mio augurio e la mia preghiera per una città che ha in sé tante potenzialità spirituali, culturali e umane, e soprattutto tanta capacità di amare". Lo ha detto papa Francesco durante la messa in Piazza del Plebiscito. "Le autorità, le istituzioni, le varie realtà sociali e i cittadini, tutti insieme e concordi, possono costruire un futuro migliore", ha aggiunto.
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L’entusiasmo dei fedeli riuniti fin dalle prime ore del mattino sta accompagnando Papa Francesco che attraversa in papamobile Piazza del Plebiscito dove tra poco celebrerà la Santa Messa. Tanti sventolano le bandierine bianche e gialle. Il Papa si è soffermato per salutare alcuni bambini.
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"Il cardinale Sepe mi ha anche minacciato se non fossi venuto a Napoli". Lo ha detto sorridendo papa Francesco, scherzando sulle ’pressioni’ dell’arcivescovo per ottenere la visita, durante il suo discorso in piazza Giovanni Paolo II a Scampia.
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‘’La corruzione puzza, la società corrotta puzza e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza". Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso a Scampia. Riferendosi al passaggio sulla corruzione nell’intervento del presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Bonaiuti, il Papa ha detto ’a braccio’ che "Se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama questo? Si chiama corruzione e tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti. Nessuno di noi può dire ’io mai sarò corrotto’. No - ha proseguito -, è una tentazione, è uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza dei reati, verso la corruzione".
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"Quanta corruzione c’è nel mondo - ha aggiunto il Pontefice -: è una parola brutta, perché una cosa corrotta è una cosa sporca. Se noi troviamo un animale che è corrotto è brutto, ma puzza (il Papa ha usato il termine gergale ’spuzza’), la corruzione puzza e la società corrotta puzza, e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza". Al termine del discorso, Bergoglio ha anche invitato a "andare avanti nella pulizia della propria anima, nella pulizia della città, nella pulizia della società, perché non ci sia quella puzza della corruzione".
"Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! E’ questa la vostra grande risorsa: la gioia, l’allegria". Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso in piazza Giovanni Paolo II, nel quartiere napoletano di Scampia. "Il cammino quotidiano in questa città, con le sue difficoltà e i suoi disagi e talvolta le sue dure prove - ha proseguito -, produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l’ultima parola". "E’ la speranza, lo sapete bene, questo grande patrimonio, questa ’leva dell’anima’, tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie", ha aggiunto.
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"Chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza. Guadagna qualcosa ma ruba la speranza. La ruba a sé stesso e a tutti, a tanta gente onesta e laboriosa, alla buona fama della città, alla sua economia". Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso in pizza Giovanni Paolo II, a Scampia.
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Papa Francesco ha benedetto i fedeli, al termine del discorso tenuto nel quartiere napoletano di Scampia, con la frase in napoletano solitamente pronunciata dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe: "A Maronna v’accumpagne", ha detto papa Francesco e la folla ha salutato con un lungo applauso.
Una giovane immigrata delle Filippine, un lavoratore e il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Antonio Buonajuto, hanno rivolto tre brevi indirizzi di saluto al Papa giunto in piazza Giovanni Paolo II, nel quartiere napoletano di Scampia. ’’Il rispetto della legge - ha detto l’alto magistrato - è continuamente offeso dalla corruzione pubblica e privata’’. Il lavoratore, invece, ha lamentato la disperazione di quanti un lavoro non lo hanno mentre la giovane immigrata ha parlato della condizione difficile di quanti vengono da terre lontane.
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Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha consegnato a Papa Francesco le chiavi della città. In Piazza Giovanni Paolo II, cuore del quartiere di Scampia dove inizia la visita in città del Pontefice, il primo cittadino ha consegnato, insieme con le chiavi, una pergamena commemorativa della giornata.
NAPOLI ACIDO MURIATICO SU UN BAMBINO ROM NAPOLI ACIDO MURIATICO SU UN BAMBINO ROM
Card.Sepe, Napoli e napoletani Le piaceranno - ’’In questi due anni di Pontificato, Lei ha dimostrato di conoscere il linguaggio del cuore per parlare con la gente; è il linguaggio dei napoletani’’. E’ quanto ha detto l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, accogliendo a Napoli, nel quartiere napoletano di Scampia, papa Francesco. ’’Vedrà che Napoli le piacerà e, con essa, i napoletani’’, ha aggiunto ancora Sepe. ’’Ce lo dirà alla fine di questa intensa giornata, a via Caracciolo, nell’incontro con i giovani’’, ha detto sempre l’arcivescovo di Napoli. E dopo averla conosciuta - ha concluso fiducioso Sepe - "Le verrà il desiderio di tornare. Lo speriamo, perché le vogliamo bene e sentiamo che lei è uno di noi’’.
Caldoro,grande giornata per la Campania - "In attesa del Santo Padre. Una grande giornata per Napoli e la Campania. Preghiera e speranza". Lo scrive su Twitter il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che sta aspettando, l’arrivo di Papa Francesco a Scampia.