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 2015  marzo 20 Venerdì calendario

L’ALTRO GOERING


Talvolta il cognome crea il destino di una persona. È il caso di Albert Goering, una vita speculare alle trame luciferine dell’ingombrante fratello. L’esatto opposto, anche in termini di fattezze. Capelli e occhi scuri, così poco ariani, che fanno di lui un predestinato. Con l’ascesa del nazismo, utilizzerà quel suo cognome per salvare intere famiglie.
Uno Schindler misconosciuto, le cui gesta sono emerse dalla storia, grazie alla curiosità di un giovane australiano che, dopo un documentario sul mistero dei Goering, dedica il suo anno sabbatico alle ricerche sul caso.
Emerge un’esistenza scandita dalle decisioni parallele dei due fratelli. Albert si consacra alle notti gaudenti nei cabaret. Hermann alla carriera militare. Ma da lì a qualche anno, il nazismo traccia un solco indelebile in famiglia, soprattutto per carriera del primogenito, che in breve tempo diventa il vice di Hitler.
Albert si trasferisce in Austria. Ma l’ombra sinistra della svastica lo raggiunge anche lì. L’odio antisemita dilaga ovunque. Albert si rende protagonista di un episodio che lo segnala alla polizia politica: si oppone con successo a degli sgherri in divisa che stanno angariando delle donne ebree. Gli basta mostrare i documenti. Scopre che quel cognome fa paura, anche agli ufficiali importanti. Inizia a firmarsi semplicemente “Goering”. Procura soldi, documenti e vie di fuga. Finisce nelle liste nere della Gestapo. Un azzardo consumato nella consapevolezza di una certa ascendenza nei confronti del fratello. Va spesso nel suo ufficio a chiedere protezione per sé e le sue conoscenze e la ottiene. É un personaggio sempre più scomodo, nonostante quel cognome. Viene spedito nella Praga occupata. Diventa uno dei responsabili della Skoda, un buon pretesto per richiedere ai lager manovalanza da salvare. Alla fine del conflitto si consegna agli Alleati, confidando in una lista di persone che aveva aiutato. Ma non gli basta e viene estradato in Cecoslovacchia. Scampa al patibolo in extremis, solo per l’intervento degli operai della Skoda che lo scagionano.
Ritorna in Germania. Ma quel cognome ormai è una peste silenziosa. Gli impedisce di socializzare e trovare un lavoro. In quei giorni molti tedeschi ricorrono all’anagrafe per salvarsi dal passato. Ma lui rinuncia, per rispetto al padre che gli ha voluto bene. É l’inizio di un calvario tra depressione e alcolismo. Morì precocemente nell’isolamento più assoluto. Da qualche anno, lo Yed Yashem di Tel Aviv sta valutando di aggiungere il suo cognome nell’elenco dei Giusti.
Testo di Gianni Miraglia