Luciana Grosso, il Venerdì 20/3/2015, 20 marzo 2015
MORIE E FURTI DI API, UN ANNO AMARO PER CHI FA IL MIELE
«Mai male come quest’anno: per il miele il 2014 è stata la stagione peggiore di sempre, la raccolta è stata del 50 per cento inferiore a quella degli anni passati». A dirlo è Raffaele Cirone, presidente nazionale della Fai, la Federazione apicoltori italiani. Il suo settore si trova a fare i conti, nella quasi totale indifferenza della politica, con una crisi senza precedenti: «In Italia abbiamo un patrimonio di circa 60 miliardi di api per un totale di un milione 200 mila alveari. Ogni anno però, a causa del clima e delle malattie che, nel tempo, abbiamo importato dall’estero e che ancora non siamo riusciti a debellare, se ne perdono circa 300 mila. Solo in parte e solo con grande fatica e spesa vengono rimpiazzati, tanto che la stima dei danni in Italia a seguito della moria di api è di circa 50 milioni di euro all’anno».
«La nostra» dice Cirone «è la quarta apicoltura per numeri e volumi dell’intera Europa», ma sta attraversando una crisi senza precedenti, una specie di tempesta perfetta in cui si sono combinati la contrazione del mercato e dei consumi, il clima impazzito, le malattie esotiche che decimano gli insetti, e come se non bastasse, anche i furti. Le cifre?
«Centomila alveari all’anno, con un danno stimato di 25 milioni di euro» continua Cirone, senza contare la mancata produzione del miele e i costi per ripristinare l’allevamento di chi intende ricominciare. «Se le api muoiono, il mercato continua a chiederle» spiega ancora Cirone. «Solo che a volte lo fa con canali legali, altre con canali illegali, dando la stura al mercato nero e, di conseguenza, ai furti. Si tratta di un crimine particolarmente odioso. Certo, c’è il danno materiale per gli apicoltori onesti, ma la cosa che indigna di più è un’altra: non ci si può improvvisare ladri di arnie e api, occorre sapere come fare e come muoversi e avere conoscenze che solo altri apicoltori possono avere». Insomma, i colpevoli dei furti vanno cercati tra gente capace di muoversi come esperti «del settore». Un’arnia contiene dalle 15 alle 90 mila api e vale dai 200 ai 400 euro. Oltre al danno immediato, bisogna poi considerare quello per la mancata raccolta perché ciascun alveare produce in media 40 chili di miele, senza contare pappa reale, propoli e cera. E il fatto che i ladri di rado portano via solo un’arnia. A Treviso poco tempo fa ne sono state rubate una trentina per un totale di 10 mila euro.