Andrea Gaiardoni, il Venerdì 20/3/2015, 20 marzo 2015
L’ULTIMA TROVATA PER VENEZIA: PIAZZA SAN MARCO A NUMERO CHIUSO
VENEZIA. Chiudere piazza San Marco. Sbarrare gli accessi, ponendoli a una distanza tale da non consentire neanche uno sguardo a una delle meraviglie assolute di Venezia, la più vasta area urbana, l’unica a meritare il titolo di piazza e non di «campo». Entra soltanto chi paga. Un ticket, nemmeno particolarmente esoso. Ma moltiplicato per l’enormità di turisti che ogni anno invade Venezia (le stime più attendibili oscillano tra i 20 e i 25 milioni di visitatori l’anno) frutterebbe un tesoro di svariati milioni di euro, risorsa indispensabile per una città che quotidianamente lotta contro il degrado e l’incuria non solo per sopravvivere, ma per non scomparire.
La proposta è stata lanciata nei giorni scorsi durante un dibattito sul futuro del turismo in città promosso dall’associazione Venessia.com. E potrebbe finire sul tavolo del prossimo sindaco di Venezia (si voterà il 31 maggio). Il candidato alle primarie del Pd, Molina, si è detto «interessato», mentre il 5 Stelle Scano si è riservato il tempo di «approfondire la questione». Comunque, non una bocciatura.
Dunque numero chiuso e ingresso solo su prenotazione. Perché l’obiettivo sarebbe sì quello di fare cassa, ma soprattutto di limitare, addirittura scoraggiare il turismo giornaliero (pari al 70 per cento del totale), quello che arriva a Venezia, vede tutte le meraviglie a cielo aperto e se ne va, senza lasciare nulla all’indotto. Perché dal divieto d’accesso a San Marco sarebbero esclusi, oltre ai residenti, anche coloro che pernottano a Venezia, che quindi già pagano una tassa di soggiorno, e chi acquista un biglietto d’ingresso per i musei.
Tutti d’accordo, allora? Non proprio. La Soprintendenza preferisce evitare commenti ufficiali. Stesso, cortese, silenzio da parte dei Patriarcato di Venezia che ha proprio nella Basilica la sua sede. L’Associazione commercianti Piazza San Marco apre uno spiraglio, ma solo teorico: «Non sono d’accordo con l’idea dello sbarramento» commenta il presidente, Alberto Nardi, «ma è pur vero che prima o poi dovremo trovare un argine a questa invasione quotidiana, che peraltro è destinata ad aumentare. Venezia non può essere un parco a tema che apre la mattina e chiude la sera. Bisognerebbe governare gli accessi. E decongestionare la città dagli avvenimenti».
Un no secco arriva infine dall’Associazione gondolieri: «Proposta demenziale».