Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 20 Venerdì calendario

L’INVESTIMENTO MIGLIORE PER I PIÙ POVERI? SOTTO IL MATTONE


Il tanto atteso quantitative easing, la produzione di circa
mille miliardi di euro che la Banca centrale europea ha promesso di iniettare nell’economia di Eurolandia, sta avendo ripercussioni interessanti sul mercato finanziario. I grandi investitori abbandonano i titoli di Stato europei, il cui rendimento ormai è minimo e continuerà a scendere via via che la nuova massa monetaria entrerà nel sistema. Non c’è infatti formula peggiore per il mercato dei titoli di Stato del binomio tassi d’interesse vicini a zero e quantitative easing. Ma dove investono?
I grossi capitali europei migrano oltre oceano attratti dalle opportunità offerte dalla ripresa dell’economia americana (dal 2010 è cresciuta più del 2 per cento e nel 2015 dovrebbe arrivare al 2,9). Il rafforzamento del dollaro rispetto all’euro, poi, contribuisce a far gravitare i guadagni ottenuti in dollari. In aumento anche il numero di imprese europee che acquistano società americane. Il problema si pone per i piccoli e medi risparmiatori che hanno affidato i propri soldi alle banche. Un settore ben gettonato è quello delle obbligazioni delle multinazionali, la Coca-Cola ha appena collocato la più grande emissione in euro (8,5 miliardi) di un’impresa americana.
Infine c’è il mercato immobiliare, accessibile solo a chi possiede una certa liquidità. Secondo gli esperti quello europeo dovrebbe crescere grazie alla crescente domanda di chi abbandona il mercato obbligazionario, inclusi gli investitori istituzionali come i fondi pensione. Per i più poveri un modo per far fruttare i pochi risparmi c’è: cambiare gli euro in dollari, franchi svizzeri, corone danesi e così via e metterli sotto il mattone, che rimane il bene rifugio per antonomasia.