Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 20 Venerdì calendario

CRAC DOPPIO, CIAO CICHI

Due indizi non fanno una prova. Ma tre, quattro, sì. E quindi il divorzio delle Cichi, cioé del doppio numero 1 del mondo formato da Roberta Vinci e Sara Errani, il più vincente di sempre del nostro tennis donne, non è un fulmine a ciel sereno. Era nell’aria da settembre a New York, ed è esploso adesso, a Miami,come fra due innamorati, con una lettera consegnata al conoscente comune. Cioé la Wta, l’organizzazione che gestisce i tornei extra Slam e Fed Cup. Possibile che la coppia campione di 22 tornei, fra cui 5 Majors — l’ultimo l’anno scorso a Wimbledon chiudendo il cosidetto «Slam alla carriera» —, abbia litigato? Sì, è possibile. Anche se fratel Davide Errani, manager della finalista del Roland Garros 2012, nega: «In Sud America hanno cominciato a discutere l’eventualità di non giocare più il doppio insieme per programmare meglio gli impegni di singolare. A Indian Wells non avrebbero giocato insieme comunque, perché Roberta doveva recuperare dall’infortunio alla spalla. E a Miami hanno deciso, come sempre, in amicizia e serenità. Comunque, in Fed Cup ad aprile a Brindisi contro gli Usa, saranno a disposizione del capitano». Lasciando intuire che le Cichi abbiano voluto lasciare da numeri 1, prima di cedere lo scettro sul campo, nei tornei. Come sembrava imminente. E come magari sancirà Barazzutti, riformando, in azzurro, la coppia Pennetta-Vinci. Sulla carta, più forte.
LITIGI Peccato. Perché le due piccole-grandi lottatrici, che hanno espresso il massimo dal potenziale, arrivando l’una al numero 5 del mondo (Sara nel maggio 2013) e l’altra all’11 (Roberta il 10 giugno 2013), si sono trainate l’un l’altra, dal febbraio 2009, quando hanno varato la coppia in campo, in Fed Cup ad Orleans. La Vinci, più anziana di 5 anni e più tecnica, ha adottato la «Ferrer delle donne», affinandone la volée. La Errani ha inculcato all’amica sacrificio e abnegazione. Attingendo entrambe tattica e disciplina dagli ottimi coach Pablo Lozano e Francesco Cinà. Le meraviglie dell’una sono diventate l’obiettivo dell’altra, anche se Robertina non era poi felicissima di lasciar strada a Saretta nei quarti degli Us Open 2012 e, viceversa, la romagnola non è stata contenta di concedere alla tarantina la finale di Palermo 2013. Hanno litigato davvero a settembre, dopo la vittoria di Robi su Sara a Cincinnati? «Sciocchezze», anzi «cazzate», giurò la Vinci : «Forse qualcuno spera che questa nostra bellissima amicizia possa finire... Magari è invidioso». Con l’eco della Errani: «Un conto è dire che in campo è volata qualche parola, cosa normale, un altro è inventarsi liti nello spogliatoio».
OVERDOSE Qualcosa di sicuro ha incrinato l’idillio. Forse, dopo aver tirato tanto il collo sul doppio binario singolare-doppio in tanti tornei, è stato l’inevitabile calo di rendimento di entrambe, l’anno scorso. Pur compensato dal trionfo in doppio a Wimbledon, l’unico Slam che mancava, il più difficile, come superficie, per Sara, il più ambito da Roberta, l’italiana col miglior servizio-volée. Forse, come nelle amicizie e negli amori più accesi, sono andate in overdose di frequentazione. Forse la disfatta di Genova contro la Francia — la prima in azzurro della Vinci — è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In Australia, le due inseparabili hanno preso vie diverse, a Genova si sono allontanate, a Indian Wells si sono perse di vista: quando mai si erano allenate separatamente? E, quando non sono apparse nel tabellone di doppio hanno fatto talmente scalpore da meritarsi un tweet di Serena Williams. Hanno chiuso al n. 1 del mondo le ultime tre stagioni. Vivevano in simbiosi con allenatori e parenti, oasi felice, assolutamente diversa dagli altri clan più o meno improvvisati del tennis. Ieri il divorzio, via lettera. «Abbiamo investito moltissime energie, sia mentali che fisiche, per riuscire ad ottenere i risultati che abbiamo conquistato e di cui siamo molto orgogliose, per questo sentiamo la necessità di fermarci e tirare un po’ il fiato. E’ stato un onore per noi rappresentare insieme il nostro paese...». Grazie comunque, Cichi.