Francesco Velluzzi, La Gazzetta dello Sport 20/3/2015, 20 marzo 2015
«NON MI SENTO MAI TITOLARE»
Ora che la vita gli sorride viene fuori il vero animo di Francesco Benussi: «Non so se giocherò domenica con la Lazio, non mi sento titolare». Testa da precario, impegno da primo della classe. Primo ad arrivare, ultimo ad andar via. Gran protagonista nella vittoria col Napoli. Nella città, Verona, in cui le porte sono diventate scorrevoli (al Chievo Bardi ha perso posto e stagione a vantaggio di Bizzarri) e nell’anno in cui i Rafael soffrono (anche quello del Napoli è retrocesso a secondo di Andujar) questo trentatreenne veneziano, che a 18 anni sembrava un fenomeno, ha scalzato Rafael (contratto in scadenza nel giugno 2016) e sta per guadagnarsi il rinnovo (a lui scade a giugno). «Mandorlini non mi ha mai detto nulla. Solo qualcosa quando debuttai a Udine perché Rafael non stava bene».
A proposito: come sono i rapporti con Rafael?
«Normali. Lui non è un chiacchierone, ma abitiamo anche vicini. Sa che deve lavorare per riprendersi il posto».
Ma ora tocca a lei: che già ci restò male prima del Genoa...
«Un problema muscolare. Mi dovetti arrendere ma mi crollò il mondo addosso. Anzi un tir. Giocò Gollini che è bravo».
Lei ha avuto a Udine Scuffet e Meret, ora Gollini. Sono il futuro. Chi è il migliore?
«In Italia con i portieri siamo a posto per un po’. Gollini ha aggiunto anche l’esperienza inglese. Ha più coraggio nelle uscite alte, ha una mentalità più completa, è pronto».
Il più forte portiere che ha avuto accanto?
«Sirigu. Sabatini mi volle a Palermo per fargli da secondo e forse anche allenarlo. Un giorno, quando smetterò, a 40 anni, mi piacerebbe fare l’allenatore dei portieri. Mi piace molto. E poi ammiro il nostro avversario di domenica prossima. Marchetti. Abbiamo avuto un percorso simile, veniamo dalla C e siamo veneti entrambi».
Lei è stato in 11 squadre. A quali città è più affezionato?
«Lecce e Palermo. Anche perché in una è nata Camilla che ha 8 anni e nell’altra Carlotta che ne ha 3».
E sua moglie?
«Si chiama Laura, è di Mirano. Stiamo insieme da quando eravamo ragazzini. Lei ha studiato scienza della Moda e del Costume a Bologna. Poteva fare carriera, ma ha seguito sempre me, in tutti i trasferimenti».
E nei dolori: da Lecce 2008-2009 non faceva il protagonista in A. Non sentiva tanta fiducia.
«Da Udine siamo risaliti verso casa. Ora lei sta a Venezia. E io vado a trovarli. A Udine sono stato sfortunato perché ho avuto dei problemi al ginocchio e sono stato fuori cinque mesi. Quanto al fatto che da Lecce non facevo il titolare mi era stata appiccicata l’etichetta di secondo ed è difficile levarsela».
Ora si è rifatto con gli interessi. Gioca nel suo Veneto.
«A Verona ti senti giocatore tutte le domeniche. E’ una sensazione bellissima con una tifoseria incredibile».
A proposito: a maggio in Veneto si vota. Chi sceglie tra Zaia, Moretti e il sindaco di Verona, Tosi?
«Le dico solo questo: sono un moderato. Valorizzerei più il turismo. Io amo Jesolo».
Chiudiamo col calcio che è meglio: cosa pensa vedendo al campo gente come Toni e Di Natale?
«Che sono dei campioni e dei grandi uomini fuori. Ma a Toni che ha lo spirito da bambino, qualche tiro lo prendo, con Totò non mi divertivo neppure:la metteva sempre dove voleva».