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 2015  marzo 20 Venerdì calendario

ISLANDA

L’Islanda non entrerà nell’Unione europea e non adotterà l’euro. Reykjavik ha comunicato ufficialmente alla Lettonia, che presiede attualmente il Consiglio Ue per sei mesi, e alla Commissione di Bruxelles di aver ritirato la propria candidatura. «Esamineremo il fascicolo e ci vorrà tempo», ha dichiarato Federica Mogherini, vicepresidente della Commissione. Bruxelles non vede di buon occhio questo dietrofront dell’Islanda che rivela la perdita di potere di attrazione dell’istituzione comunitaria e della moneta unica. La decisione dell’Islanda non è una sorpresa e non è condivisa dalle forze di opposizione al governo di centrodestra: il 24 febbraio si è svolta una manifestazione di protesta davanti al parlamento islandese per chiedere un referendum sull’adesione all’Ue. A mettere in moto la pratica pro-Bruxelles era stato il governo di centro-sinistra nel 2009, ma l’attuale governo ha deciso a mettere fine alla procedura. La prospettiva che Atene possa uscire dall’euro, e l’impegno di un referendum nel Regno Unito su rimanere o uscire dall’Unione hanno rafforzato gli euroscettici. Un vento nazionalista soffia sul paese. La popolazione è focalizzata anche sulla questione delle quote-pesca e la «guerra del pesce» che oppone Bruxelles e Reykjavik. La presenza dell’Islanda nell’Associazione europea del libero scambio e dello spazio economico europeo le ha permesso di esportare i propri prodotti della pesca senza barriere tariffarie. Ma un conflitto si è configurato quando, nel 2010, l’Islanda ha deciso, contro il parere della Commissione, di elevare le proprie quote-pesca. Le pressioni di Bruxelles sul paese per indurlo a rivedere la propria politica ha facilitato il rifiuto del progetto di integrazione. Con un tasso di disoccupazione sceso al 3%, il turismo in pieno boom e una tassazione immobiliare efficace, il paese stima di non aver più bisogno dell’Europa. Si accontenterà di restare membro dello spazio Schengen.
Angelica Ratti, ItaliaOggi 20/3/2015