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 2015  marzo 20 Venerdì calendario

PERISCOPIO

Roma - La riunione di esperti del traffico che doveva svolgersi oggi in Campidoglio per risolvere i problemi del traffico, è stata rinviata perché gli esperti del traffico non sono arrivati in tempo a causa del traffico. Amurri & Verde, News. Mondadori. 1984.

«Non si chiede mai l’età a una donna...». Berlusconi: «Parole sante... parole sante!». Vignetta di Daria. Il Fatto.

Ho riflettuto sulle cause della balcanizzazione dell’Europa occidentale. Sul tema non ho le idee chiare. Tuttavia non bisogna dimenticare che i popoli balcanici sono gli eredi della dissoluzione dello stato bizantino. L’Europa occidentale non è forse la nuova Bisanzio? Emil Cioran, L’agonia dell’Occidente. Bietti.

Berlusconi diceva a un Matteo, quello del 40% alle europee, il castigatore della banda Casaleggio, lo stato islamico che viene da Albaro e da Bibbona: tu sei il leader, me ne fotto dei miei che mi spingono a fare di te la testa di turco delle nevrosi della sinistra, me ne impipo se mi danno del corrotto, del manovriero spregevole, sei l’interlocutore privilegiato delle riforme, punto. L’altro Matteo, quello che affannosamente specula cercando di portargli via i voti e l’onore, dice di Berlusconi che non è leader di alcunché, è il passato, un nonnetto inoffensivo, un ex leader senza speranza. La sua guardia pretoriana è una schiatta un po’ demenziale, ora anche il sindaco di Verona lo manda a cagare, e lui dice che vuole vincere in Toscana, poveretto, e mandare a casa Renzi, poveretto due volte. Guida una coorte di bari e baristi che puntano alla liretta mentre la moneta unica europea va alla parità con il dollaro e fa felici produttori ed esportatori, una vacca di qua e una vacca di là, mentre si sente la ripresa economica e si capisce che fine faranno tutti i «no euro», che nemmeno i greculi vogliono sentirne parlare, nonostante le staffilate di Schäuble a Varoufakis. Come ha potuto farlo? Come ha potuto il Cav., il mio amico eterno, tutto istinto e intelligenza pronta delle cose, l’uomo di stato e di società e di bordello che ha superato indenne la sequela di errori da lui stesso bene impostati, eroe popolare e pop, come ha potuto scegliere il Matteo sbagliato? E per un piccio. Per un capriccio. Per un risentimento che non ha fondamento alcuno nella realtà. Come ha potuto? Giuliano Ferrara. Il Foglio.

Negli Stati Uniti i vizi privati possono diventare pubbliche virtù, perché non si trasformano in decisioni politiche scriteriate, in privilegi, in abusi, in corruzione, ma sono indirizzati a produrre ricchezza utilizzabile a scopi benefici e comunque sono tenuti sotto controllo. Puoi guadagnare quanto vuoi, ma poi devi pagare le tasse, puoi esser potente quanto vuoi ma, se vieni condannato, in galera ci vai veramente. Inoltre hai dei doveri verso la società. Non aspetti che faccia tutto lo stato, non continui a chiedere aiuti e sussidi, sai che devi muoverti prima tu. È in forza di questa etica che i grandi capitalisti hanno lasciato fondazioni che hanno finanziato stupende università, meravigliosi istituti di ricerca scientifica e grandi opere di interesse pubblico. Noi italiani abbiamo i loro stessi vizi, ma non abbiamo questa etica. Francesco Alberoni. il Giornale.

Questo mio nuovo edificio a Parigi per la Fondation Jéro (o con accento circonflesso) me Séydoux-Pathé, lo hanno già chiamato armadillo, tapiro, balena, pesce, mongolfiera... Del resto, quando ho fatto il Beauborg, nel 1971, dissero che era una raffineria, e il grattacielo che ho costruito a Londra è stato ribattezzato Shard, la scheggia. Io non penso mai alle somiglianze, quando faccio un progetto, i paragoni vengono fuori dopo, e vanno bene: un architetto contemporaneo deve accettare la sfida di lasciare un segno senza ipocrisia. Renzo Piano. Le Monde.

Germi non voleva, ma io sostenevo che gli avrei dato del tu quando sarei stata brava abbastanza. Non è mai successo. Germi mi lasciava libera. Faceva molte domande: «Come reagiresti qui?», «Come dormiresti in questa scena?». Se mi guardo indietro, capisco quanto sono stata fortunata a incontrare registi, attori, attrici e tecnici che mi hanno amata. Il cinema è una sinfonia. Un’orchestra il cui direttore è il regista. Un lavoro di gruppo che non ho mai affrontato con la smania di dimostrare quanto fossi bella e brava. L’importante è sempre stato il film nel suo complesso. Di sicuro ho assistito a cose straordinarie. A circhi. A magie. Stefania Sandrelli, attrice (Malcom Pagani e Fabrizio Corallo). Il Fatto.

Un giorno ero in giro in campagna e trovo in un campo una valigia. Era di Annibale. Il terreno era appena stato arato. Pensa quanti anni la valigia di Annibale è stata in quel luogo. Subito l’ho venduta a uno che ho incontrato poco dopo. Pensa, Anna, lui adesso vive di quello. Va in giro a fare conferenze e mostre con la valigia di Annibale. Ha scritto anche un bestseller mondiale. Da allora tutti i sabati pomeriggio giro nei campi appena arati per vedere se trovo la valigia di Goffredo di Buglione. Però andrebbe bene anche quella del generale Lafayette. Se capita, non la vendo più, faccio anch’io come quel comunista a cui ho venduto la valigia di Annibale e adesso è miliardario. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.

Venerdì mattina il prevosto uscì sull’altare e con un suo sguardo fece l’appello dei presenti. Andrea Vitali, La Figlia del Podestà. Garzanti.2005.

Il vento soffia / Su un campo d’autunno / Gocce di rugiada / Si disperdono / Come diamanti. Asayasu Bunya, poesia giapponese.

Il cinema, per me, è come la pittura: si utilizzano gli attori come se fossero segni. Mimmo Paladino, pittore e scultore, la Stampa.

UN RIFUGIO - Un tetto che non ha dei buchi. Claude-Alain Duhamel et Carole Balaz, Le gros dico des tout petits. J.C.Lattes.

I ricordi di Sveva Casati Modigliani nei confronti della mamma sono senza odio né rabbia (quell’odio che invece occupa i racconti di Irène Némirovsky), semmai invece sono colmi di una grande pena per una donna che ha vissuto male la sua vita, poco amata dalla sua mamma che la chiamava «la deficiente» perché non sapeva leggere (la verità era che era miope e nessuno se ne era accorto). Ranieri Polese, Corsera su Sveva Casati Modigliani, Il bacio di Giuda. Mondadori Electa.

Si alzò malinconicamente e uscì in giardino. Affacciato al pozzo, rifletté e fumò; l’acqua profonda e arguta riceveva, ridendo, i suoi sospiri. Giuseppe Marotta, L’oro di Napoli. Rizzoli, 1987.

A imbecille che fugge, ponti d’oro. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 20/3/2015