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 2015  marzo 20 Venerdì calendario

LA LUCE AMERICANA DEL DIGITALE

Il Wall Street Journal resta il gioiello nella corona di asset mediatici, vecchi e nuovi, di News Corp. Un gioiello che paga, come tutti, le rivoluzioni di internet e l’erosione della pubblicità. Ma che cambia al passo con i tempi, ha identificato una strada per il futuro e la persegue per valorizzarsi: se il prestigio di sempre facilita forse la tenuta nella diffusione del giornale, il segreto ora è far leva sul marchio per scommettere su nuove frontiere e nuovi prodotti, anzitutto nel digitale.
Sono le cifre a raccontare la saga di questa transizione, con qualche analista che già le considera alla stregua di incoraggianti dolori di crescita. Il Journal, stando ai dati del Pew Research Center, della Alliance for Audited Media e della stessa azienda, archiviate le tensioni su prezzi e modelli di abbonamento oggi dispone tra i giornali americani del principale sito a pagamento. Un esercito di circa 900.000 lettori attraversa in media il “paywall”, quasi per un terzo da gadget mobili. Se nella classifica dei più visti con ogni mezzo concede il primo posto a Usa Today, conserva però il primato cartaceo. E nei sei mesi a fine settembre la sua diffusione a tutto campo è stata mediamente di 2,3 milioni di copie, con solo più il 60% in carta. Il network in espansione di siti che gli fanno capo, al contempo, genera nell’insieme più di 133 milioni di visite medie mensili.
Le fatiche, sotto il profilo finanziario, non mancano. Ai conti dell’ultimo trimestre di News Corp – chiusi con un aumento del 2% delle revenue a 2,28 miliardi e utili operativi stabili a 328 milioni - il Journal ha portato in dote incrementi delle entrate legate alla diffusione e persino alle inserzioni (senza svelare cifre esatte). Ma le attività giornalistiche del gruppo hanno risentito delle continue flessioni nella raccolta pubblicitaria, scesa nel segmento del 9 per cento. La divisione globale di news e servizi d’informazione, capitanata dal quotidiano e che rappresenta due terzi delle revenue , ha alla fine scontato un declino del 6% nelle entrate, a 1,5 miliardi, e del 15% negli utili operativi a 2,16 milioni.
Con al centro della sua galassia il quotidiano, il gruppo sta tuttavia preparando senza remore riscosse a colpi di iniziative sempre più mirate a una diversificazione in grado di reggere la sfida della concorrenza e delle trasformazioni tecnologiche e nel pubblico. «I giornali sono il cuore del nostro business, ma non siamo più soltanto un’azienda giornalistica», ha rimarcato il Ceo Robert Thomson nell’ultima conference call con gli analisti. E ha sottolineato i cambiamenti dell’ultimo anno e mezzo, da quando cioè News Corp è stata scorporata dagli asset di tv e spettacolo di 21st Century Fox. Quest’ultima, la Fox, a incarnare l’azienda ad alto tasso di crescita, mentre News Corp raggruppava le attività tradizonali. Ebbene, oggi il Journal e la sua casa madre non intendono più stare semplicemente a quel gioco, hanno l’ambizione di vestire a loro volta i panni d’un gruppo forte di un ritrovato potenziale di crescita. Sono reduci da investimenti nell’acquisizione e sviluppo mirato di proprietà digitali quali i servizi nel real estate, le cui entrate sono lievitate del 24% in tre mesi. Sul finire dell’anno scorso hanno rilevato Move, terzo sito di listing immobiliari per traffico negli Usa.
E i cambiamenti continuano a coinvolgere, in prima fila, anche il giornale, tanto sul mercato statunitense che internazionale. I più recenti progetti comprendono una nuova versione del Journal per i tablet iPad, inediti servizi premium per gli abbonati, versioni digitali della collegata rivista Barron’s per l’Asia e il rafforzamento del WSJ.Magazine in America Latina.
Sulla capacità di intrecciare tradizione di qualità e avventure sulle frontiere digitali si gioca oggi la grande scommessa del Wall Street Journal.