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 2015  marzo 18 Mercoledì calendario

MAI PIÙ LONTANA DALLA TV


[Rita Dalla Chiesa]

MILANO – MARZO
Delusione, malinconia, groppo in gola. Sa che la sera, prima di addormentarmi, faccio a pugni con queste sensazioni? Soffro molto, lo ammetto. Scatta l’insonnia e per farmi ancora più male, ascolto solo musica triste, canzoni di addii e d’amore». Inizia così l’incontro con Rita Dalla Chiesa. E inizia con uno sfogo malinconico su ciò che poteva essere... ma non è stato. Nell’incontro con lei, nato perché la conduttrice storica di Forum sarebbe in pole position per condune Miracoli, trasmissione ai nastri di partenza su Rete 4, emerge l’altra Dalla Chiesa.
Domanda. Rita, che cosa sta succedendo?
Risposta. «Ho mandato all’aria contratti milionari, mi sono ritrovata senza lavoro dopo trent’anni. Le persone per strada mi dicono: “Ci manchi. Quando torni?”. Ma io non so che cosa rispondere... (si commuove, ndr)».
D. Le manca la tv?
R. «Mi scusi, la domanda è errata: mi manca il mio lavoro. Io sono malata di televisione, lo scriva pure, e ho il coraggio di ammetterlo. Non devo metterci la faccia per forza: lavorerei anche dietro le quinte, mettendo a disposizione la mia esperienza. Lo farei. Oggi la tv mi fa rabbrividire: è sparita l’educazione, il rispetto verso il pubblico. Noto tutto questo e me ne dispiaccio».
D. Se le dicessi che bisogna dare spazio ai giovani?
R. «In giro ci sono tanti maleducati, raccomandati, anonimi. No, mi spiace, a favore dei giovani preferisco che venga messa a disposizione l’esperienza. Invece vedo tanta arroganza e poca voglia di imparare».
D. In questi due anni ha conosciuto la depressione?
R. «Negli ultimi sei mesi non riuscivo a uscire dal letto. Le coperte mi soffocavano invece di riscaldarmi. Vedevo tutto nero. Poi mi sono rialzata. Ho lasciato Roma, il mondo dei salotti romani, e a Milano ho ripreso a respirare».
D. Quali errori non rifarebbe?
R. «Non avrei dovuto lasciare Forum e Mediaset. Il lavoro è un diritto, è ciò che ti tiene in vita. Un altro rimpianto risale a tantotempo fa, quando Fatma Ruffini mi propose un impegno a Milano e io, invece, le risposi di no».
D. L’amore con Akis Panakis (l’architetto greco con cui è stata legata per 12 anni, ndr) non l’ha aiutata?
R. «No. Lui non mi è stato vicino. Non amava il mio lavoro e la sua risposta ai miei sfoghi era: “Te lo avevo detto io!”. Mi è mancato il potermi aprire con qualcuno. In questo momento siamo due persone complici, che si vogliono bene».
D. L’ha delusa?
R. «No. Non mi ha capito, non ci siamo capiti. Lui voleva una donna sua, faceva fatica a concepirmi come Rita Dalla Chiesa».
D. Lei crede ancora nell’amore?
R. «Certamente, ci crederò fino a quando avrò novant’anni! Ho voglia di giocare e non smetterò mai di farlo, non mi darò mai una regolata. Io, fino all’ultimo giorno della mia vita, amerò e giocherò. Con l’esperienza, la tenerezza, la curiosità, godi di più. E guai se qualcuno mi rinfaccia l’età. A mia figlia Giulia piaccio così. Se mi innamorassi, sarei capace di sposarmi per la terza volta».
D. Si sente una donna fortunata?
R. «Sì! Nonostante tutto, sì: la vita è stata immensa con me e la ringrazio. Ma se dovesse capitare un “miracolo” e mi affidassero la trasmissione Miracoli, su Rete 4, sorriderei di più: una con il mio cognome sarebbe perfetta. Mi manca molto Mediaset. E non mollo».
D. Rita, dire “sono una malata di tv“ è una frase molto forte, o sbaglio?
R. «Io non posso improvvisarmi e fare altro. Non saprei da dove ricominciale. Non sono una commerciante, una fioraia, non ho mai lavorato in posta: quello so fare, lavorare in tv. Altrimenti, ho i miei amici pescatori di Mondello, a Palermo, che mi aspettano per lunghe chiacchierate. Guardando il mare, ritroverò il respiro».
D. Oggi quale canzone racconta meglio Rita Dalla Chiesa?
R. «Che giorno è di Marco Masini, presentata a Sanremo. La frase “smetterla di smettere” e ciò che dovrei fare io: cancellare le nostalgie, non pensare al passato, voltare pagina, andare oltre. Lo devo soprattutto a me stessa».
D. Chi le strappa un sorriso?
R. «Pedro, Giulio Cesare, Nina e Lady: i miei cani. Loro non mi tradiranno mai».