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 2015  marzo 19 Giovedì calendario

AGGIORNARE I SISTEMI ALL’INPS PORTA VIA MESI

Da quando è iniziata la peggiore recessione dell’Italia repubblicana la burocrazia ha fatto e sta facendo di tutto per boicottare le misure anticicliche di politica economica dei governi pro-tempore. L’ultimo esempio viene dagli sgravi contributivi triennali sulle assunzioni a tempo indeterminato. La misura è legge della Repubblica da quasi tre mesi, essendo stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale a fine 2014, ma è tuttora non operativa. Per la semplice ragione che le 76 mila imprese che hanno già assunto o vorrebbero farlo non hanno ancora ricevuto dall’Inps il codice ad hoc da utilizzare per beneficiare dello sgravio. Morale: a marzo chi ha assunto a gennaio o a febbraio 2015 nuovo personale con le caratteristiche previste dalla norma Renzi ha pagato i contributi abrogati dalla legge di Stabilità. Poi, nei prossimi successivi, potrà recuperarli ma per ora ha dovuto versare all’Inps un contributo non più dovuto ex lege.
Perché tanto ritardo da parte del più grande ente previdenziale d’Europa nel generare un codice che in piena era Google appare a tutti una vera banalità? Perché l’Inps non riesce a stare al passo con le innovazioni della politica del lavoro e scarica la sua inefficienza sulle imprese che investono e producono ricchezza? Perché l’Inps spende molte centinaia di milioni di euro l’anno in tecnologia, forse anche più della Nasa, ma resta incatenata a un’architettura del passato, che per inserire qualsiasi novità introdotta dal governo richiede mesi di lavoro. L’Inps, in piena app economy, è ancora in un mondo batch dove rendere operativa una modifica richiede una catena di montaggio novecentesca: produrre le specifiche; passarle a chi ha realizzato decenni fa il software; realizzarle; testarle; rilasciarle in produzione e così via. Follia allo stato puro che si traduce in una inefficienza pagata dall’intero Paese e, soprattutto, dalle imprese più dinamiche. E poi, come fai a spiegare a un investitore internazionale che esiste una norma per la quale lui non deve pagare i contributi sulle nuove assunzioni ma che non vale perché l’Inps non ha ancora prodotto il codice per usufruire dello sgravio? Impossibile farlo, perché un fatto del genere non è neppure pensabile in Norvegia, Olanda o Francia.
Ovviamente la responsabilità della situazione terzomondista dell’Inps non dipende dal presidente Tito Boeri, appena arrivato ai vertici dell’istituto. Ma se anche ad aprile il codice non sarà pronto, allora neppure Boeri avrà più scusanti. Ai cittadini non rimane che sperare che Boeri rottami senza alcuna paura la tecnostruttura dell’Inps, la principale responsabile di questa situazione indegna dell’Eurozona.
Edoardo Narduzzi, MilanoFinanza 19/3/2015