Paola Valentini, MilanoFinanza 18/3/2015, 18 marzo 2015
BLACKROCK CONSIGLIA I BENI REALI
Immobili, infrastrutture e commodity. Sono questi gli asset suggeriti da BlackRock per aumentare le possibilità di rendimento e per avere flussi cedolari in un mondo a tassi a zero. D’altra parte i grandi portafogli da qualche tempo si rivolgono sempre più alle attività cosiddette «reali» come alternativa ai titoli di Stato, che rendono sempre meno, e anche come terza via rispetto ai tradizionali settori azionari.
La conferma arriva da un’indagine realizzata da The Economist Intelligence Unit proprio per conto di BlackRock su 201 società di investimento in 30 Paesi in tutto il mondo. Dal sondaggio emerge che i beni reali, in particolare titoli immobiliari, infrastrutture e materie prime, riscuotono un interesse crescente tra gli investitori istituzionali.
«La tendenza rientra in un più ampio spostamento verso gli investimenti alternativi da parte delle istituzioni che cercano di ridurre la dipendenza dalle azioni e dalle obbligazioni tradizionali nel difficoltoso contesto che ha segnato gli anni post-crisi», sottolinea BlackRock. La ricerca evidenzia che in una situazione caratterizzata da tassi d’interesse estremamente bassi, crescita lenta e perdurante incertezza, negli ultimi tre anni circa un terzo di questi investitori ha aumentato le quote destinate ai beni reali. Nei prossimi 18 mesi il 49% degli investitori in infrastrutture, il 48% degli investitori immobiliari e il 46% degli investitori in materie prime prevedono di aumentare le allocazioni in tali categorie.
E si identificano due fattori determinanti alla base dei maggiori investimenti: il desiderio di accrescere i rendimenti e la loro visione del contesto macroeconomico. La terza motivazione è costituita dalla necessità di reddito. «Gli investitori stanno impiegando una serie di mezzi e strategie per ottenere l’esposizione ai beni reali, categoria variegata che comprende anche legname e terreni agricoli», spiega BlackRock. La necessità di incrementare il rendimento è una motivazione, sebbene non la principale, dell’aumento dell’allocazione al comparto immobiliare. Nel settore immobiliare il 63% degli investitori che intendono accrescere le allocazioni ritengono i rendimenti crescenti tra i tre fattori più importanti per la loro decisione, mentre il 38% dichiara che la necessità di reddito rappresenta un fattore importante. Nelle infrastrutture il 49% di coloro che intendono aumentare le allocazioni indica una ricerca della redditività, il 55% fa riferimento all’ambiente macroeconomico e il 43% alla necessità di reddito. Tra coloro che intendono aumentare le ripartizioni in materie prime, il 70% ha indicato l’utile tra le ragioni di tale scelta. Quasi tutti gli intervistati (95%) investono nel settore immobiliare, che ricopre da tempo un ruolo importante nei portafogli istituzionali. Il 65% degli intervistati detiene titoli appartenenti al settore delle infrastrutture, categoria più innovativa e a maggiore tasso di crescita. Poco meno di un terzo degli intervistati (29%) investe in materie prime.
«L’allocazione media ai beni reali è stata dell’11% del portafoglio totale, percentuale destinata a salire se gli intervistati manterranno l’approccio attuale», aggiunge BlackRok. «Nel complesso i risultati dell’indagine segnalano la continua evoluzione dei beni reali come componenti fondamentali all’interno dei portafogli istituzionali. In aggiunta, molte società stanno rafforzando il proprio personale nel settore al fine di sostenere questo sforzo». Ma non mancano i rischi determinati dalle incognite sull’andamento dei tassi di interesse. «È da considerare un importante avvertimento risultante dalle particolari condizioni finanziarie, che hanno rappresentato una spinta in avanti per questa classe di attivi: la maggioranza degli intervistati sostiene che un aumento significativo dei tassi d’interesse li porterebbe a ripensare alcune delle loro allocazioni ai beni reali».
Paola Valentini, MilanoFinanza 18/3/2015