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 2015  marzo 17 Martedì calendario

DI FRANCISCA 2.0: «RIPARTO DA CUBA, DIREZIONE GIOCHI»

Per Elisa, anche il posto è evocativo. Dove puoi ritrovare il sorriso se non a Cuba? E fu svolta, in Coppa del Mondo di fioretto, per la trentaduenne biolimpionica jesina, che da quasi tre anni non liberava l’urlo nel circuito che sarà decisivo dal primo maggio per raccogliere punti e qualificarsi a Rio 2016. Questione di sensazioni: la Di Francisca è la solarità fatta scherma. E il suo fioretto s’è illuminato al momento giusto.
Elisa, dopo l’ultima vittoria a San Pietroburgo, arrivano i giorni felici di Londra 2012. Poi il lungo digiuno in Coppa...
«E’ stata davvero importante questa vittoria a L’Avana».
Si stava smarrendo in pedana?
«L’8 gennaio mi sono infortunata alla caviglia sinistra, sembrava una distorsione banale, non s’è poi rivelata grave. Mi è mancata da morire la scherma».
Dolori, dubbi, paura?
«Stavo tanto male, avevo soprattutto paura che fosse un problema difficile da superare e che mi stesse complicando la preparazione per una stagione impegnativa come questa».
Rotti gli indugi, adesso?
«E’ stato importante e bello vincere, perché ho dominato di testa (in finale contro la russa Deriglazova 15-5, ndr), col dolore che riaffiorava alla fine. Ma ormai mi sono sbloccata. Ora, però, c’è tanto da fare: la Coppa (a maggio Tauber e Shanghai, ndr), gli Europei a giugno (a Montreux), i Mondiali a luglio a Mosca e tutto questo anno varrà per il ranking olimpico».
Ci risiamo: ne passano solo due e voi italiane siete almeno quattro. Questo trionfo è un messaggio anche per Errigo, Vezzali e Batini?
«No, è un messaggio solo per me stessa, e questa vittoria ha voluto dire solo questo: cercavo la conferma di essere sempre io e a l’Avana l’ho trovata».
Ora si concederà una vacanza?
«Solo un giorno in questo mare meraviglioso, mi aspetta un impegno a Vinitaly: passo direttamente dal mojito al Verdicchio, di cui sono ambasciatrice. Cuba mi ha fatto ritrovare anche come persona: adesso sono pronta per l’avventura verso i Giochi. Un anno tutto d’un fiato».
Ha paragonato le gare tra italiane ad un reality...
«Una specie di reality in cui ci sarà solo da lavorare duramente: alla fine andrà chi meriterà i due pass olimpici».
Vincere a Cuba con la testa già in Brasile?
«Il prossimo sogno sarebbe vincere e festeggiare con una caipirinha, e poi ballare il samba, che ho imparato a “Ballando con le stelle”...».
Adesso che il gioco si fa duro sta riemergendo la vera Elisa?
«Ripetersi è sempre più difficile ma anche esaltante. Il vantaggio è che le emozioni di Londra all’ultimo secondo nessuna avversaria me le potrà più togliere. Resteranno solo mie, e sono sicura che ce ne saranno altre».
Con una Errigo così costante, una Batini in crescita e una Vezzali che non tramonta, che Elisa sarà?
«Arianna me l’aspettavo così forte. Ora ogni allenamento sarà importante. Il fattore mentale sarà decisivo in gara, saranno assalti infiniti, di sicuro nel 2016 sarebbe pazzesco fare il bis del 2012».
Ma a 32 anni si sente migliore, diversa, più sicura, oppure...
«Sono più consapevole della mia forza, perché in questi anni ho saputo raccogliere i frutti di tanti anni di sacrifici».
Una vittoria tira l’altra?
«Dietro una medaglia ci sono tante cose: io adesso, dopo quest’altra vittoria, sono di nuovo pronta a raccogliere. Ma non voglio che diventi un pensiero fisso, da qui all’Olimpiade: spero di essere sempre in forma quando conterà il doppio o il triplo come ai Mondiali di Mosca».