Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 18 Mercoledì calendario

Ciò che ha fatto Chris Borland non ha precedenti. Nonostante le aspettative di una luminosa carriera nella Nfl con i San Francisco 49ers, il linebacker ha annunciato il ritiro dal football ad appena 24 anni

Ciò che ha fatto Chris Borland non ha precedenti. Nonostante le aspettative di una luminosa carriera nella Nfl con i San Francisco 49ers, il linebacker ha annunciato il ritiro dal football ad appena 24 anni. Nessuno prima di lui, con la sua classe, se n’era andato così giovane chiudendosi alle spalle una porta dorata: un futuro assicurato di fama e soldi. Ma sono le ragioni dell’autopensionamento che hanno provocato il grande frastuono. Borland lascia perché preoccupato per la salute, rinuncia per la paura di fare la fine di tanti suoi colleghi, o meglio ex colleghi, colpiti da malattie neurologiche: «Mi sono consultato con specialisti, amici, familiari, compagni di squadra e ho fatto ricerche sugli studi che hanno trovato una relazione fra traumi cranici e violenza nel nostro sport. Sono arrivato alla conclusione che rischiare così tanto non valga la pena», ha detto il difensore che nella passata stagione era stato uno dei migliori esordienti della Lega. Le ricerche a cui fa riferimento Borland sono quelle pubblicate un paio di anni fa dalla dottoressa Ann McKee della Boston University che hanno destabilizzato il football. Il suo lavoro, svolto insieme a un equipe di altri scienziati, sta dimostrando la relazione fra traumi cranici negli atleti e la Cte, acronimo per Chronic Traumatic Encephalopathy (Encefalopatia Cronica da Trauma): la patologia i cui sintomi sono frequentissimi soprattutto fra gli ex del football, appunto, e spesso confusi con quelli della Sla. Sono gli studi che hanno permesso a 4500 ex giocatori affetti da malattie neurologiche di farsi riconoscere da un tribunale 765 milioni di dollari come compenso per i danni subiti. «Sono preoccupato dal fatto che se aspetti di avvertire i primi sintomi è troppo tardi. E io voglio condurre una vita sana e non fare la fine di Mike Webster, Dave Duerson e Ray Easterling», ha chiarito Borland alla trasmissione «Outside the lines». Sono i nomi di vecchie glorie del suo sport, ma mica così vecchie, decedute (Duerson e Easterling si sono suicidati) poco più che sessantenni fra il 2011 e 2012, nei cui cervelli inviati post mortem alla McKee è stata scoperta la Cte. Borland era una grande promessa: 14 presenze, otto da titolare con 107 tackle e un sack. Nella partita contro i New York Giants aveva intercettato due palloni, guadagnandosi i galloni di miglior difensore della settimana. Ma dopo la quarta giornata gli erano già venuti dei dubbi, anticipati ai genitori: «Vedrete la mia sarà una carriera breve», aveva scritto loro. Perché scartabellando nelle ricerche della dottoressa McKee si era reso conto di essere un soggetto a forte rischio. Si era ricordato di aver subito in passato un paio di traumi cranici. Uno importante già in terza media giocando a calcio. Un altro quando era andato k.o. al college con il football. Ora il ragazzone di appena un metro e ottanta per oltre un quintale ha scelto di rinunciare al mezzo milione di dollari l’anno che prendeva dai 49ers: «Ho pensato al mio futuro e so che non avrò rimpianti», ha ribadito. In questa ultima settimana, altri tre giocatori hanno deciso di attaccare casco e armatura al chiodo. Il 27enne linebacker dei Pittsburgh Steelers, Jason Worilds, ha detto di volersi dedicare ad altri interessi. Mentre il 26enne quarterback dei Tennessee Titans, Jake Locker, ha giustificato la scelta perché non più motivato a fare questo lavoro. Se fosse un nuovo trend, la Nfl potrebbe avere dei problemi. Anche perché molti ragazzini ormai preferiscono dedicarsi ad altri sport con meno rischi.