Angela Zoppo, MilanoFinanza 17/3/2015, 17 marzo 2015
ENI TORNA A CRESCERE IN LIBIA
Mentre in borsa il titolo (ieri -2,18% a 15,24 euro) continua a scontare il taglio del dividendo deciso per il 2015 (agli azionisti andranno 80 centesimi per azione), il gruppo Eni ieri ha annunciato altri due successi esplorativi in Libia e in Indonesia. Il primo fa certamente più rumore perché la situazione nel Paese nordafricano resta critica per molte compagnie petrolifere a causa del difficile scenario politico.
Eni sta cercando di riportarsi sui livelli produttivi pre-guerra civile e ora si attesta su una media di circa 350 mila barili al giorno. Attraverso Eni North Africa BV il gruppo è operatore (100%) dell’Area D. Durante il test di produzione nel prospetto esplorativo offshore di Bahr Essalam Sud il pozzo ha prodotto circa 1 milione di metri cubi al giorno di gas e oltre 600 barili al giorno di condensati. Si stima che a regime il pozzo possa erogare oltre 1,5 milioni di metri cubi al giorno di gas e mille barili giornalieri di condensato. La vicinanza con un impianto Eni, ossia il sito infrastrutturale di Bahr Essalam, potrà accelerarne lo sviluppo.
I successi esplorativi in quest’area hanno una valenza politica oltre che industriale. Nei piani dell’Eni lo sviluppo futuro delle risorse di gas naturale libiche «consentirà di supportare la crescita dei consumi e dell’industria domestici, permettendo al Paese di mantenere il ruolo di fornitore strategico per l’Italia e l’Europa».
Nell’Area D si trovano i campi di Wafa e Bahr Essalam, che dal 2004 riforniscono di gas il mercato domestico e l’Italia attraverso il gasdotto Greenstream. Le forniture di gas di Eni al mercato libico sono cresciute da circa un miliardo di metri cubi nel 2009 a 4,3 miliardi di metri cubi nel 2014, con il potenziale di raggiungere i 6,2 miliardi nel 2015.
La seconda scoperta annunciata ieri, come accennato, riguarda invece l’Indonesia, dove Eni ha completato l’attività di perforazione esplorativa sulla scoperta a gas di Merakes 1 nel blocco offshore East Sepinngan, con un incremento del potenziale delle risorse. Gli studi portano il potenziale del campo di Merakes a oltre 56 miliardi di metri cubi di gas in posto rispetto alle stime precedenti. A fine ottobre scorso, infatti, le riserve erano indicate in circa 36 miliardi di metri cubi. A questo punto Eni, che è operatore con una quota dell’85%, sta considerando la possibilità di sviluppo accelerato della scoperta, grazie anche alla vicinanza col campo offshore di Jangkrik, a sua volta operato dal gruppo italiano, che dista appena 35 chilometri. Jangkrik è tra gli start up indicati nel piano, con avvio previsto nella prima metà del 2017. Relativamente vicino al blocco East Sepinggan si trova anche il centro di liquefazione del gas naturale di Bontang. Eni è presente in Indonesia dal 2001. Attualmente la produzione in quota Eni nel Paese è di circa 17 mila barili di olio equivalente al giorno.
L’exploration & production è il pilastro del piano2015-2018 presentato venerdì scorso da Eni alla City di Londra, con un tasso di crescita del 3,5% grazie al contributo dei 16 principali start up produttivi che, insieme ai ramp up programmati, aggiungeranno oltre 650 mila barili di olio equivalente al giorno al 2018. Ne deriverà un cash flow operativo addizionale di 19 miliardi di euro.
Angela Zoppo, MilanoFinanza 17/3/2015