www.cinquantamila.it/fiordafiore 17/3/2015, 17 marzo 2015
Un sistema collusivo di corruzione sui grandi appalti • Chi è Ercole Incalza • Il governo scrive il suo testo sul falso in bilancio • A febbraio 76mila richieste di decentribuzioni per le assunzioni • L’Isis contro le chiese • Stasi ha ucciso Chiara Poggi perché lei era diventata «pericolosa e scomoda» • Il giovane Bulgari davanti alla Magnani • Ai cinesi il cinema piace sempre di più • Gli spagnoli dormono poco per seguire i programmi tv Sistema I pm di Firenze e il Ros stanno indagando da anni sul «sistema collusivo» che, secondo le accuse, fa esplodere i costi delle opere pubbliche e produce enormi profitti illeciti
Un sistema collusivo di corruzione sui grandi appalti • Chi è Ercole Incalza • Il governo scrive il suo testo sul falso in bilancio • A febbraio 76mila richieste di decentribuzioni per le assunzioni • L’Isis contro le chiese • Stasi ha ucciso Chiara Poggi perché lei era diventata «pericolosa e scomoda» • Il giovane Bulgari davanti alla Magnani • Ai cinesi il cinema piace sempre di più • Gli spagnoli dormono poco per seguire i programmi tv Sistema I pm di Firenze e il Ros stanno indagando da anni sul «sistema collusivo» che, secondo le accuse, fa esplodere i costi delle opere pubbliche e produce enormi profitti illeciti. Per questo motivo ieri è finito in carcere Ercole Incalza, 70 anni, da più di trent’anni uno dei più potenti manager di Stato, capo della Struttura tecnica di missione presso il ministero delle Infrastrutture. Ci sono quasi tutte le grandi opere nel carnet della rete del presunto malaffare: dai cantieri dell’Expo all’autostrada Salerno-Reggio Calabria, dalla Fiera di Roma all’Alta velocità Milano-Verona. E poi il terminal di Olbia, l’hub portuale di Trieste, il completamento dell’autostrada Livorno-Civitavecchia, il Metro 5 di Milano, City Life e altri cantieri appetitosi. Miliardi di euro, più di 25, da gestire con tangente (il 3%) e prezzi lievitati anche del 40%. Insieme a Incalza sono stati arrestati tre imprenditori: il milanese Francesco Cavallo, 55 anni, il frusinate Sandro Pacella, 55 anni, collaboratore di Incalza e il romano, ma da tempo residente a Firenze, Stefano Perotti, 57 anni. Le accusano mosse dalla Procura di Firenze vanno dalla corruzione all’induzione indebita, dalla turbativa d’asta ed altri delitti contro la Pubblica amministrazione e non sono per tutti uguali. Gli indagati sono in tutto 51 e tra questi spiccano nomi eccellenti di politici, sia del centrodestra che del centrosinistra. Ci sono l’ex europarlamentare Vito Bonsignore, Stefano Saglia, già sottosegretario alle Infrastrutture, Antonio Bargone, ex sottosegretario ai Lavori pubblici, presidente della Società autostrada Tirrenica e commissario governativo dimissionario e Rocco Girlanda, sottosegretario alle Infrastrutture. Altri nomi illustri escono dalle intercettazioni: quelli del ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi, del ministro dell’Interno Angelino Alfano e del viceministro Riccardo Nencini che però non sono indagati. Per Lupi si apre il caso del figlio Luca che, secondo il gip, avrebbe ottenuto degli incarichi lavorativi dall’imprenditore arrestato Perotti. L’indagine è una prosecuzione delle due inchieste del Ros e della procura di Firenze sui Grandi Eventi e sul nodo fiorentino dell’Alta velocità, dove Incalza è già indagato per associazione a delinquere, falso e abuso d’ufficio. Incalza La storia di Ercole Incalza è «una storia che inizia nella Prima Repubblica al tempo di quella che veniva appellata la sinistra ferroviaria, con tutto il carico lottizzatorio insito nella definizione. E continua nella Seconda Repubblica, dopo un passaggio ai vertici dell’Alta velocità delle concessioni spartite a tavolino, in uno slalom fra procedimenti giudiziari che vedono il Nostro uscirne sempre indenne. È con Pietro Lunardi, ministro del secondo governo Berlusconi, che si installa di nuovo a Porta Pia, e in un ruolo chiave: capo della struttura che deve sovrintendere alle grandi opere pubbliche. Siamo nel 2001 (…) Ci resta 5 anni, finché il Cavaliere deve lasciare Palazzo Chigi a Romano Prodi e al ministero è la volta di Antonio Di Pietro. Che lo silura senza complimenti. “Lo mandai via”, dice l’ex pm. Ricordando “se non proprio le pressioni, quantomeno le indicazioni perché lo lasciassi dov’era”. Niente paura: Incalza ritorna allo stesso posto con Altero Matteoli. E resta con il governo Monti e Corrado Passera ministro. E il governo Letta e Maurizio Lupi ministro. E il governo Renzi e ancora Lupi ministro. Nessuno sente il campanello d’allarme che squilla quando salta fuori che il genero di Incalza ha comprato casa in parte «a sua insaputa» con un gentile aiutino di Diego Anemone, quello della cricca degli appalti dei Grandi eventi. Nessuno» (Meli, Cds). Corruzione Il testo del governo sul falso in bilancio prevede: pene inasprite (da 3 a 8 anni per le società quotate, da 1 a 5 per le non quotate, con procedibilità a querela solo per le piccole imprese), la cancellazione delle soglie di non punibilità previste in un primo momento dal governo per evitare che finissero nelle maglie del codice penale anche i meri errori fatti da piccolissimi imprenditori. Aumentano infine le sanzioni pecuniarie per i vertici delle società: da 200 a 400 quote per le non quotate, 400-600 per quelle quotate. Licenziare i corrotti sarà più facile: basterà una condanna a due anni (e non più a tre) per far scattare l’estinzione del rapporto di lavoro presso amministrazioni o enti pubblici. Per il peculato e l’indebita induzione, poi, è previsto un leggero aumento delle pene (si passa a 4-10 anni e sei mesi). È stata introdotta una circostanza attenuante (da un terzo alla metà della pena da irrogare) in favore di quanti, imputati per i delitti di corruzione, collaborino efficacemente con l’autorità giudiziaria al fine di assicurare la prova dei reati, l’individuazione dei responsabili, il sequestro delle somme. Assunzioni Tra il primo e il 20 febbraio di quest’anno sono state 76mila le aziende che hanno chiesto all’Inps il «codice di decontribuzione» per le assunzioni a tempo a tempo indeterminato. Il codice serve alle imprese per ottenere lo sconto sui contributi per i contratti «stabili» previsto dalla legge di Stabilità, il bonus che dal primo gennaio 2015 può far risparmiare loro fino a 8.060 euro l’anno per tre anni. Il numero degli assunti, alla fine, potrebbe essere molto più alto, perché la stessa azienda può usare lo stesso codice per più di una persona. «I primi dati sono incoraggianti», dice il nuovo presidente dell’Inps Tito Boeri. Secondo la Fondazione dei consulenti del lavoro nei primi due mesi dell’anno sono state fatte in Italia 275mila assunzioni a tempo indeterminato. In questo caso non ci sono dubbi: sono tutte con lo sconto sui contributi e con il vecchio articolo 18. Sempre secondo la Fondazione, nell’80% dei casi si tratterebbe della stabilizzazione di rapporti già esistenti, come i contratti a termine o le collaborazioni. Mentre l’altro 20% sarebbe occupazione aggiuntiva. Altra avvertenza: è probabile che nei primi mesi dell’anno i dati saranno particolarmente positivi. E questo perché alcune aziende potrebbero avere ritardato le assunzioni programmate nell’ultimo scorcio del 2014 proprio per sfruttare il bonus partito il primo gennaio. Croci I terroristi dell’Isis hanno diffuso video e immagini in cui si vedono loro intenti a dissacrare la chiesa di San Giorgio a Mosul: croci divelte a colpi di mazza, bandiera nera piantata sul tetto, scarabocchi di vernice blu a cancellare lapidi e targhe. Stasi Ieri sono state depositate le motivazioni del verdetto d’appello che tre mesi fa (nel processo bis) condannò Alberto Stasi a 16 anni di reclusione per il delitto di Chiara Poggi, nel 2007. Si legge che Stasi ha «brutalmente ucciso la fidanzata evidentemente diventata una presenza pericolosa e scomoda, e come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo “per bene” e studente “modello”, da tutti concordemente apprezzato». Inoltre «il movente dell’omicidio è rimasto sconosciuto» pur immaginando che il «raptus omicida portato fino alle estreme conseguenze» sia stato scatenato da «un pregresso tra vittima e aggressore tale da scatenare un comportamento violento evidentemente sorretto da una motivazione forte». Magnani «Anna Magnani mi trattò malissimo. Eravamo agli inizi degli Anni 60, avevo 22, 23 anni. Un giorno arrivò da noi che erano tutti impegnati e dovetti occuparmene io, ma ero poco esperto, così protestò: “ma chi mi avete mandato”?» (ricordo dell’orafo Paolo Bulgari, che ha scritto il libro Roma, Passion, Jewels, edizioni Electa) (Fiorentino, Cds). Cinema In febbraio, per la prima volta, gli incassi al box office in Cina hanno superato quelli negli Stati Uniti. Le sale cinesi hanno guadagnato 650 milioni di dollari, rispetto ai 640 di quelle americane. Nel 2007 per 1,4 miliardi di cinesi c’erano 3mila schermi. I 316 milioni di statunitensi potevano scegliere tra 40mila. In sette anni, mentre gli schermi statunitensi sono rimasti gli stessi, quelli cinesi sono saliti a 25mila. Saranno il doppio entro il 2025. Ogni giorno in Cina vengono aperti tre nuovi cinema. Gli spettatori crescono del 22% all’anno e nel 2014 il box office interno ha superato i 4,5 miliardi di euro, rispetto ai 900 milioni del 2009. Il terzo miliardario più ricco del Paese si chiama Wang Jianlin e il suo Wanda Group possiede 150 sale e 1300 schermi 3D. Cinesi sono anche i più grandi studi cinematografici del pianeta: gli Hengdian World Studios, 300 chilometri a sudovest di Shanghai, coprono 2.500 ettari e vantano 13 set. In vent’anni sono stati girati qui 1.200 film, più che in California e che nell’indiana Bollywood. Hengdian era un villaggio con di 8mila contadini. Xu Wenrong, ex bracciante di risaia, 80 anni, lo ha trasformato nel più grande centro di produzione contemporaneo. Girare un film in Cina costa un decimo che negli Usa, quindici volte meno che in Europa (Visetti, Rep). Tv I programmi di prima serata in Spagna cominciano alle 22,30 e durano anche quattro ore. Il picco di ascolti (e degli introiti pubblicitari) si ha intorno alle 23,15. La conseguenza è che, in Spagna, si dorme in media ogni notte 53 minuti in meno rispetto al resto d’Europa, con inevitabile pregiudizio per la salute dei cittadini. Perciò il Ministero della Sanità ha chiesto alle reti televisive di fare uno sforzo per modificare questa situazione. L’unica a raccogliere in parte l’invito è stata sinora l’emittente pubblica, Tve, che ha deciso di anticipare alle 22 l’inizio dei programmi di prima serata, che si concludono prima di mezzanotte (Oppes, Rep).