Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 15 Domenica calendario

Giubileo, business da nove miliardi • I nostri professori sono tra i meno pagati d’Europa • Il ciclone che ha devastato le isole Vanuatu • L’eclissi del secolo • Bistecche sintetiche e uova vegetali: il nuovo business dei magnati Giubileo 1 Per il Giubileo annunciato venerdì da papa Francesco sono previsti 30 milioni di pellegrini in arrivo a Roma tra poco più di otto mesi e mentre l’indotto da nove miliardi di euro viene definito dagli esperti una «stima astratta», le carenze infrastrutturali (soprattutto nei trasporti urbani) sono più concrete e reali

Giubileo, business da nove miliardi • I nostri professori sono tra i meno pagati d’Europa • Il ciclone che ha devastato le isole Vanuatu • L’eclissi del secolo • Bistecche sintetiche e uova vegetali: il nuovo business dei magnati Giubileo 1 Per il Giubileo annunciato venerdì da papa Francesco sono previsti 30 milioni di pellegrini in arrivo a Roma tra poco più di otto mesi e mentre l’indotto da nove miliardi di euro viene definito dagli esperti una «stima astratta», le carenze infrastrutturali (soprattutto nei trasporti urbani) sono più concrete e reali. Ma monsignor Rino Fisichella, il «regista» del Giubileo, è fiducioso: «Sono certo che Roma sarà all’altezza». E spiega ciò che accadrà: «Ci saranno due momenti, uno da vivere assieme nel quale il Papa vivrà questo evento che lui ha voluto come unità di tutta la Chiesa, e altri che saranno invece espressione dell’ “andare in uscita” e saranno occasioni per raggiungere le persone nelle periferie geografiche e sociali». Per preparare Roma al Giubileo il costo, per il momento solamente abbozzato (e ufficioso) è di un miliardo di euro. «Sarà un anno straordinario — dice Marino — arriveranno milioni di fedeli. Questa non è una sfida di Roma ma di tutto il Paese». Un fronte delicato è quello della sicurezza: il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha garantito «massimo impegno», e il sindaco ha detto che l’allerta non deve basarsi «sul numero di milioni di persone che arrivano, perché il timore di un attentato potrebbe manifestarsi anche se in una piazza ci fossero solo diecimila persone». Pur «senza grandi opere e con una visione diversa dal passato, noi vogliamo far funzionare meglio la città», dice Marino. Roma ha necessità di intervenire in fretta per accogliere milioni di pellegrini. Servirebbero duecento milioni per potenziare il contratto di servizio con Trenitalia (più treni, più corse), altri trecento per autobus e manutenzione straordinaria della metro; cento milioni per le strade: pedonalizzazione dei Fori e altri percorsi dedicati ai fedeli, a piedi o in bici. Più le spese per pulizia della città, accoglienza, ospedali. «Il Giubileo — sostiene Marino — farà fare un grande balzo al Pil. Quindi tutti si concentrano sulle centinaia di milioni che occorrono per viabilità e infrastrutture, evidentemente non pensano ai miliardi di euro che arriveranno...». Giubileo 2 Confcommercio e Federalberghi stimano che l’indotto per turismo, commercio e servizi aumenterà tra il 15% e il 20%. E ci saranno circa 20 mila posti di lavoro in più. Gli albergatori della capitale esultano. Nel 2000 i flussi turistici aumentarono del 25%. Scuola 1 L’Italia è all’ultimo posto in Europa per la spesa pubblica dedicata all’istruzione. Solo il 9,05% del totale. La media Ue è del 10,84. Sono sopra di noi Spagna, Bulgaria, Polonia, Slovenia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania. Eppure, il nostro Pil permetterebbe di investire qualche soldo in più nella scuola. Invece, per la formazione dei nostri studenti ci limitiamo a destinarne appena il 4,70%. La media Ue è del 5,44 e, per avere un’idea, l’Irlanda per l’istruzione ne usa il 6,50, la Svezia il 7,26, la Danimarca l’8,72. (Voltattorni, Cds) Scuola 2 Secondo la relazione della Rete Eurydice commissionata dalla Commissione europea, lo stipendio di una maestra italiana della primaria a inizio carriera non arriva ai 23 mila euro lordi annui (22.903): a fine carriera diventeranno 33.740. In base al potere di acquisto di ogni singolo Paese, l’Ocse ha calcolato che quelle retribuzioni iniziali e finali sono rispettivamente di 28.907 e 42.567 dollari. E ancora: la media Ue, secondo i calcoli rielaborati dalla Uil Scuola, è di 26.212 euro alla partenza che diventano 43.416 alla fine: «Le retribuzioni dei docenti italiani — sottolinea la ricerca — hanno uno spread che parte dai 4 mila euro annui all’inizio della carriera per arrivare ai 10 mila alla fine». E questo solo per la scuola primaria. Un professore laureato che insegna in un liceo italiano dal primo anno guadagna meno di 25 mila euro lordi l’anno (24.669): dopo 35 anni va in pensione con 38.745 euro (lordi). Il suo omologo in Portogallo parte con 21.261 euro lordi e arriva ai 43.285. Ma, sempre secondo l’Ocse, quella cifra per il prof portoghese vale oltre 60 mila dollari, cioè il 20% in più rispetto al suo collega italiano, il 40% se si fa il confronto tra gli insegnanti delle elementari dei due Paesi (in Portogallo non c’è differenza di stipendio da un ciclo all’altro). Una percentuale che sale ancora se guardiamo la busta paga di un prof di una superiore irlandese — 68.391 dollari a fine carriera —, per non parlare di un tedesco: 77.628 dollari (di potere d’acquisto) dopo 28 anni in cattedra. E sì che gli insegnanti italiani sono tra quelli che trascorrono più ore in classe: la media Ue per un maestro elementare è di 19,6 ore settimanali, per un italiano sono 22, come gli irlandesi. Ci superano francesi (24), spagnoli e portoghesi (25). I maestri tedeschi restano a scuola meno: 20 ore a settimana. Come alle superiori: 18 ore per un italiano (e un tedesco) contro una media di 16,3. In Francia, sono 14 (ibidem). Ciclone Sull’arcipelago della Repubblica di Vanuatu, una meraviglia nel blu dell’Oceano Pacifico meridionale che nel 2006 si guadagnò il titolo di «nazione più felice del mondo», è passato il ciclone tropicale Pam al massimo della sua potenza – livello 5, il più alto della scala che ne misura l’intensità — e ha lasciato morte e distruzione ovunque. Centinaia e centinaia di villaggi rasi al suolo, nessuno sa dire quanti siano i morti (una prima stima parla di almeno 44 vittime e decine di feriti), comunicazioni e linee elettriche saltate, porti devastati e molti degli isolotti più piccoli fino a ieri sera non ancora raggiunti dai soccorsi. Su una popolazione di 267 mila persone, secondo l’Unicef sono almeno 132 mila gli isolani che hanno bisogno urgente di assistenza umanitaria, e di questi 54 mila sono bambini. Eclissi La mattinata di venerdì 20 marzo la Luna oscurerà il Sole e per qualche minuto nel nord dell’Europa l’eclissi del secolo, come qualcuno l’ha battezzata (o eclissi dell’equinozio), sarà totale e per lunghissimi secondi l’astro scomparirà del tutto. In Italia avremo la possibilità di vedere un’eclissi parziale ma comunque eccezionale perché arriveremo a cogliere circa 70 per cento del fenomeno e quindi le ombre avvolgeranno bene la nostra Penisola. Questa eclissi che inizierà alle 9.30 e si protrarrà per un paio d’ore sino alle 11.30 avrà il suo picco di massima oscurità alle 10.40. E il Sole sarà abbastanza alto sull’orizzonte da poter vedere bene ciò che accade. Un evento analogo si era verificato nel 2006 e la sua totalità era stata raggiunta in Egitto. La prossima con valori così elevati la potremo seguire soltanto nel 2026 e il buio totale sarà in Islanda. (Caprara, Cds) Bistecche sintetiche 1 Due anni fa uno chef cucinò il primo hamburger creato in laboratorio. Oggi una fondazione israeliana annuncia di voler preparare un petto di pollo uscito da una provetta anziché da un pollaio. «Speriamo di ottenere una ricetta per coltivare cellule di pollo» ha appena annunciato Shir Friedman, cofondatrice della Modern Agriculture Foundation, società non profit israeliana che si è data un anno di tempo per ottenere la prima scaloppina. Al lavoro, non tra i fornelli ma tra le provette, c’è Amit Gefen, 44 anni, professore di ingegneria biomedica all’università di Tel Aviv. Partendo da un campione di carne di pollo, estraendo le cellule staminali e facendole dividere, teoricamente si dovrebbe ottenere il piatto desiderato. L’impresa è riuscita dopo cinque anni e 250mila euro a Mark Post dell’università di Maastricht, che il 5 agosto 2013 ha servito il primo hamburger di manzo artificiale. I due critici gastronomici che l’hanno assaggiato (condito con zafferano e colorato con succo di barbabietola) l’hanno definito saporito, anche se un po’ stopposo. Ma scienziati e investitori che puntano sulla carne artificiale non hanno certo come obiettivo quello di ottenere un piatto gustoso. Si rendono conto che la popolazione della Terra supererà presto i 9 miliardi e che il consumo di carne raddoppierà tra il 2000 e il 2050. Secondo uno studio delle università di Oxford e Amsterdam, la carne artificiale genererà il 96% di gas serra in meno e consumerà tra l’82% e il 96% di acqua in meno. (Dusi, Rep). Bistecche sintetiche 2 Il gruppo israeliano non è l’unico a essersi lanciato nel settore. Buona parte dei finanziamenti dell’hamburger di Mark Post arrivavano da Sergey Brin, co-fondatore di Google. L’azienda Hampton Creek cerca di ottenere uova partendo da proteine vegetali. Fra i suoi finanziatori ci sono il co-fondatore di Yahoo e l’uomo più ricco d’Asia, Li Ka-shing. La company californiana sta setacciando migliaia di sostanze nutrienti dalle piante alla ricerca di quelle più simili a un uovo di gallina. Per ora ha messo in vendita una maionese fatta con proteine di soia e piselli, ma le sue ambizioni sono lontane dall’essere soddisfatte. Dietro a Beyond Meat (Oltre la carne) ci sono invece Bill Gates e i fondatori di Twitter, Evan Williams e Biz Stone. Il loro obiettivo è ottenere un piatto il più possibile simile al pollo partendo dalle proteine vegetali. Il magnate Li Ka-shing ha investito anche in Modern Meadow, che oltre a carne bovina punta a ottenere pellami per la manifattura usando cellule staminali e coltivandole in provetta. L’azienda del Missouri sostiene di essere in grado di produrre un giorno anche pesce e pollo (ibidem). Bistecche sintetiche 3 Nonostante l’ottimismo degli investitori, ottenere carne in laboratorio non è ancora così semplice. Il costo esorbitante è uno dei problemi. La moltiplicazione delle cellule in provetta non è ancora abbastanza efficiente. La carne artificiale contiene solo tessuto muscolare, non grasso e sangue, per questo è così dura e insipida. Ma soprattutto, per sostenere la divisione delle staminali è necessario aggiungere al brodo di coltura gelatinoso in cui la carne cresce sostanze nutritive che difficilmente passerebbero il test di un’autorità attenta alla salute. Mark Post prendeva questi fattori di crescita dai feti di vitello. Amit Gefen nei test preliminari usava sostanze isolate dalle cellule tumorali. (ibidem).