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 2015  marzo 15 Domenica calendario

ALEXANDRE DUMAS: AMORI, TRADIMENTI E QUEL FIORE NERO CHE NON HA PREZZO

Che cosa sarebbe l’Olanda senza i tulipani? Accostati ai mulini a vento, i campi di tulipani sembrano contrastare con i loro colori il grigiore del cielo e del mare. È dai tulipani che comincia la nostra storia, da un tulipano unico, il tulipano nero. Bisogna sapere che trent’anni prima dell’inizio di queste vicende, alla Borsa olandese dell’Aja si era consumata la prima bolla speculativa della storia dei mercati. Il “commercio del vento” come spiega l’articolo a fianco, era nato con i bulbi dei tulipani, ma nel 1672 quando la Società di Orticultura della città di Haarlem indice una gara con un ricco premio di 100mila fiorini per la creazione di un tulipano nero, il miraggio del denaro sembra oscurare la memoria recente della ‘tulipomania’ e tutti i coltivatori aderiscono con entusiasmo a questa sfida dimenticando i guai, così recenti.
Anche Cornelius van Baerle partecipa alla gara: è un giovane medico, figlio di una borghesia capitalista, personaggio anomalo nel panorama della ricca Olanda che in quegli anni viveva il suo secolo d’oro. Cornelius non aspira ad arricchirsi e non cura gli affari: è un animo gentile, ama dipingere e attraverso la pittura scopre la bellezza dei fiori e decide di dedicarsi alla coltivazione dei tulipani. Ha molto denaro e può investire in questa suo nuovo interesse che diventa una vera e propria passione. Queste caratteristiche, amore per il bello e gentilezza d’animo fanno di Cornelius un antieroe opposto al moschettiere D’Artagnan e a Edmond Dantès, gli eroi più riusciti dell’opera letteraria di Dumas, uomini di azione determinati e audaci, proprio come Alexandre Dumas, uomo di lettere e di avventura. Dumas in viaggio nel Mediterraneo, saputo della spedizione dei Mille e ammirando moltissimo Garibaldi, lo raggiunge, lo rifornisce di armi e munizioni e partecipa alla spedizione entrando a Napoli a fianco di Garibaldi vincitore. Il personaggio di Cornelius è il frutto di un Dumas più maturo, orientato più alla pace che alla guerra. Nelle lunghe vicende del romanzo, tra tradimenti e prigioni, ghigliottine incombenti che si annullano all’ultimo momento, bulbi di tulipano coltivati e trafugati, malvagità e ipocrisie che affiorano in ogni dove, Cornelius, accusato ingiustamente da un vicino di alto tradimento, oppone alle ingiustizie del destino la resistenza passiva di chi sa di essere innocente. Ma in questo modo rasenta l’ingenuità, quasi non volesse rendersi conto che intorno a lui c’era un mondo di traditori, ipocriti e malvagi. La sua grande preoccupazione mentre è in carcere e aspetta il patibolo, sono i bulbi di tulipano che racchiudevano il tulipano nero, da lui ottenuto dopo mille tentativi. Proprio per impossessarsi dei bulbi il vicino – anche lui ‘tulipanocoltore’ – lo aveva accusato. Per mesi aveva spiato ogni sua mossa, primo caso di spionaggio industriale, ma non aveva trovato nulla: Cornelius aveva portati i bulbi con sé in carcere, nascosti in petto. Il personaggio chiave di tutta la vicenda però non è Cornelius, ma Rose, la giovane figlia del carceriere, che lo ama e riesce a salvarlo dalla prigione e soprattutto a far fiorire il bulbo che Cornelius le aveva affidato. L’amore trionfa in mezzo ai tradimenti, il losco speculatore muore e Rose e Cornelius “vissero felici e contenti” coltivando tulipani. Il lieto fine da favola non deve però ingannare: certamente Cornelius, uomo troppo pacifico, avrà forse continuato ad amare i tulipani più di Rose.
denpasar@t.it
Claudia Galiberti, Il Sole 24 Ore 15/3/2015