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 2015  marzo 15 Domenica calendario

PAPA: INSEGNARE È BELLO PURTROPPO MALPAGATO

Insegnare «è un lavoro bellissimo» dice Francesco, che all’ultimo momento ha aggiunto a braccio una postilla: «Peccato che gli insegnanti siano malpagati! Perché non è soltanto il tempo che spendono lì per fare scuola, poi devono prepararsi, poi devono pensare ad ognuno degli alunni: come aiutarli ad andare avanti. È vero, è un’ingiustizia. È un lavoro bellissimo, malpagato: è un po’ come essere genitori, almeno spiritualmente. È anche una grande responsabilità». Applaudono gli oltre duemila insegnanti e formatori dell’Uciim, l’Unione cattolica degli insegnanti medi, in udienza nell’aula Paolo VI. È una scuola dell’inclusione e di proiezione verso le periferie quella che propugna il Papa, che è stato anche lui professore e chiama i presenti «colleghi e colleghe». Una scuola che non deve respingere «gli studenti difficili, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida» ricordando ai presenti «il dovere di amare con maggiore intensità gli allievi più difficili, più deboli, più svantaggiati. A voi chiedo di amare di più gli studenti difficili». Il Pontefice ha incoraggiato i docenti a «insegnare non solo i contenuti di una materia, ma anche i valori della vita e le abitudini della vita. Per imparare i contenuti «è sufficiente il computer, ma per capire come si ama, per capire quali sono i valori e quali abitudini sono quelle che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante». Secondo il Papa è importante che gli insegnanti cristiani si impegnino «nelle periferie della scuola, che non possono essere abbandonate all’emarginazione, all’ignoranza, alla malavita». Sul tema della scuola ha parlato anche il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino. «La buona scuola rappresenta un bicchiere mezzo pieno: incalziamo il governo, il ministro, il sottosegretario persone che, a quanto vedo, hanno voglia di fare, perché possa, un poco alla volta, diventare pieno, perché sia ciò da cui i ragazzi possano abbeverarsi seriamente» ha commentato Galantino a TV2000 il provvedimento sulla “buona scuola” dell’esecutivo.
Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore 15/3/2015