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 2015  marzo 15 Domenica calendario

LA COSTITUZIONE CONCESSA DA PIO IX GRAZIE AI COMIZI DI CICERUACCHIO

Papa Pio IX, al secolo Giovanni Mastai Ferretti, influenzato dai moti rivoluzionari che stanno investendo tutta l’Europa e dal nuovo clima riformista nel governo dello Stato Pontificio sostenuto dai ministri Marco Minghetti e Giuseppe Pasolini, decide di emanare una legge costituzionale, che viene pubblicata il 15 marzo 1848 con il titolo “Statuto fondamentale pel Governo temporale degli Stati di Santa Chiesa”. Il testo prevede la formazione di un Parlamento composto da due Camere: l’Alto Consiglio, di nomina pontificia, e il Consiglio dei Deputati, mediante elezioni. L’emanazione dello statuto è preceduto da un proclama pontificio nel quale una frase suona come monito per una guerra all’Austria: «Gran Dio, benedite l’Italia e conservatele sempre questo dono preziosissimo: la Fede».
Dalla proclamazione di questo Statuto si susseguono avvenimenti che porteranno alla temporanea interruzione del potere papale. Cinque giorni dopo, il 23 marzo, scoppia quella che verrà chiamata la prima guerra d’indipendenza, con la partecipazione militare delle truppe di Pio IX. Il 24 marzo il pontefice invia un contingente di 7000 soldati al comando del generale Giovanni Durando. Il suo compito è quello di difendere i confini dello Stato Pontificio, ma finirà per penetrare nel Lombardo-Veneto. Due giorni dopo partono 10 mila volontari civili agli ordini del generale napoletano Andrea Ferrari. Tutto questo è troppo per Pio IX, che torna sulle sue decisioni e il 29 aprile, di fronte alla minaccia austriaca di uno scisma religioso, pronuncia in concistoro una allocuzione nella quale dichiara «di non potersi associare alla guerra, data la sua missione religiosa, e di abbracciare tutte le genti, popoli e nazioni con uguale studio di paterno amore»; da qui viene ordinato il rientro delle truppe pontificie guidate dal generale Durando.
Pio IX scioglie il governo e ne costituisce un altro sotto la presidenza del cardinale Giovanni Soglia e con ministro dell’Interno Terenzio Mamiani, futuro ministro del Regno d’Italia. Le elezioni portano alla costituzione di un parlamento che s’insedia nel palazzo della Cancelleria; è la concreta affermazione dello Statuto di Pio IX, anche se il governo non attua particolari rinnovamenti. Piuttosto il ministro dell’Interno e delle Finanze, Pellegrino Rossi, promuove rigidi provvedimenti di polizia nei confronti della popolazione che spesso si fa sentire con dimostrazioni popolari guidate dal popolano Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio. E il 16 novembre accade che Rossi, mentre sale le scale del palazzo della Cancelleria, finisca pugnalato da Luigi Brunetti, figlio di Ciceruacchio.
Di fronte a questi avvenimenti il papa scioglie la Guardia Svizzera e la sostituisce con una Guardia Civica, costituendo un nuovo governo guidato da monsignor Carlo Emanuele Muzzarelli, con Giuseppe Galletti agl’Interni e Terenzio Mamiani agli Esteri. C’è aria di rivolta popolare; molti cardinali e nobili patrizi fuggono da Roma, seguiti da diversi ambasciatori, mentre alcuni deputati si dimettono. A questo punto anche il papa la sera del 24 novembre fugge in carrozza verso Gaeta, sotto la protezione del re di Napoli, Ferdinando II. Roma è pronta a diventare una Repubblica con Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi.
Claudio Rendina, Roma – la Repubblica 15/3/2015