Jenner Meletti, la Repubblica 15/3/2015, 15 marzo 2015
OPG, FINISCE LA VERGOGNA DEGLI EX MANICOMI CRIMINALI MA È ALLARME NELLE CITTÀ “QUEI MALATI FANNO PAURA”
CASTIGLIONE.
Delle Stiviere (Mantova).
Ha un borsone enorme, il ragazzo che sta entrando nella palazzina della direzione, accompagnato da due carabinieri. Sulla targa in marmo c’è scritto: «Ospedale psichiatrico giudiziario». È un Opg che, come tutti gli altri, dovrà chiudere fra due settimane, il 31 marzo. Ma il ragazzo sta entrando adesso. «Purtroppo — dice subito il direttore, Andrea Pinotti — non è un caso unico. La legge 81 del 30 maggio 2014 ha confermato la chiusura degli Opg per questo fine mese ma il Codice penale non è cambiato. Chi viene prosciolto per incapacità di intendere e di volere viene mandato qui come misura di sicurezza. Solo nell’ultima settimana, cinque nuovi ingressi. E dall’inizio dell’anno ci hanno inviato anche tre ottantenni che hanno ucciso le loro mogli. A quell’età non puoi essere rinchiuso né in un carcere né in un Opg: ma sono arrivati ugualmente».
I ministri della Salute e della Giustizia dicono che non ci saranno rinvii dell’ultima ora. Ma non sarà facile trasformare il vecchio «Manicomio criminale» in quelle che sono chiamate Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive). Venti posti al massimo, una forte assistenza sanitaria e psichiatrica, nessuna “cella” o altra forma di detenzione. Ci sono state proteste di sindaci, soprattutto in Piemonte, che non hanno voluto queste Rems nei loro Comuni. «Cosa possiamo fare — hanno scritto in una lettera 64 psichiatri del dipartimento salute mentale di Bologna — quando non si riesce ad arginare l’aggressività di un paziente? E quando si allontana dalla struttura? Chi ha la custodia? Quando devono intervenire le forze dell’ordine?».
«La sicurezza — assicura Vito De Filippo, sottosegretario al ministero della Salute — è affidata alla prefettura, con sorveglianza esterna o altri interventi. Ho dato il sangue, per chiudere gli Opg e togliere questa vergogna. Possiamo dire di esserci riusciti. Quasi tutte le nuove Rems saranno provvisorie perché quelle definitive, finanziate con 172 milioni consegnati alle Regioni, non saranno pronte al 31 marzo. Ma anche quelle provvisorie sanciranno la fine degli Opg. Ci sono ancora problemi in Veneto, Piemonte e Friuli — che non hanno ospedali giudiziari nel loro territorio ma che dovranno riprendersi a casa i loro internati — mentre nel resto del Paese le soluzioni sono pronte. Alcune Rems apriranno già il 20 marzo». Anche in Toscana, però, le nuove strutture non sono pronte. Già ora le fughe non sono rare. L’altro giorno A. M., che strangolò sua madre a Prato, è fuggito mentre veniva trasferito dall’Opg di Montelupo in una comunità. Dopo due giorni è stato ripreso.
Non tutti condividono l’ottimismo del sottosegretario De Filippo. «La data del 31 marzo — ha dichiarato Angelo Fioritti, direttore del dipartimento di salute mentale di Bologna a Psicoradio — non verrà rispettata. Le uniche Regioni che potranno aprire subito le Rems sono l’Emilia Romagna e la Basilicata. Le altre hanno solo piani di transizione. E c’è chi, come il Friuli, ha deciso di non recepire la legge nazionale ». Altre 8 Rems, comunque, saranno aperte in Lombardia, a Castiglione delle Stiviere. Il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, non ammette rinvii. «Chi non ha rispettato i tempi si assumerà le proprie responsabilità. Si potrà arrivare al commissariamento».
Sono settecento, oggi, gli internati nei sei Opg di Castiglione delle Stiviere (l’unico che ospita anche le donne), Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Napoli, Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto. «Stiamo preparando — dice Vito De Filippo — le schede di ogni ospite. Penso che in poco tempo riusciremo a diminuire il numero a 400». Il censimento comunque non è ancora pronto. Da uno studio di 10 anni fa risulta comunque che «i pazienti in Opg erano in gran parte affetti da disturbi psichiatrici gravi (schizofrenia e altri disturbi psicotici dal 61,2 al 70,1%). Avevano commesso nella maggior parte dei casi reati gravi contro la persona (nel 54% dei casi omicidio o tentato omicidio)».
I numeri degli internati sono cambiati — erano 1.282 nel marzo 2001 e 988 nel giugno 2013 — ma l’alta percentuale di omicidi o tentati omicidi, nel momento in cui vengono abolite celle e recinzioni, può destare allarme sociale. A Castiglione delle Stiviere, per esempio, si calcola che i due terzi degli internati abbiano commesso reati gravi contro la persona. Ci sono donne che hanno ucciso il figlio in lavatrice, altri che hanno tentato stragi facendo saltare la casa… «L’importante — dice Mila Ferri, responsabile salute mentale e salute nelle carceri della Regione Emilia Romagna — è lavorare bene nel rapporto fra Rems e territorio. Ci saranno telecamere e la sorveglianza esterna organizzata dalle prefetture. Noi abbiamo deciso di mettere anche guardie giurate».
«Chiudere gli Opg — racconta il direttore di Castiglione, Andrea Pinotti — è più che giusto ma servono anche nuove leggi. Prendiamo il caso del vizio parziale di mente: se te lo riconoscono, come nel caso di Adam Kabobo, il picconatore di Milano, prima vai in carcere poi vieni mandato in Opg. Se sei malato, devi venire subito qui. Se non sei malato, devi scontare la pena in carcere». È studiata in tutta Europa, la realtà di Castiglione. «Con la fine degli Opg cesseranno finalmente gli “ergastoli bianchi”. Hai una misura di sicurezza di 6 mesi ma poi crei problemi? Resti per altri mesi e altri anni. Finita la pena comminata, devi essere certo di uscire. Altrimenti succede come a G., arrivato dal Sud negli anni ’80. È riuscito a lasciare l’Opg l’anno scorso, ma solo per entrare, ormai troppo vecchio, nella casa di riposo qui in paese».
Jenner Meletti, la Repubblica 15/3/2015