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 2015  marzo 16 Lunedì calendario

Suicidio Giancarlo Giusti, 48 anni. Ex giudice del tribunale di Palmi agli arresti domiciliari da quando, il 28 settembre 2012 aveva tentato d’impiccarsi nel carcere di Opera: il giorno prima era arrivata la condanna in primo grado a quattro anni per i suoi rapporti con il presunto boss Giulio Lampada, imprenditore delle slot machine legato alla famiglia Valle e al clan Condello di Reggio Calabria

Suicidio Giancarlo Giusti, 48 anni. Ex giudice del tribunale di Palmi agli arresti domiciliari da quando, il 28 settembre 2012 aveva tentato d’impiccarsi nel carcere di Opera: il giorno prima era arrivata la condanna in primo grado a quattro anni per i suoi rapporti con il presunto boss Giulio Lampada, imprenditore delle slot machine legato alla famiglia Valle e al clan Condello di Reggio Calabria. Da questo Lampada, cui diceva di essersi legato come un amico dopo la separazione dalla moglie, che era anche suo avvocato, aveva ricevuto notti con escort al Grand Hotel Brun di Milano. In un’intercettazione della polizia lo si sente dire: «Io dovevo fare il mafioso, non il giudice». Un anno fa fu accusato anche d’avere favorito la scarcerazione di tre affiliati al clan Bellocco di Rosarno. La sentenza della Cassazione che ha reso definitiva la condanna a 3 anni, 10 mesi e 20 giorni per concorso esterno in associazione mafiosa gli fu comunicara il marzo, due giorni prima del suo compleanno. Ieri, un parente che non riusciva a parlargi al telefono, andò a trovarlo: s’era impiccato con un cavo d’acciaio alla finestra della taverna. In una villetta di via Caracciolo a Montepaone Lido, provincia di Catanzaro.