Viviana Mazza, Corriere della Sera 15/3/2015, 15 marzo 2015
ITALIA-EGITTO, INVESTIMENTI PER 7,5 MILIARDI DALL’ENI A INTESA, ECCO GLI ACCORDI DI SHARM
Sharm El Sheikh È la giornata degli investimenti al summit di Sharm El Sheikh che punta a rilanciare l’economia egiziana. Tra quelli italiani, il maggiore è quello Eni: 5 miliardi di dollari per lo sviluppo, in quattro anni, di 200 milioni di barili di olio e 37 miliardi di metri cubi di gas. «È un accordo per dare valore a riserve già scoperte – ha detto l’ad Claudio Descalzi – di cui stiamo negoziando i prezzi perché quelli attuali non sono economici. C’è la possibilità per noi di recuperare crediti importanti in Egitto». All’indomani del taglio dei dividendi, Descalzi si è poi detto convinto che «il messaggio sia stato capito dal mercato: non è un passo prudente ma è appropriato, per essere più resistenti in futuro».
Gli imprenditori hanno apprezzato il discorso fatto qui l’altro ieri da Renzi. Anche l’ex premier britannico Tony Blair dice al Corriere che è stato «un grande discorso, ha mostrato una comprensione chiara di quel che è in gioco: abbiamo bisogno che Al Sisi abbia successo». L’Italia, terzo partner commerciale e primo tra gli europei, punta su più settori: principalmente energetico, banking, manifatturiero. L’energia è centrale: l’aumento dei consumi e il calo della produzione hanno trasformato l’Egitto da esportatore a importatore di gas, e ora il Paese cerca di diversificare le fonti per coprire un fabbisogno di 8.000 MW. Italgen (Italcementi), prima azienda privata sette anni fa a far partire un progetto eolico, ha iniziato un impianto che raggiungerà i 320 MW, spiega il consigliere delegato Giuseppe De Beni. Ansaldo punta all’ampliamento di una centrale elettrica. Megacell di Padova progetta una fabbrica di pannelli solari. Tecnimont ha firmato un accordo per un complesso petrolchimico a Suez. Intesa Sanpaolo, che nel 2006 ha acquisito Bank of Alexandria, auspica la creazione di un Fondo Centrale di Garanzia per le pmi egiziane sul modello italiano, dice Marcello Sala, vicepresidente del consiglio di gestione (e chairman del Business Council italo-egiziano). Sul piano della cooperazione, il nostro Paese gestirà un programma di aiuti Ue di 27 milioni di euro per lo sviluppo rurale e ne aggiungerà altri 11 (di cui 10 per l’acquisto di macchine agricole italiane).
Il viceministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda stima nuovi accordi per 2,5 miliardi e sottolinea la disponibilità dei finanziamenti della Cassa depositi e prestiti, con copertura assicurativa Sace. Calenda ha chiesto di riattivare il gasdotto nell’Alto Sinai danneggiato dai jihadisti ma essenziale per il cementificio del Gruppo Caltagirone.