Corriere della Sera 15/3/2015, 15 marzo 2015
MORTE DI BEVILACQUA ARCHIVIATE LE ACCUSE CONTRO VILLA MAFALDA
Villa Mafalda, la clinica romana dove fu ricoverato Alberto Bevilacqua fino alla morte, «era adeguata rispetto alle patologie di cui lo scrittore soffriva». Lo ha stabilito il gip di Roma Simonetta D’Alessandro, che ha archiviato il procedimento aperto all’indomani del decesso il 9 settembre 2013. L’inchiesta aveva preso spunto dalla denuncia della compagna di Bevilacqua, Michela Macaluso, attrice nota con lo pseudonimo di Michela Miti, nella quale si chiedeva di verificare se la clinica fosse in grado di assistere un paziente con gli scompensi cardiaci di Bevilacqua. Nel registro degli indagati, per l’ipotesi di omicidio colposo, finirono il direttore sanitario della struttura, Mario Maggio, ed i medici Antonio Ciccaglioni, Claudio Di Giovanni e Giuseppe Gentile. Questi ultimi tre si occuparono di Bevilacqua negli 11 mesi di ricovero.
Spiegando i motivi dell’archiviazione, sollecitata dallo stesso pm, il gip sottolinea che la consulenza tecnica «ha accertato l’idoneità della struttura». La stessa consulenza, precisa il magistrato, ha «altresì acclarato che furono posti in essere tutti gli interventi assistenziali e terapeutici, necessari ed opportuni, e che nessun profilo di censurabilità professionale è ravvisabile in relazione all’evento morte, poiché la condotta dei sanitari fu connotata da perizia, diligenza e prudenza». Soddisfazione è stata espressa dai vertici di Villa Mafalda. «Con la stessa serenità e fiducia attendiamo la conclusione di un altro procedimento in corso, quello relativo alla povera Giovanna Fatello (bambina di 10 anni morta durante un intervento all’orecchio, ndr ), per il quale il pm ha già chiesto l’archiviazione del personale della clinica». Positivo anche il commento di Anna Bevilacqua, sorella dello scrittore, attraverso l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi. «Il provvedimento — ha dichiarato il legale — accoglie pienamente la linea sostenuta dai familiari circa la correttezza e l’idoneità della struttura sanitaria in cui fu ricoverato Alberto. Struttura dove fu assistito nel migliore dei modi».