Aldo Grasso, Corriere della Sera 15/3/2015, 15 marzo 2015
IL VERDINI FURIOSO, ORFANO DEL NAZARENO
Da alcuni giorni, Denis Verdini passa da un’ultima cena all’altra: in una s’incontra con Luca Lotti, luogotenente di Renzi, in un’altra raduna i suoi fedelissimi, in un’altra ancora si sfoga dopo l’incontro con Berlusconi. A Roma le cene tolgono tragicità alla politica, le ultime cene poi scolorano i tradimenti in tentazioni. Il patto del Nazareno è andato a gambe all’aria, il sogno che Renzi e Berlusconi potessero inaugurare l’epoca delle Grandi Riforme Costituzionali è quasi svanito, a Verdini non resta che il ruolo di Cassandra: «Silvio, attento, perché quando ti accorgerai che avevo ragione sarà troppo tardi». Ma Denis tira dritto. Ha sei rinvii a giudizio che lo assillano, con imputazioni di vario genere, ma per una braciola è pronto a mettere Forza Italia a ferro e fuoco. Da ex macellaio (da giovane commerciava bovini da macello, faceva soldi a palate, il suo soprannome era «Verdoni», come venivano chiamati i dollari di Paperon de’ Paperoni), non gli manca un certo gusto carnale. A Silvio ha chiesto la testa di Maria Rosaria Rossi e di Renato Brunetta, che contro di lui carica sempre a testa bassa. Pare che a Palazzo Grazioli un paonazzo Denis abbia battuto i pugni sul tavolo: «Silvio la signora Rossi pensa di potermi prendere per il c... . E neanche ti parlo di Giovanni Toti e Deborah Bergamini, perché non spreco il mio tempo. Ecco, io te lo dico una sola volta: o noi o loro». O noi o loro. O loro o l’oro.