Andrea Galli, Avvenire 15/3/2015, 15 marzo 2015
CIVITAVECCHIA, MISTERO D’AMORE
Sono passati vent’anni da quel 15 marzo 1995, ma Girolamo Grillo, vescovo emerito di Civitavecchia- Tarquinia, ne parla ancora con una certa trepidazione. «Ero a casa – racconta – e, dopo la colazione, prima di uscire, decisi di pregare di fronte alla statuina della Madonna, che era stata posta in un cestino di vimini, avvolta nella bambagia, chiusa in un armadio della stanza di una delle suore rumene che prestavano servizio nella residenza episcopale. Avevo ricevuto una telefonata di padre Gabriele Amorth che mi aveva lasciato più che scettico: mi diceva che un’anima degna di fede che seguiva in direzione spirituale aveva predetto che una Madonna avrebbe pianto proprio a Civitavecchia, che sarebbe stato un segno infausto per l’Italia, per cui ci sarebbe stato bisogno di fare penitenza e di pregare molto. Dopo quello che era successo nelle settimane precedenti volevo solamente essere lasciato in pace, ma mia sorella era rimasta turbata da quelle parole. Pregare non fa male, pensai, per cui decisi di farlo quella mattina. La suora mi portò la statua. Eravamo in quattro, io, la religiosa, mia sorella e mio cognato. Re- citando il Salve Regina, al momento del “misericordes oculos ad nos converte”, mio cognato mi diede una spinta e mi disse: “Ma non vedi che piange di nuovo?”. Era un filo di sangue. Mia sorella lo volle toccare, ma sul dito il sangue svaniva, rimaneva solo sulla statuina. Io mi sentii male. Poi i medici mi dissero che avevo avuto un piccolo infarto». Quella di cui fu protagonista Grillo fu l’ultima di una serie di lacrimazioni misteriose, 14 per la precisione, iniziate il 2 febbraio, quando appunto una piccola statua di gesso raffigurante la Vergine, proveniente da Medjugorje e posta nel giardino della famiglia Gregori, aveva iniziato a versare gocce di un liquido rosso che poi le analisi confermarono essere sangue maschile. L’eco fu grande, anche sui media, fedeli e curiosi arrivarono da tutta Italia. Altrettanto grande fu la contrarietà iniziale del vescovo e il fastidio per il clamore creatosi, fino a quell’esperienza sconvolgente. Movimentata fu comunque tutta la vicenda, anche nel prosieguo. La procura della Repubblica aprì un’indagine ipotizzando il reato di truffa e abuso della credulità popolare, chiedendo cinque anni dopo l’archiviazione del caso. L’esame radiologico della Vergi-la ne di gesso escluse la presenza di ’trucchi’ invisibili a occhio umano. Una commissione teologica diocesana istituita repentinamente dallo stesso Grillo si pronunciò nel 1997, a maggioranza, a favore della veridicità della lacrimazione. Una seconda commissione istituita nel 2000 e presieduta dal cardinale Camillo Ruini, come vicario del Papa e metropolita della provincia romana, concluse i lavori con un “non constat de supernatura-lite”, formula con cui la Chiesa indica di non potersi pronunciare sulla soprannaturalità dei fatti, anche se non fu pubblicato un documento ufficiale. Una serie di altri fenomeni, come la trasudazione di un balsamo odoroso da una copia della statuina originale, dono alla famiglia Gregori del cardinale Andrzej Maria Deskur a nome di Giovanni Paolo II, o le presunte apparizioni con relativi messaggi alla famiglia Gregori, in particolare alla figlia Jessica, sono al vaglio della Congregazione per la dottrina della fede.
La piccola statua oggi è esposta alla venerazione dei fedeli nella chiesa di Sant’Agostino – chiesa eretta a santuario – e i fedeli e le personalità che l’hanno visitata non si contano. Se noto è il favore con cui Giovanni Paolo II guardò agli eventi di Civitavecchia – favore manifestato a Grillo in diverse circostanze, come quando gli chiese di portargli l’effigie mariana in Vaticano, l’11 giugno 1995, pregando di fronte a essa, mettendole sul capo dopo averla baciata una corona d’oro e sulla mano una coroncina del Rosario – il vescovo emerito della diocesi laziale ricorda le testimonianze di due fondatori: don Luigi Giussani, che gli fece arrivare un caloroso telegramma, e Chiara Lubich, recatasi anche lei a pregare di fronte alla statuetta.