Corriere della Sera 15/3/2015, 15 marzo 2015
La mattinata di venerdì 20 marzo il Sole darà spettacolo. La Luna lo oscurerà e per qualche minuto nel nord dell’Europa l’eclissi del secolo, come qualcuno l’ha battezzata (o eclissi dell’equinozio), sarà totale e per lunghissimi secondi l’astro scomparirà del tutto
La mattinata di venerdì 20 marzo il Sole darà spettacolo. La Luna lo oscurerà e per qualche minuto nel nord dell’Europa l’eclissi del secolo, come qualcuno l’ha battezzata (o eclissi dell’equinozio), sarà totale e per lunghissimi secondi l’astro scomparirà del tutto. In Italia avremo la possibilità di vedere un’eclissi parziale ma comunque eccezionale perché arriveremo a cogliere circa 70 per cento del fenomeno e quindi le ombre avvolgeranno bene la nostra Penisola. Un evento analogo si era verificato nel 2006 e la sua totalità era stata raggiunta in Egitto. La prossima con valori così elevati la potremo seguire soltanto nel 2026 e il buio totale sarà in Islanda. Quindi è un momento da non perdere. Una volta le eclissi erano occasioni di ricerca per gli astronomi, ora di rado mobilitano gli scienziati e si offrono soprattutto come un magnifico spettacolo della natura per tutti noi. Sicuramente una delle eclissi più celebri è stata quella del 1919 quando servì per confermare la Teoria della relatività di Albert Einstein, fino ad allora soltanto una profonda intuizione del genio criticata e non accettata proprio perché non esistevano prove. Il fisico britannico decise di compiere una spedizione in Africa riuscendo a dimostrare che la luce di una stella veniva deviata dalla massa del Sole. Da allora Einstein divenne un mito e rivoluzionò definitivamente la conoscenza. Questa eclissi che inizierà alle 9.30 e si protrarrà per un paio d’ore sino alle 11.30 avrà il suo picco di massima oscurità alle 10.40. E il Sole sarà abbastanza alto sull’orizzonte da poter vedere bene ciò che accade. «Bisogna essere cauti nell’osservare il fenomeno — avverte Paolo Ochner dell’Osservatorio astrofisico di Asiago — perché gli occhi sono a rischio se non si adottano protezioni particolari. Bisogna quindi usare dei filtri adeguati e certificati, capaci di schermare i raggi non solo dalla radiazione visibile ma anche dai raggi infrarossi e ultravioletti che possono altrettanto recare danno». Naturalmente è bene seguire le diverse fasi per rendersi conto del movimento degli astri, e del passaggio della Luna davanti alla rovente palla di fuoco distante 150 milioni di chilometri. «Per chi ha la possibilità di recarsi in un parco può essere testimone di un fatto molto particolare — prosegue Paolo Ochner —. La luce che filtra tra le foglie si comporta come entrasse in una camera oscura proiettando sulla terra l’immagine rovesciata dell’eclissi». Ma per la prima volta si è diffuso uno strano allarme, soprattutto in Germania, per le conseguenze negative che potrebbero verificarsi sulla Terra. I tedeschi negli ultimi anni hanno installato un consistente numero di impianti funzionanti a energia solare tanto da soddisfare ormai circa un quarto dei loro consumi. Secondo alcune valutazioni l’eclissi che alle latitudini maggiori è più rilevante potrebbe provocare addirittura un blackout pericoloso creando problemi a edifici pubblici, abitazioni, centri commerciali. L’allarme è stato lanciato dell’Entso-E (European Network of Transmission System), cioè la rete dei gestori di sistemi di trasmissione elettrica. Giovanni Caprara TULLIO AVOLEDO E ro bambino, il giorno in cui mio padre mi fece vedere la mia prima eclissi. Andavo già a scuola, quindi non poteva essere l’eclissi totale del 1961. Ricordo i preparativi di mio padre. Aveva rotto una vecchia damigiana, ricavandone dei pezzi di vetro molto spessi. Non contento, li aveva anneriti tenendoli a lungo sulla fiamma di una candela. «Mai guardare il sole direttamente, senza protezioni. Ti brucerebbe gli occhi», mi aveva ammonito, consegnandomi il mio pezzo di vetro. Qualche minuto prima dell’ora predetta dai giornali ci sedemmo sul prato e aspettammo. Ricordo il silenzio soprannaturale che calò all’improvviso sulla terra, all’inizio dell’eclissi: il silenzio dei cani, dei grilli, persino delle foglie. Assieme alla luce sembrò calare anche la temperatura. Ricordo l’impressione di quel tempo dilatato in cui un’ombra densa scivolava lenta sul disco solare. Doveva essere prima del 1969, perché con noi sul prato c’era anche mio nonno. Ma poteva benissimo essere il 2000 avanti Cristo, perché il timore che provavamo era lo stesso dei nostri antenati: ancestrale, profondo. Perché le eclissi ci turbano da sempre. Malgrado già i Caldei avessero teorizzato la loro ciclicità, arrivando a predirle con esattezza, gli uomini hanno comunque continuato ad attribuire a quei fenomeni una valenza magica: come le comete, le eclissi porterebbero guerra, carestia, peste. Memorabili le parole di Gloucester, nel «Re Lear» di Shakespeare: «Queste recenti eclissi di sole e della luna non ci preannunciano nulla di buono. Benché la scienza naturale le spieghi razionalmente, la natura stessa rimane colpita dalle conseguenze: gli affetti si raffreddano, l’amicizia cessa, i fratelli si inimicano. Si infrange il vincolo tra figlio e padre». Plutarco e Cicerone resero famoso l’aneddoto su Pericle che stava facendo salpare per una spedizione contro Epidauro la flotta ateniese, quando un’eclissi di sole spaventò i marinai, facendo loro presagire un disastro. Allora Pericle, che per essere stato allievo del filosofo Anassagora conosceva la natura reale del fenomeno, si tolse di dosso il mantello e coprì con quello la testa del suo timoniere, chiedendogli se il buio del mantello gli faceva paura. Quando quello rispose di no gli chiese: «Che differenza c’è tra questo buio e quello dell’eclissi, se non le dimensioni di ciò che lo produce?». Così il timoniere si riprese e la flotta poté prendere il largo. Difficile dire quale sia ancora oggi il fascino di questi fenomeni, e perché persone di tutto il mondo spendano cifre importanti per recarsi nei luoghi dove sono più visibili. Sicuramente vale la pena di staccarsi per qualche attimo da internet e dalle nostre faccende quotidiane per alzare gli occhi al cielo e ritrovare un po’ della magia dell’infanzia — nostra e dell’umanità. Per la cronaca, a proposito di scienza e di superstizioni: la spedizione ateniese contro Epidauro fallì. A causa della peste. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina Corrente Pag. 21 Immagini della pagina