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 2015  marzo 12 Giovedì calendario

DEBOLA E ASSOLTO

L’assoluzione definitiva di Berlusconi, tra le sue altre implicazioni, ha quella di smentire un longevo e condiviso luogo comune delle analisi di questi anni: quello per cui a Berlusconi sarebbe stata indispensabile la conservazione della centralità e del potere politico per sfuggire alle condanne giudiziarie e che non poteva permettersi declini o uscite di scena proprio perché questi lo avrebbero reso più debole nel confronto con le accuse nei tribunali e più facilmente condannabile.
Quello che è successo, invece, è che Berlusconi ha ottenuto la sua più importante assoluzione, e la sentenza più apprezzata e celebrata – con tanto di elogi per i magistrati – nel momento della sua massima lateralità politica degli ultimi vent’anni, del minimo consenso intorno a sé e al proprio partito, della sua massima vicinanza a una futura uscita dal contesto politico nazionale. È stato quando il governo, e anche l’opposizione, sono finiti in mano a qualcun altro, quando i giochi non sembrano più in mano sua, quando il dibattito sulle scelte politiche e sul futuro italiano ha altri protagonisti, quando persino parte del suo partito pensa autonomamente da lui, che Berlusconi ha ottenuto dai magistrati quelle che ha definito “indipendenza e coraggio che meritano ammirazione”.
E senza nulla togliere a quella indipendenza e coraggio – ma anche se invece li pensate in errore – è evidente non solo a Berlusconi che in altri momenti della sua centralità, del suo potere, dell’esaltazione della divisione tra berlusconiani e antiberlusconiani, le pressioni e i rilievi extragiudiziari intorno a questa sentenza sarebbero stati ben maggiori e un’assoluzione più difficile da presentare pubblicamente.
Non è solo la politica italiana a beneficiare dal progressivo defilamento di Berlusconi per via democratica – malgrado le residue resistenze a che questo avvenga da parte di agguerriti berlusconiani e agguerriti antiberlusconiani – ma anche lo stesso Berlusconi e i magistrati che lo giudicano. Al contrario di quello che abbiamo sempre detto.