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 2015  marzo 14 Sabato calendario

“UN ALTRO FIGLIO SEGRETO, NATO IN SVIZZERA” PUTIN RIAPPARE MA A MOSCA RESTA IL GIALLO

MOSCA
Vladimir Putin non ha fatto neanche in tempo a riapparire in pubblico dopo otto giorni di mistero e di speculazioni, che subito è arrivato un altro strampalato pettegolezzo a turbare le sue giornate e a riaccendere il coro degli sberleffi su Internet: la nascita del suo terzo figlio segreto. La notizia veniva pubblicata ieri mattina da un quotidiano svizzero ed era subito rilanciata da tutte le agenzie del mondo. Alina Kabaeva, l’ex campionessa olimpica di ginnastica che la voce del popolo vuole legata sentimentalmente al presidente da anni, avrebbe partorito il bambino qualche settimana fa nella clinica privata Sant’Anna di Sorengo nei pressi di Lugano. Alina Kabaeva è considerata la compagna segreta di Putin sin dal 2008, quando un giornale moscovita pubblicò la notizia della nascita del loro primo figlio. Dopo la smentita del Cremlino e un paio di telefonate minacciose, l’editore chiuse il giornale e scappò all’estero. Altri tempi, Putin era ancora sposato e i social network non erano così invadenti da scavalcare l’informazione ufficiale. Nel 2012, l’annuncio di una nascita di una bambina finì su tutte le pagine di gossip quasi senza lasciare il segno. E la Kabaeva giurò in un’intervista di non aver mai avuto figli. Adesso la situazione è ancora più rilassata. Quasi sollevato dal non dover rispondere a domande su golpe striscianti o malattie gravi di Putin, il suo portavoce ha definito la storia del terzo figlio «una balla giornalistica che meriterebbe un premio».
Il gossip comunque continua. La Kabaeva — che proprio Putin ha posto nel consiglio d’amministrazione della holding mediatica Nmg del suo amico Kovalcjuk — resta nell’immaginario popolare una “favorita” da prendere di mira. Prodigo di particolari, il giornale elvetico specificava anche che in quella clinica lavora una ginecologa russa molto vicina al presidente; che a consigliare la Sant’Anna sarebbe stato l’amico Silvio Berlusconi; che una stanza a fianco di quella riservata alla puerpera era stata occupata da uomini di scorta. Particolari difficili da confermare, viste le rigide consuetudini delle cliniche svizzere, ma sufficienti per costruire storielle e per fare battute sul web. Più improbabile, anzi palesemente falsa, la voce sempre riportata dai media svizzeri che Putin sia “scomparso” dalla scena pubblica proprio per assistere alla nascita del figlio. I tempi non coincidono e la sparizione del presidente continua a far rimuginare chi non si fa distrarre dai pettegolezzi.
La stessa riapparizione in pubblico di ieri non convince tutti. Putin è stato mostrato solo in foto ufficiali mentre riceveva nella sua dacia fuori Mosca il presidente della Corte suprema. La cosa non rasserena del tutto i “complottologi” che continuano a speculare sull’assenza prolungata del presidente e su una possibile guerra interna tra due fazioni del potere del Cremlino. Perché ricevere l’alto magistrato per una visita di routine e disertare invece il vertice con il servizi segreti previsto giovedì nel caos dell’inchiesta sull’omicidio Nemtsov? A questa domanda il portavoce ammette un certo «affaticamento» del leader sessantaduenne che lo avrebbe convinto a sfoltire un po’ la sua agenda.
Ma al di là della stanchezza e di eventuali acciacchi fisici, le voci su una forte tensione segreta al vertice continuano ad allargarsi. Molti giurano di un imminente intervento in tv del presidente per annunciare clamorose decisioni. Altri sostengono che Putin sia stato per una settimana in un bunker di Sochi dove si rifugia in momenti in cui «le acque si fanno minacciose». Anche il caso Nemtsov potrebbe cambiare presto indirizzo e significato. Sul numero oggi in edicola l’allineatissimo Komsomolskaja Pravda descrive il reo confesso Dadaev come un traditore della causa passato nelle fila dei ceceni ribelli che combattono al fianco di Kiev. Un delitto, dirà l’articolo, pensato apposta allo scopo di destabilizzare il paese.
Nicola Lombardozzi, la Repubblica 14/3/2015