Raffaella Serini, Vanity Fair 11/3/2015, 11 marzo 2015
IL MOMENTO IN CUI HO DAVERO SUDATO
[Intervista a Stefano Callegaro] –
Stefano Callegaro comincia a sudare al quinto minuto dell’intervista. «Ma non sono nervoso», giura col suo sorriso da timido, intrappolato in una stazza imponente. Chi ha seguito MasterChef lo sa: il vincitore della quarta edizione ha sudato (molto) più di sette grembiuli per arrivare in cima al podio. Da lì ha abbracciato tutti: i giudici, la compagna Mariella, il padre e gli ex sfidanti, fra cui Nicolò, arrivato secondo. All’indomani della finale in Tv (ma registrata la scorsa estate), ha incontrato nuovamente il ragazzo per questo servizio. E ci sono stati abbracci fraterni. «A MasterChef ho voluto bene a tanta gente», confida, tanto per non smentire la fama di «gigante buono». «E poi è bello quando la tua fisicità ed esperienza possono essere protettive nei confronti di altri». Già agente immobiliare, Stefano ha rivoluzionato la sua vita a 43 anni, e non solo sul lavoro. Da pochi giorni è diventato padre di un bambino: la notizia «dell’arrivo» era stata data proprio in Tv.
La prima domanda se la fa lui. «Qual è la cosa che oggi mi mette più in imbarazzo?». Risposta: «Tutta l’ondata di “Stefano, facciamo una foto”, “Stefano, un autografo”. Non ero preparato, ma mi abituerò», sorride di nuovo. Ed è già un po’ meno timido.
Rivedersi in televisione com’è stato?
«Emozionantissimo. Anche se mi sono scoperto più fragile di quanto credessi».
Di solito accade il contrario: superata una prova, si dice «Non pensavo di essere così forte».
«Per niente. Grazie a MasterChef ho capito di “essermela raccontata” per troppo tempo. In questi mesi mi sono trovato. Ed è la vittoria più bella».
Ha detto: «Dopo migliaia di euro spesi in analisi ho risolto qui il problema».
«Prima, anche a causa del mio lavoro, ero pieno di sovrastrutture che mi impedivano di essere me stesso. Ma confrontarti in un contesto come MasterChef è complicato se non hai chiaro chi sei».
«Ritrovarsi» in Tv: non è paradossale?
«Non avrei mai immaginato di fare un percorso personale così forte. Credevo di andare lì solo a cucinare, invece mi sono accorto che l’ambiente stimolava moltissimo la mia emotività. Bisogna essere solidi psicologicamente per affrontare un’esperienza così intensa».
Prima solido non lo era?
«Per fare l’agente immobiliare bisogna essere risoluti. Ma a me piaceva anche l’idea di farlo per aiutare le persone a realizzare un sogno. Non siamo tutti degli squali. Io, poi, non riesco mai a prescindere dal mio “lato umano”».
Il lato umano in cucina si esprime meglio.
«È una passione che ho da sempre. Nel mio paese (Dolo, provincia di Venezia, ndr) c’erano solo tre scuole, di cui una alberghiera: mi sono iscritto un po’ per passione, un po’ per comodità. Poi, ho preso il diploma da perito alimentare».
Bazzicava ai fornelli già da bambino?
«Ho un gemello, Massimo, e per volere dei miei genitori abbiamo sempre fatto sport: mio padre, che è stato un buon tennista, ha provato a trasmetterci questa passione. Con me non ci è riuscito, con Massimo sì. L’impegno di mio fratello ha portato la famiglia a dividersi: mio padre ha seguito lui, io sono cresciuto con mamma».
Infatti è un orgoglioso mammone, com’è emerso in trasmissione.
«L’umanità e la sensibilità che in me sono così spiccate sono frutto di quella sensibilità femminile che mi ha cresciuto».
Sta cominciando a gocciolare. Suda sempre così tanto?
«Spesso ho caldo, il mio metabolismo è fatto così. Ma sono tranquillo».
Il momento che la fa sudare di più qual è?
«Quando devo prendere una decisione importante, da solo. MasterChef è stata una di quelle. La mia società andava bene, ma non ero più felice di ciò che facevo. Ci è voluto un bel po’ di sudore per decidere di mollare tutto e seguire una strada incerta».
Quanti le hanno detto: «Sei pazzo»?
«Tutti».
Di sicuro è pazzo d’amore. La sua Mariella come l’ha conosciuta?
«Quattro anni fa, a Roma, alle selezioni per un contest del Gambero Rosso. Lei però è pugliese, e dopo un po’, a causa della distanza, avevamo deciso di non frequentarci più. Per un paio di anni siamo rimasti legati ma liberi».
Avete avuto dei legami, nel frattempo?
«Quando abbiamo deciso di metterci definitivamente insieme, io ero impegnato in una storia di un anno e mezzo. Che ho dovuto interrompere. Non sono situazioni facili: odio far stare male la gente, lo vivo come un fallimento. Però ogni tanto è necessario prendere decisioni “impopolari”».
Tradotto: barattare la propria felicità con l’infelicità di un altro.
«Emotivamente è complicato, non riesci a vivere la tua gioia in maniera assoluta. Però, nel mio caso, c’è stata una competizione leale, in cui uno ha vinto e un altro ha perso. E io mi sento in pace con me stesso».
Dopo MasterChef che cosa farà?
«Tra me e Mariella il comune denominatore è il cibo, quindi spero che il prosieguo sarà in una cucina assieme».
Intanto vi toccano pappe e omogeneizzati, però. La vita da neogenitori come sta andando?
«Andrea ha otto giorni oggi, ed è un bimbo impegnativo. Però ci sta regalando emozioni incredibili. Che fino a quando non senti il profumo di tuo figlio addosso non puoi capire».
Ha assistito al parto?
«Forzando tutte le mie leve emotive, sì. Sapevo che sarebbe stata una botta fortissima, ma per fortuna l’ostetrica e la ginecologa mi hanno aiutato a stare tranquillo, permettendomi di assistere al momento più emozionante della mia vita».
In sala parto quanto ha sudato?
«Meno di quanto si possa pensare, c’era una climatizzazione splendida. Un computer regolava la temperatura della sala in base a quella corporea di Mariella, che evidentemente era parecchio accaldata, dopo tredici ore di travaglio».
Insomma, in quell’occasione c’è qualcuno che ha sudato più di lei.
«Sì, e davvero tantissimo».