Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 12/3/2015, 12 marzo 2015
GRECIA, OMBRE CINESI SULL’ASTA DI BOND
Ombre cinesi sull’ultima asta condotta ad Atene dei famosi T-bills, i bond a tre mesi solitamente comprati a piene mani dalle banche greche su “moral suasion” del Tesoro. Stavolta invece ci sarebbero mani di investitori dalla Cina, che è presente in modo massiccio nel Porto del Pireo, fra i sottoscrittori degli 1,3 miliardi di euro di titoli trimestrali venduti ieridal governo greco. L’indiscrezione, che circolava ieri sui mercati, se confermata potrebbe indicare un passo indietro delle banche greche nel rifinanziare il debito da 315,1 miliardi di Atene. Banche che con il 38% di bad loans di media se la passano male. L’Eurotower guarda con attenzione allo svolgimento dell’asta: l’ingresso di investitori esteri potrebbe spingere la Bce a concedere più liquidità, alzando la soglia imposta alle emissioni a breve, oggi ferma a 15 miliardi di euro all’anno, o concedendo maggiore liquidità d’emergenza, il fondo Ela, oggi fermo a 68,8 miliardi di euro, dopo l’aumento di 500 milioni concesso nell’ultima riunione della Banca centrale a Nicosia. Atene è sempre più in difficoltà sulla liquidità al punto che avrebbe messo le mani su 555 milioni di euro, dotazione del Fondo di stabilità per gli istituti di credito greci, oltre a voci che parlano di uso delle riserve degli enti di previdenza pubblici, per far fronte alle esigenze di cassa e servizo del debito. Come se non bastasse Berlino ha chiesto un nuovo esame sulla sostenibilità del debito della Grecia. In un documento di risposta all’interrogazione presentata dal gruppo della sinistra l’esecutivo tedesco ha replicato che «secondo secondo lo scenario attuale la Grecia nel 2020 dovrebbe registrare un debito al 125%, ma gli sviluppi attuali danno indicazioni diverse visto che nel 2012 il rapporto debito/Pil di Atene era pari al 156,9%, nel 2013 era salito al 174,9% e l’anno scorso si è collocato al 176,3%».