Manuel Costa, MilanoFinanza 12/3/2015, 12 marzo 2015
QUASI METÀ DEI GUADAGNI IN BORSA ARRIVA DAI DIVIDENDI
I dividendi rappresentano un fattore chiave nella performance degli investimenti quando i tassi di interesse reali sono bassi. Lo dimostra un report realizzato da Allianz Global Investors, che analizza i rendimenti degli investimenti in azioni negli ultimi 45 anni. Lo studio di Allianz GI rivela che le imprese europee riconoscono dividendi particolarmente elevati: nel 2014, il rendimento medio da cedola dell’indice Msci Europe è stato del 3,3%, generando un raro e storico divario tra i rendimenti da dividendi e quelli dei bond governativi e societari europei. Al di fuori dell’Europa altre regioni geografiche offrono rendimenti superiori, in alcuni casi sensibilmente più elevati, rispetto ai titoli di Stato a 10 anni. Tra questi degni di nota sono Australia, Brasile, Nuova Zelanda e Norvegia.
Allo stesso tempo i dividendi hanno dimostrato la loro capacità di migliorare la stabilità e le performance reali di un portafoglio. In passato soprattutto gli investitori in azioni europee hanno goduto della distribuzione di cedole corpose. Su un periodo di 5 anni, i dividendi a partire dal 1970 hanno contribuito costantemente e positivamente alla performance dell’indice Msci Europe, permettendo di compensare parzialmente, o almeno di mitigare (1970-1975, 2000-2005) gli effetti delle perdite a livello di prezzo delle azioni. I dividendi hanno rappresentato circa il 39% del rendimento annualizzato totale degli investimenti azionari per l’Msci Europe per l’intero periodo dal 1970 al 2014. Hanno inoltre contribuito per più di un terzo alla performance totale in altre regioni, come il Nord America o l’Asia-Pacifico, anche se i rendimenti stessi dalla distribuzione degli utili erano inferiori in termini assoluti. Joerg de Vries-Hippen, gestore del fondo Allianz European Equity Dividend, vede nei dividendi azionari un altro vantaggio, in un contesto di politica monetaria espansiva: «Se la Bce raggiungerà sia l’obiettivo della crescita economica che il target di inflazione al 2% con le sue ultime misure di politica monetaria, gli investitori saranno ben posizionati con i dividendi azionari. Per la loro natura difensiva questi titoli offrono una combinazione di rendimenti da cedola relativamente elevati, volatilità storicamente bassa e protezione da inflazione e deflazione». Nel 2015 de Vries-Hippen prevede un leggero «vento a favore» per le valutazioni delle azioni europee che più distribuiscono dividendi, derivante dalla debolezza dell’euro, che dovrebbe avere un impatto favorevole sulle esportazioni in dollari statunitensi. L’Italia, dove i dividendi azionari l’anno scorso hanno generato un rendimento medio superiore al 3%, si è guadagnata una maggiore attenzione nel contesto attuale: «È un Paese particolare quando si tratta di azioni che distribuiscono dividendi: non rappresentano certamente la maggioranza dei titoli italiani quotati, ma ci sono alcune emittenti dai modelli di business unici che dividendi attraenti e oltretutto stabili» conclude il gestore.
Manuel Costa, MilanoFinanza 12/3/2015