Gabriele Lippi, Lettera43 11/3/2015, 11 marzo 2015
Il 10 marzo 2015 la Corte di Cassazione ha messo la parola fine al processo Ruby, con la conferma dell’assoluzione di Silvio Berlusconi
Il 10 marzo 2015 la Corte di Cassazione ha messo la parola fine al processo Ruby, con la conferma dell’assoluzione di Silvio Berlusconi. Segnando così un altro punto a favore del Cav nella lunghissima partita con la procura di Milano. IN TUTTO 15 PROCESSI. Dal 1995 a oggi, il leader di Forza Italia ha subito 15 processi penali, cavandosela con una sola condanna (quella appena scontata per il processo Mediatrade), sette prescrizioni, due proscioglimenti per intervenuta amnistia, 10 assoluzioni (due perché il fatto, reato all’inizio del procedimento, era stato depenalizzato prima della sentenza). Un incubo per la procura meneghina, che quando gioca contro B. perde spesso e (mal) volentieri. Ecco i precedenti più rilevanti. 1. Lodo Mondadori, corruzione: prescritto Nel 1995 Silvio Berlusconi fu accusato (con Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Vittorio Metta) di concorso in corruzione in atti giudiziari: la tesi della procura è che avevano pagato i giudici di Roma per ottenere una decisione favorevole a Fininvest nell’impugnazione del Lodo Mondadori, con cui la casa editrice di Segrate era passata in mano alla Cir di Carlo De Benedetti. CORRUZIONE SEMPLICE. Archiviato il procedimento per il reato di corruzione pluriaggravata, Berlusconi fu processato per quella semplice. Grazie alle attenuanti generiche il Cav fu prosciolto per prescrizione già in primo grado. Ma secondo i giudici della Cassazione Silvio aveva «la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio». PRIMA SFIDA CON LA BOCCASSINI. Fu il primo incontro tra il Cav e la sua nemica togata Ilda Boccassini. E nemmeno la presenza della superteste Stefania Ariosto riuscì a inchiodarlo. In sede civile Fininvest è stata condannata a un risarcimento danni da 750 milioni (diventati poi in Appello 564 comprese le spese processuali) alla Cir di De Benedetti. 2. All Iberian, finanziamento illecito e falso in bilancio: prescritto e assolto Il 12 luglio 1996 Berlusconi fu rinviato a giudizio per i reati di finanziamento illecito a un partito politico (il Partito socialista italiano di Bettino Craxi) e falso in bilancio aggravato. Il processo prese il nome di All Iberian dalla società di comodo dietro cui (secondo i testimoni dell’accusa) si sarebbe nascosta Fininvest. PROCESSO SCISSO IN DUE TRONCONI. La parte riguardante il falso in bilancio fu azzerata per una violazione procedurale della magistratura requirente e il processo venne scisso in due tronconi. Questo accelerò i termini di prescrizione per la parte riguardante il finanziamento illecito, sopraggiunti prima della pronuncia in terzo grado, e diede vita al processo All Iberian 2 per il falso in bilancio. IL REATO FU DEPENALIZZATO. Questo si risolse col proscioglimento perché il fatto non costituiva più reato a causa della depenalizzazione del falso in bilancio approvata dal governo Berlusconi II. La stessa legge, riducendo i termini di prescrizione, portò alla conclusione del processo sui bilanci Fininvest nel periodo 1988-1992 e del processo Lentini per il versamento in nero di 10 miliardi di euro nelle casse del Torino a seguito dell’acquisto del giocatore da parte del Milan. 3. Guardia di finanza, corruzione: assolto Il 17 gennaio 1996 cominciò il processo in cui Berlusconi era imputato per la corruzione di ufficiali della Guardia di finanza coinvolti in verifiche fiscali sui conti di alcune sue società (Videotime, Arnoldo Mondadori editore, Mediolanum e Tele+). RIBALTONE IN APPELLO. Il primo grado si concluse con una condanna a 2 anni e 9 mesi, ma in Appello il giudizio fu ribaltato con l’assoluzione per non aver commesso il fatto per la vicenda Tele+ e il proscioglimento per prescrizione delle tre residue imputazioni. La Cassazione assolse l’imputato per non aver commesso il fatto da tutti e quattro i capi d’accusa. L’OMBRA DI MILLS. Il 25 febbraio 2010 la Corte di Cassazione scrisse che l’avvocato David Mills era stato corrotto per testimoniare il falso nel processo, favorendo l’esito positivo per Berlusconi. 4. Mills, corruzione in atti giudiziari: prescritto Se c’è un corrotto deve esserci anche un corruttore. Questa la tesi dell’accusa che tentò di inchiodare il Cav per un versamento di 600 mila dollari su conti riconducibili all’avvocato inglese David Mills, testimone nel processo per la corruzione di ufficiali della Guardia di finanza. MILLS PRESCRITTO DOPO DUE CONDANNE. Mills, condannato in primo e secondo grado, fu prosciolto per prescrizione il 25 febbraio 2010, ma la Cassazione confermò come «verificata la sussistenza degli estremi del reato di corruzione in atti giudiziari» e condannò il professionista al pagamento del risarcimento di 250 mila euro per danno all’immagine dello Stato e 10 mila euro per le spese processuali. PROVE INSUFFICIENTI CONTRO IL CAV. Il 25 febbraio 2012, Berlusconi fu prosciolto per prescrizione, sebbene i giudici della Suprema corte ritenessero che insufficienti le prove presentate dall’accusa. 5. Unipol, rivelazione di segreto d’ufficio: prescritto «Abbiamo una banca?». La frase di Piero Fassino, dirigente dei Democratici di sinistra, che chiedeva lumi a Giovanni Consorte sulla scalata della Banca nazionale del lavoro a Unipol, fu pubblicata su il Giornale e questo fatto costò a Silvio Berlusconi l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. A FASSINO 80 MILA EURO DI RISARCIMENTO. Condannato a un anno di reclusione in primo grado, fu prosciolto in Appello per prescrizione. Fu confermato, invece, il risarcimento di 80 mila euro a favore di Fassino. 6. Sme, corruzione e falso in bilancio: assolto Quando nel 1985 il Partito socialista di Craxi mise in discussione l’accordo trovato da Romano Prodi e Carlo De Benedetti per la vendita della partecipazione azionaria della Sme (Società meridionale di elettricità) posseduta dall’Iri, altre tre offerte furono presentate da Barilla, Verrero e Fininvest. De Benedetti fece causa chiedendo il rispetto dell’accordo, ma il tribunale civile di Roma presieduto dal giudice Verde respinse il ricorso. PROCESSO INTERROTTO DAL LODO SCHIFANI. Nel maggio 1998, 13 anni dopo, Berlusconi fu indagato con altri con l’ipotesi di aver corrotto il presidente della Sezione gip del tribunale di Roma Renato Squillante e il giudice Verde. Nel 2003 il procedimento fu interrotto dal lodo Schifani, che introduceva l’immunità per le cinque più alte cariche dello Stato (compreso il presidente del Consiglio dei ministri, lo stesso Berlusconi). La pronuncia di incostituzionalità della legge da parte della Consulta fece ripartire il processo tre mesi più tardi. ASSOLTO DA TUTTI I CAPI. Il 10 dicembre 2004 Berlusconi fu assolto per la corruzione di Verde perché il fatto non sussisteva, mentre per il versamento da 500 milioni a Squillante fu dichiarata sopraggiunta la prescrizione dopo la concessione delle attenuanti generiche. Il 28 aprile 2007 arrivò l’assoluzione in Appello con formula piena per tutti i fatti contestati. Sentenza confermata in Cassazione. Il 30 gennaio 2008 si concluse anche il ramo del processo riguardante l’ipotesi di falso in bilancio perché il fatto non costituiva più reato a seguito della sua depenalizzazione da parte del governo Berlusconi II.