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 2015  marzo 11 Mercoledì calendario

QUEL MITO DIVISO IN DUE


[Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli]

«Dove sono i Valentini?» chiede Valentino nel backstage delle sfilate e loro due, come un sol uomo, rispondono: «Eccoci». Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli trovano molto divertente questo plurale che il maestro impone al suo stesso nome per definirli professionalmente. «Mio papà quando lavora si chiama Valentino» dice del resto Stella, otto anni, la più piccola dei tre figli di lui dopo Benedetta – 17 anni – e Pietro, 15. Maria Grazia è invece madre di Niccolò – 21 anni – e di Rachele, 18. I rispettivi coniugi li definiscono con espressioni semiserie tipo “il tuo socio” oppure “l’altra metà di mio marito”, ma fuori dalle famiglie (le più solide che si possano immaginare) loro due sono una coppia di ferro, insieme da 23 lunghi anni. Si sono conosciuti alla stazione di Firenze dove lei sostituiva Giambattista nel ruolo dell’ospite di Pierpaolo. «Conosco Giamba dai tempi del liceo – racconta – per cui non ho avuto problemi a rispondere sì quando mi ha detto: ‘arriva un mio compagno di scuola mentre sono via, ti spiacerebbe ospitarlo?’. In mezzo a tutto loro due stavano facendo il lavoro di fine anno che avrebbe prodotto Chiara Boni con cui lavoravo da due/tre anni. Normale quindi presentarmi al binario sventolando un cartello con scritto il suo nome come fanno gli autisti e i tour operator». Del tutto simmetrico il racconto di Pierpaolo che dice: «Mi aspettavo Giambattista Valli e ho trovato lei, ma non era un momento di grandi pensieri, è successo e basta anche perché allora non c’erano i telefonini ed era difficile comunicare eventuali cambiamenti di programma. Inoltre Maria Grazia aveva un simpatico monolocale affacciato sulle Cappelle Medicee, location perfetta per aprire le porte della percezione». Insieme i due raccontano di aver passato le prime due giornate a scoprire d’avere grandi interessi in comune oltre alla moda tra cui la politica per non parlare di arte, cinema, musica e cultura in generale. Mancava solo una cosa che appassiona entrambi enormemente: il lavoro. Su questo MGC e PPP sono una formidabile macchina da guerra che non perde mai di vista l’obbiettivo pur avendo l’invidiabile capacità di preservare lo spazio del divertimento, dell’emozione, dei valori umani troppo spesso sacrificati per aver successo.
Cosa vi rende così speciali tra le molte coppie di moda?
PPP: «Forse il fatto di essere normali e fieri di esserlo. Abbiamo in comune tante cose ma soprattutto la voglia e la capacità di metterci sempre in gioco».
MGC: «La verità è che tra noi non ci sono pensieri strategici: è tutto un po’ così come viene, una cosa molto romana nel senso dell’assoluta spontaneità».
Dicono che Maria Grazia sia la più pragmatica e Pierpaolo il più sognatore, come stanno le cose in realtà?
MGC e PPP: «Abbiamo due personalità distinte ma assolutamente complementari. Nel nostro processo creativo non esiste una divisione netta di ruoli e responsabilità: tutto nasce in modo spontaneo e naturale esprimendo un’estetica che appartiene in egual misura a entrambi».
Pregi e difetti del lavoro di coppia soprattutto nel mondo della moda.
MGC e PPP: «Lavorare insieme è una grande opportunità, non un limite. È confronto, dialogo e addizione: un continuo scambio di ruoli che mutano di volta in volta senza mai essere definiti e precostituiti. Il nostro desiderio e impegno è che tutto sia coerentemente parte di una visione comune».
Tra le coppie lavorative c’è qualcuno che ammirate in modo particolare?
MGC: «Rossellini e la Bergman, ma loro stavano insieme anche nel privato».
PPP: «Fellini e la Magnani: quel cameo che lui ha girato con lei in Roma è indimenticabile».
E tra le coppie di moda?
MGC: «Ho visto le signore Fendi lavorare insieme e mi è piaciuto: il rispetto e la voglia di costruire qualcosa erano palpabili nel loro atelier».
PPP: «Anche Valentino e Giammetti sono una coppia formidabile sul lavoro, perfino nelle discussioni più accese volevano solo raggiungere insieme il meglio».
Ma voi non litigate mai?
MGC: «Litigare è inutile e poi non è nel nostro genere. Discutiamo spesso, questo sì, confrontarci fa parte del nostro essere duo».
PPP: «Io posso discutere e argomentare le mie ragioni per ore, ma anche percorrendo strade diverse arriviamo sempre allo stesso risultato: abbiamo un punto di vista professionale e una visione estetica in comune».
Ma gli altri come interagiscono con voi a cominciare dai vostri rispettivi coniugi?
MGC: «Non ci siamo mai posti grandi domande su questo punto. Prima era una cosa molto privata, quando Valentino ci ha chiamati nel 1999 perché ci occupassimo degli accessori eravamo solo due amici che avevano lavorato insieme da Fendi e che, sempre insieme, andavano a lavorare in un’altra maison. Poi nel 2008 ci hanno dato la direzione creativa del brand e da allora siamo sotto gli occhi di tutti anche come coppia. Con Pierpaolo c’è sempre stata una netta divisione tra il nostro essere insieme lavorativo e quello personale: non confondiamo mai le due cose».
PPP: «È una cosa molto sana, se dobbiamo discutere sul lavoro non mettiamo in discussione tutto il resto. Gli altri fanno parte del nostro mondo, ciascuno ha il suo. Professionalmente siamo noi due, mentre nel privato lei è sposata con Paolo e io con Simona. Suo marito è nato sotto il segno della Vergine come me, mentre mia moglie è dell’Acquario come lei, ma le similitudini si fermano qui».
In cosa siete simili a Valentino?
MGC: «Siamo anche noi dominati da uno spirito di perfezione sconfinato: non ci diamo proprio pace».
PPP: «Recentemente ci siamo accorti di avere le stesse manie per esempio sul trucco delle modelle. Lui arrivava e ogni volta diceva a Pat McGrath (una dei primi tre make up artist del mondo, ndr) di fare alle ragazze: occhi da husky e labbra red, red, red, un solo rosso non bastava. Ci sembrava molto buffo anche perché noi ogni volta le diciamo: trucco naturale, incarnato perfetto, devono sembrare facce di porcellana. Ebbene alla sfilata di New York dello scorso dicembre Valentino entra nel backstage, guarda le ragazze già pronte per uscire in fila e chiede a Pat quando pensa di truccarle. Siamo scoppiati a ridere di cuore delle nostre fisse».
State insieme moltissimo per lavoro, nel tempo libero vi vedete oppure no?
MGC: «Ci accomunano passioni e interessi d’ogni tipo, ma allo stesso tempo frequentandoci così tanto, quando abbiamo un momento libero lo dedichiamo alle nostre famiglie».
PPP: «Ogni esperienza sia condivisa che individuale arricchisce il nostro rapporto e il percorso creativo che stiamo facendo insieme».
Se qualcuno o qualcosa vi separasse professionalmente, quale valore salvereste della vostra coppia?
MGC: «Se mai decidessimo di separare le nostre sorti professionali salveremmo la stima e l’amicizia: sono valori in cui entrambi crediamo moltissimo».
PPP: «Sono ovviamente d’accordo con lei. Di sicuro salverei la memoria del nostro vissuto insieme, tanti anni di progetti, sogni e bisogni in comune non si possono cancellare. E poi il confronto tra noi è sempre molto divertente, abbiamo sviluppato la capacità di lavorare seriamente senza prenderci troppo sul serio».
L’ultimo libro che avete letto?
MGC: «Sto leggendo un saggio avvincente come un romanzo, Se questa è arte di Will Gompertz. Geniale, 150 anni di arte moderna in un batter d’occhio».
PPP: «Sto rileggendo Delitto e castigo, ultimamente ho la mania dei russi. Comunque non leggo mai un solo libro per volta così imitando la Miranda Priestly de II diavolo veste Prada ho preteso di leggere in bozza Curator, un saggio scritto da Bonami che non è ancora arrivato in libreria».
Ultimo film che avete visto?
MGC e PPP: «Impossibile andare al cinema con tutto quello che abbiamo da fare, non abbiamo tempo ma prima o poi ci rifaremo».
Il regalo più bello che vi siete fatti?
PPP: «Uno splendido mobile bar decò»
MGC: «Un vecchio coffe table di Fornasetti con tanto di libro da metterci sopra».
Titolo del libro?
MGC: «50 sfumature di Maria Grazia, un divertentissimo diario fotografico della mia vita per il cinquantesimo compleanno. L’ha realizzato con la complicità di mia madre che gli ha dato le foto più assurde e bizzarre che si possano immaginare. Sono nata sotto il 2 febbraio per cui ho sempre festeggiato gli anni in maschera, una volta da fatina, la volta dopo da principessa, ma sempre davanti alla torta con le candeline».
PPP: «Ho la prova, Maria Grazia si è vestita da spagnola molto prima di Madonna».
I due scoppiano a ridere scambiandosi battute affettuose e al tempo stesso pungenti: assist naturali come bere un bicchier d’acqua per aprire nuove finestre di dialogo. Riusciamo a fare gol solo per caso perché mentre loro due si prendono amabilmente in giro piazziamo la domanda sull’importante restrospettiva di Fornasetti che verrà inaugurata al Musèe des Art Decoratives di Parigi il prossimo 10 marzo, subito dopo la loro sfilata. «Sì, l’abbiamo sponsorizzata noi, o meglio l’azienda» rispondono come sopra pensiero. Valentino in una memorabile scena del docufilm The Last Emperor dice come Luigi XV “Apres moi le deluge”. Loro sono le deluge, un diluvio di simpatia, intelligenza e umanità al servizio del bello.