Lucia Bellaspiga, Avvenire 11/3/2015, 11 marzo 2015
«DALLA A MA SENZA Z. PERCHE’ NOI SIAMO ETERNI»
In questo libro si parla spesso degli occhi di Gianluca, bellissimo ragazzo di vent’anni, occhi che ti trapassano, che ti chiamano in causa e non ti lasciano in pace nemmeno un istante. ’Spaccato in due’ (ed. San Paolo), scritto a quattro mani dallo stesso Gianluca Firetti e don Marco D’Agostino, è in ventuno capitoli, uno per lettera dell’alfabeto. Così nella prefazione Gianluca, che da pochi giorni non c’è più, può darci ancora il suo consiglio, di ’meditare questo testo lettera per lettera’, e aggiungere che se non troviamo la Z non dobbiamo allarmarci, ’noi siamo fatti per il cielo. Per sempre. Per l’eternità. Per questo non ho voluto che don Marco scrivesse l’ultima lettera dell’alfabeto...’. È il sacerdote a snocciolare l’alfabeto di Gianluca dalla A di ’Adesso’ a quella Z che è una pagina bianca. Per mesi ogni giorno, mentre l’osteosarcoma condannava il suo giovane amico, don Marco decideva con lui gli argomenti del loro libro. La sua era, tra i tantissimi amici, la visita più attesa, perché quello da scrivere non era semplicemente un libro, era la preghiera di Gianluca per ciascuno di noi, il suo accorato modo per dirci ’tu che ancora puoi, tu che hai tempo, scopri il vero senso della vita e non sprecarla’. Lo capivano, e ne restavano sconvolti, tutti coloro che lo incontravano, dagli amici ai medici, dal personale dell’hospice agli infermieri: conoscere quel ragazzo bello e forte, perito agrario, terzino destro della sua squadra di calcio a Cremona, poi da un giorno all’altro messo al tappeto dalla malattia, eppure dalla malattia portato a vivere con gioia e intensità mai conosciute prima, cambiava le persone. La fede di Gianluca annichilisce persino il sacerdote. ’Gian è scioccante’, annota alla C di ’Carrello’. È il giorno di Natale, don Marco gli chiede che regalo desideri, ’fare la comunione’, risponde sicuro. Il fatto è che a venti anni non ha tempo da perdere, il suo lo ha quasi esaurito, così punta dritto all’essenziale, sa e capisce tutto, sfronda rami secchi e pensieri inutili, è attratto solo dal vero. ’È arrivato a una sintesi della sua vita’, scrive don Marco. ’Un ragazzo che, per Natale, desidera il Regalo più bello e più vero che ci sia: Gesù’. Lo ha spiazzato ancora una volta, così gli viene un’idea, celebrare la Messa di Natale in casa sua, accanto al suo letto. E l’altare? L’essenziale è di nuovo visibile solo agli occhi di Gian, «usiamo questo», dice del carrello delle medicine, quello che usano gli infermieri per cambiargli gli aghi della morfina, i genitori e il fratello per dargli l’acqua, ’il carrellino che serve anche per i bisogni fisici, ma Gesù non si scandalizza’, anzi. Le medicine sotto, il Farmaco dell’immortalità sopra. Una pagina di alta teologia scritta da un ragazzo malato con una fede d’acciaio.
Morirà il 30 gennaio. L’8 dicembre 2014, giorno dell’Immacolata Concezione, decide di scrivere al Papa. A Roma tanti disabili sono andati a ricevere la sua carezza, lui che non ha potuto gli chiede la certezza della sua preghiera: ’Così sarà come stringerti la mano perché tutti e due ci siamo pensati’. Lo spazio, come il tempo, non contano più.
Persino l’hospice diventa, per i tanti amici che passano per la sua stanza, ’un piccolo santuario dove si prega’, dove il malato contagia gli altri con la sua speranza certa e la gioia di una consapevolezza misteriosa. Quando non ce la fa più, al Signore non chiede di guarire, «se puoi, smezzami la croce. Spaccala a metà, perché per me è troppo pesante ». Come il Cireneo. Sereno perché sicuro di essere ascoltato.
Alla O di osteosarcoma, sappiamo che la malattia è sconfitta, perché abbattendosi sul corpo ’ha reso il suo spirito così libero e puro’ da convertire chiunque. ’Voleva aggredirlo, invece ha liberato il meglio di Gian’. Che è mancato proprio il giorno in cui il libro nasceva. Il gruppo di amici, da lui uniti su Facebook (Fili di speranza) e in Whatsapp, continuano ad esserci e a recitare l’alfabeto di Gianluca, contagiati nella forza della vita.