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 2015  marzo 10 Martedì calendario

LETTERE

Caro Direttore, “se non è zuppa è panbagnato” scrive Eugenio Scalfari (“I benefici che Draghi procurerà”, la Repubblica 8 marzo). La “zuppa” essendo gli eurobond, e il “panbagnato” quel 20% di bond dei singoli stati, che la Bce acquisterà senza la garanzia delle banche centrali, per un valore di 240 miliardi di euro. Mica tanto zuppa e panbagnato: per un’istituzione europea non è la stessa cosa emettere bond propri, o acquistare bond emessi da altre istituzioni. Diverso in termini di rischio: un eurobond non sarebbe emesso dalla Bce, ma da un soggetto sopranazionale comunitario. Se la Bce compera debito altrui, il rischio in caso di default dell’emittente ricade sui suoi “azionisti” in proporzione al loro capital key . Diverso come effetto sul mercato: il Qe sottrae titoli al mercato, mentre un’emissione di bond li immette. Diverso soprattutto in termini politici. Il Qe, cioè l’acquisto di bond, è un’operazione di politica monetaria volta ad abbassare i tassi a lungo termine. L’ipotetica emissione di eurobond sarebbe un’operazione di politica economica da parte di un soggetto sopranazionale, volta a finanziare un’iniziativa comune. Come è noto, mentre gli stati hanno ceduto sovranità in termini di politica monetaria, la politica economica è responsabilità loro. Questo dicono i trattati, senza di questo non sarebbero stati firmati, e non sembra facile avere l’unanimità per modificarli.
Franco Debenedetti